19 febbraio 2013

Scandalo carne di cavallo: Nestlè ritira dall’Italia prodotti Buitoni

Scandalo carne di cavallo: Nestlè ritira dall’Italia prodotti Buitoni:
Si allarga lo scandalo della carne di cavallo negli hamburger e nelle lasagne scoppiato in Gran Bretagna con alcuni prodotti di marchi storici di surgelati come Findus e Picard. La multinazionale svizzera Nestlè, la più grande azienda di prodotti alimentari del mondo, ha ritirato dai mercati di Italia e Spagna i “Ravioli di Brasato Buitoni” e “I Tortellini di Carne”. La decisione è stata presa che dai test effettuati sui tutti i prodotti della filiera sono emerse tracce di Dna di cavallo pari a poco più dell’1%.
La notizia è stata pubblicata sul sito internet del Financial Times. Nestlè dopo avere informato le autorità italiane e spagnole rassicura: “Non ci sono problemi di sicurezza alimentare”. I prodotti ritirati saranno sostituiti con altri “che i test confermeranno essere al 100% di manzo”, aggiunge Nestlè in una nota, nella quale precisa che sono state sospese “tutte le consegne di prodotti finiti con manzo della tedesca H. J. Schypke, società che lavora per uno dei nostri fornitori”. Non più tardi di sette giorni fa, la Nestlè aveva dichiarato che i propri prodotti a base di manzo non contenevano nessuna traccia di carne da cavallo.
L’allarme è scattato a metà gennaio quando le autorità irlandesi hanno trovato carne di cavallo in hamburger di bovino distribuiti dai supermercati britannici Tesco. Dopo due settimane un altro caso: tracce di maiale sono state trovate nella carne halal destinata ai detenuti musulmani delle carceri inglesi. A quel punto, sul mercato sono aumentati i controlli e in quattro catene della grande distribuzione – Tesco, Iceland, Lidl, Aldi – sono stati trovati prodotti surgelati e pronti per il consumo – lasagne Findus, spaghetti alla bolognese e hamburgerrealizzati con il 60 o il 100% di carne di cavallo, ma etichettata come bovina. Il fornitore dei marchi era la Comigel, azienda francese produttrice di piatti pronti.
La carne sarebbe arrivata da lontano, dopo una serie di passaggi di mano. Stando alla ricostruzione degli inquirenti, Comigel aveva acquistato la carne dal gruppo francese Spanghero che a sua volta l’aveva comprata da un intermediario cipriota che aveva avuto lo stock da un trader olandese che si era rivolto ai mattatoi romeni. La domanda di carne equina è in calo costante e fuori dai confini nazionali si acquista a basso costo. Con la crisi, poi, la macellazione dei cavalli in Europa è aumentata esponenzialmente: dai 2 mila equini abbattuti nel 2008 si è passati a più di 12 mila nel 2011. E il numero delle licenze per mattatoi ad hoc è quintuplicato. Solo in Italia, ha calcolato la Coldiretti, sono stati importati circa 30 milioni di chili di carne di cavallo, asino o mulo, prodotti in larga misura in Polonia. E un milione è la percentuale importata dalla Romania, il Paese al centro dello scandalo.
L’Unione Europa è scesa in campo approvando una serie di test su carne di manzo per verificarne la composizione. Tutti d’accordo, tranne l’Italia, unico paese che si è espressa contrariamente. Opposto l’atteggiamento della Germania che – riporta il Financial Times – seguirà un piano in dieci punti che va al di là di quanto stabilito a Bruxelles per verificare l’eventuale presenza di altri additivi non dichiarati.
Il problema non è comunque, fino ad ora, di salute, ma di tipo ideologico. Potrebbe ravvisarsi il reato di truffa dal momento che sull’etichetta non era segnalata la presenza di carne di cavallo. Inoltre,  se la carne di cavallo in Italia, Francia e Belgio è considerata di pregio, non va dimenticato che in molti Paesi d’Europa, comprese Irlanda e Gran Bretagna, il cavallo è molto amato e rispettato. In questi paesi, consumare, dunque, carne equina è considerato quasi un tabù.
eur

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