Niente grazia per Berlusconi, è certo. Sì, invece, a provvedimenti precisi di amnistia e indulto: «un indulto di sufficiente ampiezza, ad esempio pari a tre anni di reclusione, e una amnistia avente ad oggetto fattispecie di non rilevante gravità». Questa la posizione di Napolitano. Nessuno mette in dubbio che la «condizione delle carceri» in questo Paese sia degradante, infamante. Né che un immediato intervento sulla «drammatica» situazione carceraria costituisca un imperativo giuridico e morale. Pure, è innegabile che l’effetto politico dei provvedimenti auspicati non sarebbe che uno: salvare il Caimano. Un conto, infatti, sono le retoriche e le ideologie (umanitarismo, diritti, condizione degli stranieri, etc.) che servono a giustificare la concessione di amnistia e indulto; un altro, sono le conseguenze politiche che da questi provvedimenti derivano. Ed è un fatto oggettivo che, in questo momento, tutto ciò servirebbe a far tornare sulla scena il Caimano.
Tutto questo il Capo dello Stato non lo sa? L’«imperativo» sarà pure giuridico o morale, ma il «condizionale» (che qui è d’obbligo) è certo politico. Il M5S lo ha detto chiaramente, e la risposta di Napolitano non è stata delle più pacate, come ci si attenderebbe dal rappresentante dell’unità nazionale: «Quelli che, come i grillini, mi accusano di volere un’amnistia pro-Berlusconi sono persone che fanno pensare a una sola cosa, hanno un pensiero fisso e se ne fregano dei problemi della gente e del Paese. E non sanno quale tragedia sia quelle carceri. Non ho altro da aggiungere».
Ed invece vi sarebbe molto da aggiungere: quale diritto ha il Capo dello Stato, il «garante della Costituzione», di attaccare esplicitamente l’opposizione parlamentare per aver questa criticato gli effetti politici che deriverebbero da una legge approvata dal Parlamento? Non è la prima volta che accade. Ma è, da ieri, evidente che questo Presidente della Repubblica non rappresenta più l’unità della Nazione, ma soltanto una parte del Paese: quella che ha voluto le “larghe intese” della partitocrazia, quella che cercherà, con tutti i mezzi a sua disposizione, di salvare ancora il Caimano.
Giulia Sarti, deputata M5S, sul Piano Carceri. “La Cancellieri garantisce che l’aministia e l’indulto non riguarderanno reati finanziari. Ma come si fa a fidarsi senza prove? Vi ricordate come finì nel 2006 con l’indulto? Noi non ci fidiamo. E denunceremo tutto, subito, non appena sentiremo odore di salvacondotto!”
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