La legge regionale contro i tumori impugnata dal Consiglio dei Ministri: “costa troppo per la Regione Campania”. La spending review conta più del diritto alla salute? Prima i bilanci e poi le vite umane?
Mario Monti
Tradotto in soldoni, costa troppo per una Regione in deficit. Il provvedimento garantiva finanziamenti certi e non stornabili alle ASL per istituire un registro che mettesse in rete i dati sull’incidenza delle patologie tumorali, coprendo tutta la regione oltre la quarantina di comuni finora inclusi.
Con questa legge la Campania si avviava a colmare finalmente una lacuna gravissima per un territorio particolarmente inquinato come quello tra il Napoletano e il Casertano, inquinato da sversamenti abusivi di ogni tipo.
Il registro avrebbe dovuto consentire di poter mettere in relazione eventuali impennate dei casi di cancro con l’esposizione di ipotetici fattori di rischio, come la presenza di discariche illecite o lo smaltimento di liquidi tossici. Passaggio fondamentale per poi definire politiche di prevenzione e di bonifica. Il tutto sotto il coordinamento delle ASL e dell’Istituto Tumori Pascale.
E così la Campania, la regione pattumiera delle industrie del Nord-Italia ma non solo, resta l’unica senza il prezioso registro. Nell’articolo del 13 Giugno si sperava di evitare nuove beffe dopo l’esito del processo “Cassiopea”. Cos’altro deve accadere affinché i campani siano protetti da leggi e bonifiche dei territori? Evidentemente il popolo campano deve rientrare velocemente dal deficit sanitario prima di non poterlo più fare. Prima i bilanci e poi le vite umane?
Siamo di fronte a dinamiche perverse e silenziose alle quali la gente non può più sottostare. L’azione del Governo Monti, per quanto lecita, è delittuosa dal punto di vista etico e morale e non può passare inosservata.
Già preannunciata una immediata reazione: Lunedì 17 alle ore 13 si terrà una catena umana di cittadini e medici davanti all’Istituto Pascale. E la vergogna continua!
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