7 settembre 2012

Federal Reserve ed Executive Order di JFK: incrocio fatale

Federal Reserve ed Executive Order di JFK: incrocio fatale:

Nel giugno 1963 l’allora presidente americano John F. Kennedy firmó un ordine esecutivo (numero 11110) per ridurre, se non addirittura eliminare, il potere della banca centrale: cinque mesi dopo venne assassinato 


John Fitzgerald Kennedy
Cominciamo col dire che di “Federal” c’é poco nel Federal Reserve System, la banca centrale Usa creata nel 1913. Infatti questa é posseduta da un consorzio di 12 banche centrali regionali e 3.055 banche private (incluse tutte le banche nazionali).
Per alcuni critici infatti l’appellativo “Federal” é considerato un abuso. Ed anche il fatto che sia chiamato “System”, invece che “Banca”, é visto come un tentativo di mascherarla.
Il ruolo Federale* della banca centrale riguarda solo la supervisione, che é influenzata dal Senato e dal Presidente, seppur l’istituzione sia completamente indipendente dal Governo, incluso il Ministero del Tesoro (che non deve approvare le decisioni della “Fed”).
La “Fed” fu creata con un atto del Congresso che molti non avevano condiviso (fu approvato durante le vacanze natalizie con molti rappresentanti assenti) perché non rispettava la Costituzione. Nel giugno del 1963, l’allora presidente John F. Kennedy firmó un ordine esecutivo (numero 11110) per ridurre, se non addirittura cercare di eliminare, il potere della Fed. Cinque mesi dopo, JFK fu assassinato, l’ordine esecutivo venne ignorato e, nel 1987, revocato dal presidente Ronald Reagan.
Sin dalla sua nascita, i compiti della Fed sono: dettare la politica monetaria ( per la stabilitá ed i tassi d’interesse), controllare l’offerta di moneta (money supply), regolamentare le istituzioni bancarie, fare prestiti alle banche e vendere buoni del Tesoro per conto del Governo. Dai profitti generati da queste attivitá, le banche azioniste ricavano l’1,2%, il Governo il 96% ed il resto viene tenuto in riserva. In termini di bilancio, nel 2011 la Fed aveva un patrimonio valutato a 2.914.510 miliardi di dollari, debiti di 1.263.730 miliardi e 56.780 miliardi di liquiditá. Nel 2010 il profitto era di 82.000 miliardi.
In effetti, la Fed é una societá privata che ha il controllo di tutta l’economia americana, inclusa la zecca, cioé la stampa della moneta cartacea (infatti sulle banconote c’é scritto “Federal Reserve Note”), mentre il Ministero del Tesoro conia le monete, riscuote le tasse ed amministra i fondi a disposizione.
La Fed é anche la banca privata del Governo, usata per i pagamenti, per le spese e per i prestiti. Quando il Governo ha bisogno di prestiti, la Fed vende i buoni per conto del Ministero del Tesoro. In alcuni casi, peró, la Fed riacquista per suo conto i buoni del tesoro.
Queste azioni vengono fatte sia per influenzare i tassi d’interesse che per regolare la “money supply”.
Per grandi linee, la Fed stabilisce il tasso d’interesse base (“discount rate” oggi dello 0,75%) con cui presta soldi alle banche che, a loro volta, elargiscono prestiti con tassi piú alti (“prime rate” oggi del 3,25%). Quando le banche acquistano buoni del tesoro con i prestiti della Fed, in pratica lo stato paga interessi sui suoi soldi (ad esempio l’1,56% su titoli di 10 anni), cosa che JFK voleva eliminare con l’ordine esecutivo 11110.
Seppur la Fed agisca negli interessi del Paese per quanto riguarda le politiche monetarie, non é raro che possa causare problemi, com’ é successo sotto la direzione (1987-2006) di Alan Greenspan, fautore della deregolamentazione del sistema bancario che ha portato l’America ed il mondo sull’orlo della catastrofe. Il fatto che a regolare le banche siano le stesse banche non porta buoni risultati. Ed il fatto che la Fed controlli il sistema politico tramite l’economia e la lobby bancaria, non fa sperare nulla di diverso. Ecco perché le banche possono continuare a speculare con i soldi dei risparmitori, riciclare il denaro sporco senza conseguenze (eccetto per multe che fanno sorridere), facilitare l’evasione fiscale e strozzare l’economia sia nazionale che internazionale per il loro bisogno di liquiditá. A questo punto, ad esempio, é ancora impensabile che ad una banca avente sede nei paradisi fiscali possa essere ritirata la licenza di operare negli

Usa.
Con l’ordine esecutivo 11110, il presidente Kennedy voleva eliminare la Fed e riportare l’economia americana sotto il controllo del Ministero del Tesoro. L’ordine prevedeva che la Fed non potesse piú stampare e prestare soldi al Governo. In quel periodo il Tesoro mise in circolazione oltre 4.000 miliardi di dollari in banconote – garantite con l’equivalente in argento – indicate come “United States Note” ed intese a sostituire le “Federal Reserve Note”. Con l’assassinio di JFK le banconote del Tesoro da 2 e 5 dollari vennero tutte ritirate in meno

di 5 mesi (quelle da 10 e 20 non fecero in tempo ad essere messe in circolazione).
Secondo una teoria del complotto, dietro l’assassinio di JFK vi erano le banche contrarie all’ordine esecutivo 11110. Come prova viene citato il fatto che della Commissione Warren (dal nome del giudice federale Earl Warren, che la presediava), incaricata di investigare l’assassinio di JFK, faceva parte John J. McCloy, ex presidente della Chase Manhattan Bank (1953-60) e prima ancora presidente della World Bank.
Cosa aveva a che fare un banchiere con una commissione investigative che, tra l’altro, fu molto criticata? Fanno notare i dietrologi.
(*Alcuni economisti tuttora disputano la natura privata della Fed…)

La “United States Note” da 5 dollari emessa dal Ministero del Tesoro e ritirata subito dopo l’assassinio di JFK

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