11 dicembre 2013

Quale futuro per i siti siciliani della STMicroelectronics?

Quale futuro per i siti siciliani della STMicroelectronics?:
Oggi, per lo stabilimento catanese della STMicroelectronics, potrebbe davvero essere il ‘giorno della verità’. In mattinata infatti è previsto a Roma l’incontro delle delegazioni sindacali con il governo al ministero dello Sviluppo economico per discutere della delicata questione dell’azienda italo-francese controllata per il 27% dal Ministero dell’Economia e delle Finanze e che a Catania rappresenta l’azienda leader dell’Etna Valley.
Intanto, sull’annoso argomento in questione, nelle ultime settimane, non sono mancati a colpi di ‘forti’dichiarazioni, gli interventi di diversi esponenti politici siciliani. E di tutti i ‘colori’ politici.
Così, oltre ai tanti parlamentari regionali quali ad esempio Lino Leanza per Articolo 4, Salvo Pogliese per Forza Italia, gli interventi di Sel, fra i primi ad ‘alzare la voce’ per tutelare il sito etneo dell’Stm, e quelli del Senatore Beppe Lumia, vanno anche registrate, in ordine di tempo, le parole di esponenti del M5S e del Pd.
Nello specifico primo caso e’ stato il parlamentare a 5 Stelle, Tommaso Curro’, a sottolineare che oggi sara’ “presente all’incontro. Ascolterò -afferma- le ragioni del rappresentante del governo e farò valere le mie ragioni sul merito di questa operazione. La ST non si svende, non si ipoteca, non si mette a copertura delle politiche emergenziali di un paese che non sa quale indirizzo dare alle proprie prospettive di sviluppo industriale. Io farò la mia parte – tuona infine Curro’- per dovere verso i miei colleghi e per rispetto della serietà con cui intendo portare avanti il mio mandato in parlamento”.
Nel Pd, invece, il deputato nazionale Giovanni Burtone, ha presentato proprio ieri “una interrogazione parlamentare con risposta in Commissione al ministro dello sviluppo economico per chiedere un concreto intervento del Governo che rassicuri i lavoratori della STMicroelectronics di Catania rispetto alle notizie che si sono diffuse in merito ad una gestione delle azioni, attualmente detenute dal Tesoro, a privati o addirittura al governo francese. Il governo – conclude Burtone- fronteggi questa situazione evitando questo rischio, rassicurando che sul dito etneo permanga la massima attenzione e il massimo impegno”.
Secondo, infine, le parlamentari del Pd, Concetta Raia, Ars, e Luisa Albanella, Camera dei Deputati, in vista dell’incontro romano odierno “e’ fondamentale la presenza del presidente Crocetta o dell’Assessore al ramo perché c’è in gioco la difesa di un importantissimo sito produttivo così come, del resto, la Regione Lombardia non è mai assente quando si tratta di difendere le aziende del proprio territorio”.
“In Sicilia, nei due stabilimenti della STM di Palermo e Catania – ricordano- lavorano circa 4 mila addetti: a Catania sono 3.900, di cui 1.150 operai. Circa 2.200 lavorano nella produzione e nel testing con una percentuale di laureati di circa il 56%; l’indotto coinvolge circa un migliaio di addetti”. “La situazione attuale – concludono Raia e Albanella con quest’ultima che come Burtone ha presentato una interrogazione parlamentare- è già critica e con la privatizzazione si aprirebbe la strada a possibili processi di ristrutturazioni aziendali ed il sito catanese certamente non può permetterselo, sarebbe un disastro”.
(foto archivio lavoratori St Catania) 

Nessun commento:

Posta un commento