Il governo affossa la compensazione con il "visto di conformità": I debiti me li paghi subito, i crediti te li pago solo se te li certifica qualcuno (a pagamento). Il Governo delle larghe intese strombazza ai quattro venti di voler aiutare le imprese ma nei fatti opera nella direzione opposta continuando ad appesantire gli adempimenti burocratici e riducendo le risorse finanziarie! Nella Legge di Stabilità, art 17 comma 1, infatti si estende l'obbligo del "visto di conformità", già previsto in materia IVA per l'utilizzo in compensazione di crediti superiori a 15.000 euro, anche ai crediti relativi all'imposta sulle società, all'imposta sulle persone fisiche e all'imposta regionale sulle attività produttive, oltre che alle imposte sostitutive, ove il contribuente parimenti intenda utilizzarli in compensazione.Ovvero chi ha un credito verso lo Stato superiore ai 15 mila euro non può subito compensarlo con eventuali debiti IRAP o di versamento Ritenute di Acconto, ma deve prima presentare all'Agenzia dell'Entrate la dichiarazione "vistata" da un centro CAF, o professionista abilitato, che ovviamente avrà un suo costo. Siamo di fronte ad un'evidente limitazione del diritto di compensazione, appesantiamo piuttosto che alleggerire gli adempimenti che le imprese devono svolgere negli ordinati rapporti con l'Agenzia delle Entrate. Inoltre al comma 4 dello stesso art. 17, si prevede una riduzione fino al 15% dei crediti agevolativi - e di conseguenza, del complessivo credito d'imposta esposto in dichiarazione - tra i quali il credito riconosciuto sugli acquisti di beni strumentali, quello a favore delle PMI per la ricerca scientifica, quello a favore delle imprese che finanziano progetti di ricerca, in Università ovvero enti pubblici di ricerca, ecc. (vedi immagini allegate)Ma non dovevamo aiutare le imprese?
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