Poco fa leggevo sul Il Post il programma del Movimento 5 Stelle. La parte sui media, che è quella che mi interessa di più, è un mix di posizioni condivisibili (per esempio l’eliminazione dei contributi pubblici per il finanziamento delle testate giornalistiche) e di ciclopiche sciocchezze. Vediamo i punti che riguardano la rete:
• Cittadinanza digitale per nascita, accesso alla rete gratuito per ogni cittadino italianoEpperchè mai? Anche riferendosi al tema dei diritti l’acqua pubblica si paga, l’adsl no? Populismo digitale.
• Copertura completa dell’ADSL a livello di territorio nazionale -OK
• Statalizzazione della dorsale telefonica, con il suo riacquisto a prezzo di costo da Telecom Italia, e l’impegno da parte dello Stato di fornire gli stessi servizi a prezzi competitivi ad ogni operatore telefonicoIl tema della separazione della rete è un tema attualissimo, ma “statalizzarla” è una idea balzana, la strada dovrebbe essere invece quella di creare una società terza a capitale misto che si occupi di gestirla. Sul modello di Open Reach. Per farlo è necessario un governo forte.
• Introduzione dei ripetitori Wimax per l’accesso mobile e diffuso alla ReteIl Wimax è morto. Gli standard tecnologici non dovrebbero essere materia di dissertazione politica. La politica dovrebbe indicare cosa fare senza suggerire come farlo.
• Allineamento immediato delle tariffe di connessione a Internet e telefoniche a quelle europeeMeglio di no, le tariffe europee sono mediamente più alte di quelle italiane.
• Riduzione del tempo di decorrenza della proprietà intellettuale a 20 anniDetta così è una frase senza senso. La proprietà intellettuale interessa temi complicati e molto vari (dal copyright ai marchi) la maggioranza dei quali (se non si è la Cina) non possono essere regolati in ambito nazionale. Che il copyright in tempi digitali debba accorciarsi non c’è dubbio (se questo era il messaggio) ma una frase del genere non significa nulla.
• Abolizione della legge Urbani sul copyrightOK
Nessun commento:
Posta un commento