28 marzo 2012

Mediaset “silura” Emilio Fede

Mediaset “silura” Emilio Fede:

Il direttore lascia l’azienda e il Tg4 dopo 20 anni. Al suo posto Giovanni Toti. L’azienda: “non è andata a buon fine la risoluzione consensuale, adesso rinnovamento”


Emilio Fede
Un autentico Terremoto a Mediaset: dopo venti anni di direzione Emilio Fede lascia il Tg4 e, soprattutto, l’azienda. In una nota, Mediaset annuncia che «Emilio Fede lascia l’azienda» e che Giovanni Toti, direttore di Studio Aperto, «è il nuovo direttore designato» della testata.
Eloquente il comunicato di Mediaset. «In una logica di rinnovamento editoriale della testata, cambia la direzione del Tg4», continua Mediaset nella nota. «Dopo una trattativa per la risoluzione consensuale del rapporto di lavoro non approdata a buon fine, Emilio Fede lascia l’azienda. Mediaset lo ringrazia per il lavoro svolto in tanti anni di collaborazione e per il contributo assicurato alla nascita dell’informazione del Gruppo. Giovanni Toti, direttore responsabile di Studio Aperto – conclude la nota – è il nuovo direttore designato del Tg4».
Dalle cene e le feste di Arcore all’ultimo scandalo sono stati mesi difficilissimi per Fede la cui credibilità ha subito colpi importanti. Nei giorni scorsi la procura di Roma aveva aperto un fascicolo a partire da un esposto arrivato alla Guardia di Finanza, in cui si sosteneva che Fede avrebbe tentato di depositare presso una banca svizzera 2,5 milioni di euro in contanti, ma l’istituto a cui si è rivolto avrebbe rifiutato il versamento. Una storia che Fede aveva smentito con energia: «È una balla colossale, un complotto contro di me».
Tutto nasce da un esposto anonimo arrivato alla compagnia di Como della guardia di finanza. Nella denuncia si afferma che Fede ha cercato di versare sul conto di Lugano denaro in contanti che non sarebbe stato accettato dall’istituto di credito per «carenza di idonea documentazione». In pratica, la provenienza dei soldi non era chiara. Nell’esposto viene fornita anche una serie di particolari del viaggio fatto dal giornalista, compresa la targa dell’auto utilizzata per raggiungere la Svizzera.
Dopo alcune verifiche preliminari per accertare se vi fossero elementi per proseguire l’indagine, i militari delle fiamme gialle hanno girato l’esposto alla procura di Roma, che ha aperto un’inchiesta. Toccherà ora ai magistrati verificare la fondatezza della segnalazione. Al momento il procuratore aggiunto Giancarlo Capaldo ha aperto un fascicolo contro ignoti configurando il reato di riciclaggio e nei prossimi giorni convocherà Emilio Fede, che dovrà fornire la sua versione dei fatti. Intanto contrattacca: «E’ tutto falso, frutto di una precisa strategia costruita a tavolino. Sono vittima di un complotto, che mi fa paura».
Secondo il direttore esisteva «un preciso disegno» per screditarlo, peraltro maldestro: «Se io avessi davvero fatto una cosa del genere sarei uno sprovveduto, uno stupido. In un momento in cui sono già indagato, e quindi sotto la lente di ingrandimento, non trovo di meglio da far che recarmi in Svizzera con una cifra considerevole di soldi. Se proprio volevo andare a depositare denaro all’estero facevo prima a recarmi a Montecarlo senza attraversare i controlli. Invece che faccio? Vado in Svizzera dove sono indagato».
Perentoria la conclusione di Fede: «Qualcuno ha agito contro di me, si torna alla carica per mettermi in difficoltà e convincermi a lasciare la direzione del Tg4. E’ un falso che per me ha nome e cognome». Al momento il procuratore aggiunto Giancarlo Capaldo ha aperto un fascicolo contro ignoti configurando il reato di riciclaggio e nei prossimi giorni convocherà Fede, che dovrà fornire la sua versione dei fatti. Intanto contrattacca: «E’ tutto falso, frutto di una precisa strategia costruita a tavolino. Sono vittima di un complotto, che mi fa paura». Poi oggi, 28 marzo dopo 20 anni da ditrettore del Tg4 l’addio.

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