Il Parlamento dei cittadini:
"Dunque prendiamo atto che una parte del popolo entrerà in parlamento unico caso nella storia parlamentare. Fino ad oggi il popolo delegava gli elettori, gli elettori delegavano gli "onorevoli", che a loro volta delegavano i governi, i governi infine delegavano le cosche. Ora, semplicemente ogni provvedimento potrà essere varato solo se la parte di popolo che siede in Parlamento potrà verificare che non si tratti di truffe, non si tratti di leggi incomprensibili o ad personam e soprattutto non scorrano tangenti sotterranee etc etc etc. Per fortuna Beppe Grillo rimane fuori e osserva, e se qualcunio osa diventare un onorevole, probabilmente lo invita gentilmente ad andarsene." Silvano Agosti, regista e sceneggiatore
26 febbraio 2013
Correva l'anno 2009...
Correva l'anno 2009...:
Piero Fassino: “Se Grillo vuole far politica fondi un partito, metta in piedi un'organizzazione, si presenti alle elezioni e vediamo quanti voti prende. Perché non lo fa?”
Fatto!
Piero Fassino: “Se Grillo vuole far politica fondi un partito, metta in piedi un'organizzazione, si presenti alle elezioni e vediamo quanti voti prende. Perché non lo fa?”
Fatto!
Dopo il boom alle Politiche, i grillini puntano a palazzo degli Elefanti
Dopo il boom alle Politiche, i grillini puntano a palazzo degli Elefanti:
Neanche il tempo di gustare il dolce sapore del trionfo, il MoVimento Cinque Stelle di Catania pensa già al prossimo appuntamento elettorale, fissando il nuovo obiettivo: le Comunali di maggio e, dunque, la conquista di palazzo degli Elefanti.
I numeri del resto parlano fin troppo chiaro: nel capoluogo etneo, il movimento di Grillo e Casaleggio è il più votato alla Camera con il 31,84. Alle sue spalle regge il Pdl con il 31.18%. Il partito di Berlusconi si ‘consola’ poi confermandosi come la forza più votata al Senato con il 31.82%, precedendo proprio i grillini che ottengono il 28.51%.
Da segnalare, poi, la debacle del Pds-Mpa di Raffaele Lombardo che passa dal 20 per cento conquistato alle Comunali del 2005 al misero 2% raggranellato nell’ultima tornata elettorale. Come non considerare ancora i magri risultati di Fratelli d’Italia, il partito del sindaco Raffaele Stancanelli, e de La Destra di Nello Musumeci, che sfiorò il ballottaggio nel 2008. Non se la passa meglio di certo il Partito democratico di Enzo Bianco e Giuseppe Berretta, entrambi candidati alla successione di Stancanelli. I Dem si fermano infatti poco oltre il 15%, non riuscendo dunque a sfruttare l’onda lunga del successo di Rosario Crocetta alle ultime elezioni Regionali. Crolla anche l’Udc, al momento il gruppo consiliare più numeroso a palazzo degli Elefanti, che raccoglie poco più del 2%, segno che non hanno pagato i recenti ingressi di alcuni maggiorenti del Pds-Mpa, tra cui l’ex segretario regionale Giovanni Pistorio. Raso al suolo anche Futuro e Libertà di Puccio La Rosa.
Come si vede le Politiche consegnano un cumulo di macerie e disegnano un quadro politico cittadino profondamente mutato, che condizionerà sicuramente l’esito delle Comunali di maggio. I grillini premiati dalle urne sono al settimo cielo e sono pronti a giocare un ruolo da protagonisti anche nella corsa a palazzo degli Elefanti. Per la poltrona di sindaco, i grillini punterebbero su un candidato donna.
“Il M5S con oltre il 30% dei voti – si legge in una nota del Movimento – si conferma il primo partito in Sicilia, diventandone lo zoccolo duro. Già a metà pomeriggio i numeri parlavano chiaro: chi voleva eliminare la casta ha dato fiducia al Movimento 5 Stelle, ottenendo il giusto riconoscimento di un lavoro fatto sul territorio in maniera capillare tra mille difficoltà economiche e logistiche”.
I grillini sottolineano inoltre che “l’elettore siciliano non ha dato assolutamente fiducia, a liste fantasma, fasulle, riciclate, premiando la novità del movimento sia come espressione politica che come rivelazione di facce nuove, pulite, di gente normale”.
“Anche a Catania il Movimento 5 Stelle – si legge ancora nella nota – è il vero vincitore di queste elezioni, superando i risultati già apprezzabili delle Regionali attingendo sia a destra che a sinistra, dando quel segnale definitivo che la gestione del comune di Catania deve passare ai cittadini e non rimanere ancora stritolato tra questa compagine politica che lo ha portato al collasso. Il voto cittadino quindi scompagina gli scenari che si stavano preraffigurando per il voto delle amministrative. Ma il Movimento5S, forte di questo grossissimo successo elettorale, non si lascerà intimorire, scendendo – conclude la nota – di nuovo tra la gente per invitarli al governo della città”.
Neanche il tempo di gustare il dolce sapore del trionfo, il MoVimento Cinque Stelle di Catania pensa già al prossimo appuntamento elettorale, fissando il nuovo obiettivo: le Comunali di maggio e, dunque, la conquista di palazzo degli Elefanti.
I numeri del resto parlano fin troppo chiaro: nel capoluogo etneo, il movimento di Grillo e Casaleggio è il più votato alla Camera con il 31,84. Alle sue spalle regge il Pdl con il 31.18%. Il partito di Berlusconi si ‘consola’ poi confermandosi come la forza più votata al Senato con il 31.82%, precedendo proprio i grillini che ottengono il 28.51%.
Da segnalare, poi, la debacle del Pds-Mpa di Raffaele Lombardo che passa dal 20 per cento conquistato alle Comunali del 2005 al misero 2% raggranellato nell’ultima tornata elettorale. Come non considerare ancora i magri risultati di Fratelli d’Italia, il partito del sindaco Raffaele Stancanelli, e de La Destra di Nello Musumeci, che sfiorò il ballottaggio nel 2008. Non se la passa meglio di certo il Partito democratico di Enzo Bianco e Giuseppe Berretta, entrambi candidati alla successione di Stancanelli. I Dem si fermano infatti poco oltre il 15%, non riuscendo dunque a sfruttare l’onda lunga del successo di Rosario Crocetta alle ultime elezioni Regionali. Crolla anche l’Udc, al momento il gruppo consiliare più numeroso a palazzo degli Elefanti, che raccoglie poco più del 2%, segno che non hanno pagato i recenti ingressi di alcuni maggiorenti del Pds-Mpa, tra cui l’ex segretario regionale Giovanni Pistorio. Raso al suolo anche Futuro e Libertà di Puccio La Rosa.
Come si vede le Politiche consegnano un cumulo di macerie e disegnano un quadro politico cittadino profondamente mutato, che condizionerà sicuramente l’esito delle Comunali di maggio. I grillini premiati dalle urne sono al settimo cielo e sono pronti a giocare un ruolo da protagonisti anche nella corsa a palazzo degli Elefanti. Per la poltrona di sindaco, i grillini punterebbero su un candidato donna.
“Il M5S con oltre il 30% dei voti – si legge in una nota del Movimento – si conferma il primo partito in Sicilia, diventandone lo zoccolo duro. Già a metà pomeriggio i numeri parlavano chiaro: chi voleva eliminare la casta ha dato fiducia al Movimento 5 Stelle, ottenendo il giusto riconoscimento di un lavoro fatto sul territorio in maniera capillare tra mille difficoltà economiche e logistiche”.
I grillini sottolineano inoltre che “l’elettore siciliano non ha dato assolutamente fiducia, a liste fantasma, fasulle, riciclate, premiando la novità del movimento sia come espressione politica che come rivelazione di facce nuove, pulite, di gente normale”.
“Anche a Catania il Movimento 5 Stelle – si legge ancora nella nota – è il vero vincitore di queste elezioni, superando i risultati già apprezzabili delle Regionali attingendo sia a destra che a sinistra, dando quel segnale definitivo che la gestione del comune di Catania deve passare ai cittadini e non rimanere ancora stritolato tra questa compagine politica che lo ha portato al collasso. Il voto cittadino quindi scompagina gli scenari che si stavano preraffigurando per il voto delle amministrative. Ma il Movimento5S, forte di questo grossissimo successo elettorale, non si lascerà intimorire, scendendo – conclude la nota – di nuovo tra la gente per invitarli al governo della città”.
Gli italiani non votano mai a caso
Gli italiani non votano mai a caso:
Gli italiani non votano a caso, queste elezioni lo hanno ribadito, scelgono chi li rappresenta. In Italia ci sono due blocchi sociali. Il primo, che chiameremo blocco A, è fatto da milioni di giovani senza un futuro, con un lavoro precario o disoccupati, spesso laureati, che sentono di vivere sotto una cappa, sotto un cielo plumbeo come quello di Venere. Questi ragazzi cercano una via di uscita, vogliono diventare loro stessi istituzioni, rovesciare il tavolo, costruire una Nuova Italia sulle macerie. A questo blocco appartengono anche gli esclusi, gli esodati, coloro che percepiscono una pensione da fame e i piccoli e medi imprenditori che vivono sotto un regime di polizia fiscale e chiudono e, se presi dalla disperazione, si suicidano. Il secondo blocco sociale, il blocco B, è costituito da chi vuole mantenere lo status quo, da tutti coloro che hanno attraversato la crisi iniziata dal 2008 più o meno indenni, mantenendo lo stesso potere d'acquisto, da una gran parte di dipendenti statali, da chi ha una pensione superiore ai 5000 euro lordi mensili, dagli evasori, dalla immane cerchia di chi vive di politica attraverso municipalizzate, concessionarie e partecipate dallo Stato. L'esistenza di questi due blocchi ha creato un'asimmetria sociale, ci sono due società che convivono senza comunicare tra loro. Il gruppo A vuole un rinnovamento, il gruppo B la continuità. Il gruppo A non ha nulla da perdere, i giovani non pagano l'IMU perché non hanno una casa, e non avranno mai una pensione. Il gruppo B non vuole mollare nulla, ha spesso due case, un discreto conto corrente, e una buona pensione o la sicurezza di un posto di lavoro pubblico. Si profila a grandi linee uno scontro generazionale, nel quale al posto delle classi c'è l'età. Chi fa parte del gruppo A ha votato in generale per il M5S, chi fa parte del gruppo B per il Pld o il pdmenoelle. Non c'è nessuno scandalo in questo voto. E' però un voto di transizione. Le giovani generazioni stanno sopportando il peso del presente senza avere alcun futuro e non si può pensare che lo faranno ancora per molto. Ogni mese lo Stato deve pagare 19 milioni di pensioni e 4 milioni di stipendi pubblici. Questo peso è insostenibile, è un dato di fatto, lo status quo è insostenibile, è possibile alimentarlo solo con nuove tasse e con nuovo debito pubblico, i cui interessi sono pagati anch'essi dalle tasse. E' una macchina infernale che sta prosciugando le risorse del Paese. Va sostituita con un reddito di cittadinanza.
Nei prossimi giorni assisteremo a una riedizione del governo Monti con un altro Monti. L'ammucchiata Alfano, Bersani, Casini, come prima delle elezioni. Il M5S non si allea con nessuno come ha sempre dichiarato, lo dirò a Napolitano quando farà il solito giro di consultazioni. Il candidato presidente della Repubblica del M5S sarà deciso dagli iscritti al M5S attraverso un voto on line. Passo e chiudo. Sta arrivando la primavera. Ripeto: sta arrivando la primavera.
Massimo Fini a LaCosa
(17:37)
(17:37)
Gli italiani non votano a caso, queste elezioni lo hanno ribadito, scelgono chi li rappresenta. In Italia ci sono due blocchi sociali. Il primo, che chiameremo blocco A, è fatto da milioni di giovani senza un futuro, con un lavoro precario o disoccupati, spesso laureati, che sentono di vivere sotto una cappa, sotto un cielo plumbeo come quello di Venere. Questi ragazzi cercano una via di uscita, vogliono diventare loro stessi istituzioni, rovesciare il tavolo, costruire una Nuova Italia sulle macerie. A questo blocco appartengono anche gli esclusi, gli esodati, coloro che percepiscono una pensione da fame e i piccoli e medi imprenditori che vivono sotto un regime di polizia fiscale e chiudono e, se presi dalla disperazione, si suicidano. Il secondo blocco sociale, il blocco B, è costituito da chi vuole mantenere lo status quo, da tutti coloro che hanno attraversato la crisi iniziata dal 2008 più o meno indenni, mantenendo lo stesso potere d'acquisto, da una gran parte di dipendenti statali, da chi ha una pensione superiore ai 5000 euro lordi mensili, dagli evasori, dalla immane cerchia di chi vive di politica attraverso municipalizzate, concessionarie e partecipate dallo Stato. L'esistenza di questi due blocchi ha creato un'asimmetria sociale, ci sono due società che convivono senza comunicare tra loro. Il gruppo A vuole un rinnovamento, il gruppo B la continuità. Il gruppo A non ha nulla da perdere, i giovani non pagano l'IMU perché non hanno una casa, e non avranno mai una pensione. Il gruppo B non vuole mollare nulla, ha spesso due case, un discreto conto corrente, e una buona pensione o la sicurezza di un posto di lavoro pubblico. Si profila a grandi linee uno scontro generazionale, nel quale al posto delle classi c'è l'età. Chi fa parte del gruppo A ha votato in generale per il M5S, chi fa parte del gruppo B per il Pld o il pdmenoelle. Non c'è nessuno scandalo in questo voto. E' però un voto di transizione. Le giovani generazioni stanno sopportando il peso del presente senza avere alcun futuro e non si può pensare che lo faranno ancora per molto. Ogni mese lo Stato deve pagare 19 milioni di pensioni e 4 milioni di stipendi pubblici. Questo peso è insostenibile, è un dato di fatto, lo status quo è insostenibile, è possibile alimentarlo solo con nuove tasse e con nuovo debito pubblico, i cui interessi sono pagati anch'essi dalle tasse. E' una macchina infernale che sta prosciugando le risorse del Paese. Va sostituita con un reddito di cittadinanza.
Nei prossimi giorni assisteremo a una riedizione del governo Monti con un altro Monti. L'ammucchiata Alfano, Bersani, Casini, come prima delle elezioni. Il M5S non si allea con nessuno come ha sempre dichiarato, lo dirò a Napolitano quando farà il solito giro di consultazioni. Il candidato presidente della Repubblica del M5S sarà deciso dagli iscritti al M5S attraverso un voto on line. Passo e chiudo. Sta arrivando la primavera. Ripeto: sta arrivando la primavera.
Camera Sicilia 2, Tabacci eletto nella circoscrizione orientale
Camera Sicilia 2, Tabacci eletto nella circoscrizione orientale:
A sorpresa lo 0,93% totalizzato da Centro democratico, la lista dell’ex assessore comunale al Bilancio di Milano, Bruno Tabacci, porta in casa Cd un seggio. Che andrà proprio al leader.
Anche in Sicilia orientale per effetto del premio di maggioranza scattato alla Camera, per dieci candidati del Pd si aprono le porte di Montecitorio. Si tratta di Flavia Piccoli Nardelli, Giuseppe Beretta, Francantonio Genovese, Giuseppe Lauricella, Fausto Raciti, Giuseppe Zappulla, Maria Greco, Luisella Albanella, Maria Gullo, Giovanni Burtone.
Sei i deputati grillini: Giulia Grillo, Tommaso Currò, Maria Marzana, Marialucia Lorefice, Francesco D’Uva, Gianluca Rizzo, Alessio Villarosa.
Sei anche nel Popolo delle Libertà dove il capolista ed ex ministero degli esteri Antonio Martino ritorna in Parlamento insieme a Stefania Prestigiacomo, Giuseppe Castiglione, Antonino Minardo, Basilio Catanoso e Vincenzo Garofalo.
Un seggio per Sel per Laura Boldrini che potrebbe rinunciare in favore di Sofia Martino.
Scelta Civica con Monti elegge l’ex assessore regionale ai Trasporti, Andrea Vecchio. Per l’Udc il seggio è quello di Gianpiero D’alia che in caso probabile di rinuncia cederà il passo a Giovanni Pistorio primo dei non eletti.
A sorpresa lo 0,93% totalizzato da Centro democratico, la lista dell’ex assessore comunale al Bilancio di Milano, Bruno Tabacci, porta in casa Cd un seggio. Che andrà proprio al leader.
Anche in Sicilia orientale per effetto del premio di maggioranza scattato alla Camera, per dieci candidati del Pd si aprono le porte di Montecitorio. Si tratta di Flavia Piccoli Nardelli, Giuseppe Beretta, Francantonio Genovese, Giuseppe Lauricella, Fausto Raciti, Giuseppe Zappulla, Maria Greco, Luisella Albanella, Maria Gullo, Giovanni Burtone.
Sei i deputati grillini: Giulia Grillo, Tommaso Currò, Maria Marzana, Marialucia Lorefice, Francesco D’Uva, Gianluca Rizzo, Alessio Villarosa.
Sei anche nel Popolo delle Libertà dove il capolista ed ex ministero degli esteri Antonio Martino ritorna in Parlamento insieme a Stefania Prestigiacomo, Giuseppe Castiglione, Antonino Minardo, Basilio Catanoso e Vincenzo Garofalo.
Un seggio per Sel per Laura Boldrini che potrebbe rinunciare in favore di Sofia Martino.
Scelta Civica con Monti elegge l’ex assessore regionale ai Trasporti, Andrea Vecchio. Per l’Udc il seggio è quello di Gianpiero D’alia che in caso probabile di rinuncia cederà il passo a Giovanni Pistorio primo dei non eletti.
Camera Sicilia 1, il Pd fa il pieno Ma per il premio di maggioranza
Camera Sicilia 1, il Pd fa il pieno Ma per il premio di maggioranza:
A fare il pieno di deputati, nonostante il risicatissimo vantaggio di 0,37 punti percentuali, è il Pd che alla Camera ha ottenuto il premio di maggioranza e incassato 340 seggi. Che portano in Sicilia venti deputati. Tanti, infatti, sono i seggi scattati nelle due circoscrizioni siciliane nonostante il risultato finale in termini di voti assoluti e di percentuali di consensi nell’Isola abbia premiato il centrodestra anche a Montecitorio. Succede così che gli eletti siciliani del partito democratico nella Sicilia Occidentale siano una pattuglia di dieci candidati guidati dal segretario nazionale Pier Luigi Bersani (che potrebbe rinunciare al seggio siciliano), Magda Culotta, Angelo Capodicasa, Luigi Taranto, Marco Causi, Davide Faraone, Daniela Cardinale, Teresa Piccione, Francesco Ribaudo, Antonino Moscati. In caso di rinuncia di Bersani entrerebbe a Montecitorio anche Maria Jacono.
Sei i deputati del Movimento 5 Stelle dove il capolista è Riccardo Nuti, già candidato a sindaco di Palermo, autore in quella occasione di una performance personale di tutto rispetto e che aveva saltato il confronto con le urne regionali diventando adesso deputato. Fra i grillini si fregeranno del titolo di onorevole anche Giulia Di Vita, Chiara Di Benedetto, Loredana Lupo, Azzurra Cancelleri, Claudia Mannino. Sei i deputati eletti del Popolo delle Libertà: il segretario Angelino Alfano, il leader di Pid-cantiere popolare Saverio Romano, Dore Misuraca, Gabriella Giammanco, Alessandro Pagano, Riccardo Gallo Afflitto. Scatta un seggio anche a Sel, con un posto a Montecitorio per Laura Boldrini, capolista sia alla Camera Sicilia 1 che in Sicilia 2 ed anche nelle Marche. Appare chiaro dunque che Erasmo Palazzotto o Sofia Martino potrebbero godere della sua rinuncia. Unica deputata eletta per la Scelta Civica con Monti è la capolista Gea Schirò Planeta. Mentre è costretto a restare in Sicilia l’ex presidente di Confindustria, Ettore Artioli che non centra il risultato previsto. Scatta un seggio, sia in Sicilia 1 che in Sicilia 2, anche per l’Udc, partito dato fortemente in bilico fino a tarda notte ieri e che vede l’elezione del segretario regionale, Gianpiero D’Alia anche lui chiamato alla scelta fra le due circoscrizioni. Ma sembrerebbe “ragionevole” anche in vista delle elezioni amministrative praticamente alle porte che D’Alia scelga il seggio della Sicilia Occidentale per dare spazio all’elezione di Giovanni Pistorio in Sicilia Orientale.
A fare il pieno di deputati, nonostante il risicatissimo vantaggio di 0,37 punti percentuali, è il Pd che alla Camera ha ottenuto il premio di maggioranza e incassato 340 seggi. Che portano in Sicilia venti deputati. Tanti, infatti, sono i seggi scattati nelle due circoscrizioni siciliane nonostante il risultato finale in termini di voti assoluti e di percentuali di consensi nell’Isola abbia premiato il centrodestra anche a Montecitorio. Succede così che gli eletti siciliani del partito democratico nella Sicilia Occidentale siano una pattuglia di dieci candidati guidati dal segretario nazionale Pier Luigi Bersani (che potrebbe rinunciare al seggio siciliano), Magda Culotta, Angelo Capodicasa, Luigi Taranto, Marco Causi, Davide Faraone, Daniela Cardinale, Teresa Piccione, Francesco Ribaudo, Antonino Moscati. In caso di rinuncia di Bersani entrerebbe a Montecitorio anche Maria Jacono.
Sei i deputati del Movimento 5 Stelle dove il capolista è Riccardo Nuti, già candidato a sindaco di Palermo, autore in quella occasione di una performance personale di tutto rispetto e che aveva saltato il confronto con le urne regionali diventando adesso deputato. Fra i grillini si fregeranno del titolo di onorevole anche Giulia Di Vita, Chiara Di Benedetto, Loredana Lupo, Azzurra Cancelleri, Claudia Mannino. Sei i deputati eletti del Popolo delle Libertà: il segretario Angelino Alfano, il leader di Pid-cantiere popolare Saverio Romano, Dore Misuraca, Gabriella Giammanco, Alessandro Pagano, Riccardo Gallo Afflitto. Scatta un seggio anche a Sel, con un posto a Montecitorio per Laura Boldrini, capolista sia alla Camera Sicilia 1 che in Sicilia 2 ed anche nelle Marche. Appare chiaro dunque che Erasmo Palazzotto o Sofia Martino potrebbero godere della sua rinuncia. Unica deputata eletta per la Scelta Civica con Monti è la capolista Gea Schirò Planeta. Mentre è costretto a restare in Sicilia l’ex presidente di Confindustria, Ettore Artioli che non centra il risultato previsto. Scatta un seggio, sia in Sicilia 1 che in Sicilia 2, anche per l’Udc, partito dato fortemente in bilico fino a tarda notte ieri e che vede l’elezione del segretario regionale, Gianpiero D’Alia anche lui chiamato alla scelta fra le due circoscrizioni. Ma sembrerebbe “ragionevole” anche in vista delle elezioni amministrative praticamente alle porte che D’Alia scelga il seggio della Sicilia Occidentale per dare spazio all’elezione di Giovanni Pistorio in Sicilia Orientale.
Sicilia, ecco i deputati che entrano a Montecitorio
Sicilia, ecco i deputati che entrano a Montecitorio:
Ecco i dati definitivi degli eletti alla Camera dei Deputati e al Senato della Repubblica.
Camera Sicilia 1 Occidentale
Movimento Cinque Stelle: Riccardo Nuti, Giulia Di Vita, Chiara Di Benedetto, Loredana Lupo, Azzurra Cancelleri, Claudia Mannino.
Pdl: Angelino Alfano, Saverio Romano, Dore Misuraca, Gabriella Giammanco, Alessandro Pagano, Riccardo Gallo Afflitto.
Partito Democratico: Pier Luigi Bersani, Magda Culotta, Angelo Capodicasa, Luigi Taranto, Marco Causi, Davide Faraone, Daniela Cardinale, Teresa Piccione, Francesco Ribaudo, Antonino Moscati.
Sel: Laura Boldrini (Erasmo Palazzotto, primo dei non eletti).
Scelta Civica con Monti: Gea Schirò Planeta.
Udc: Gianpiero D’Alia (Ferdinando Adornato primo dei non eletti).
Camera Sicilia 2 Orientale
M5S: Giulia Grillo, Tommaso Currò, Maria Marzana, Marialucia Lorefice, Francesco D’Uva, Gianluca Rizzo, Alessio Villarosa.
Pdl: Antonio Martino, Stefania Prestigiacomo, Giuseppe Castiglione, Antonino Minardo, Basilio Catanoso, Vincenzo Garofalo.
Pd: Flavia Piccoli Nardelli, Giuseppe Beretta, Francantonio Genovese, Giuseppe Lauricella, Fausto Raciti, Giuseppe Zappulla, Maria Greco, Luisella Albanella, Maria Gullo, Giovanni Burtone.
Sel:Laura Boldrini (Sofia Martino, prima dei non eletti).
Scelta Civica con Monti: Andrea Vecchio.
Udc: Gianpiero D’Alia (Giovanni Pistorio, primo dei non eletti).
Centro Democratico: Bruno Tabacci.
Senato
PdL: Silvio Berlusconi, Renato Schifani, Simona Vicari, Giuseppe Marinello, Vincenzo Gibiino, Antonio D’Alì, Giuseppe Ruvolo, Antonio Scavone (Pds-Mpa, eletto con diritto di tribuna), Mario Ferrara, Bruno Mancuso, Salvo Torrisi, Francesco Scoma, Bruno Alicata, Giuseppe Pagano (Marcello Gualdani, primo dei non eletti).
M5S: Francesco Campanella, Mario Giarrusso, Vincenzo Santangelo, Nunzia Catalfo, Fabrizio Bocchino, Ornella Bertorotta.
Pd: Corradino Mineo, Pamela Orrù, Venera Padua, Amedeo Bianco.
Il Megafono: Giuseppe Lumia.
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