link al comunicato
Salve, qui è Anonymous…
Questo messaggio è uno sfogo, nei
confronti dell'Italia stessa… e di chi crede ancora che Anonymous possa
far parte di un partito politico.
Nelle ultime ore, alcuni
"esponenti" politici, che si rivedono in Anonymous, hanno pensato di
attaccare le mail del Movimento 5 Stelle, creando così un tam tam
informatico completamente finto!
Abbiamo potuto indagare su
questo caso, e abbiamo scoperto che si tratta di una "crew"… Una delle
tante piccole "bande di teppisti" della rete, che si vogliono far
chiamare Anonymous solo per fare successo.
Anonymous stesso NEGA
ogni tipo di piccola "banda" che si fa chiamare Anonymous, in quanto
Anonymous stesso è un collettivo e non ha sottogruppi!
Soprattutto una che mostra FORTE orientamento Politico come questa: http://glihackerdelpd.bitbucket.org/
Noi
siamo a-politici, non abbiamo colori, se non quelli della giustizia e
dei suoi ideali. Non violeremmo mai le mail di un partito solo per
saperne dei traffici o perché delusi dal suo operato. Perché, proprio
perché senza un partito, dovremmo violare le caselle di posta di tutti i
partiti
Quindi… NEGHIAMO COMPLETAMENTE OGNI TIPO DI ATTACCO AL MOVIMENTO 5 STELLE, COSI' COME AD OGNI ALTRO PARTITO.
Ricordiamo che per ogni attacco rilasciamo sul nostro blog, qui presente, un nostro post, che dichiara "siamo stati noi."
Quindi
se da oggi vi saranno attacchi da parte di queste piccole cellule finte
di Anonymous noi non ne faremo assolutamente parte. Anzi in questo caso
denunceremo coloro che sotto il nome di Anonymous vuol crearsi
giustizia politica.
We're Anonymous.
We're legion.
We don't forgive.
We don't forget.
Expect us!
24 aprile 2013
Grillo contro gli hacker del PD
Grillo contro gli hacker del PD: Un'azione che pare piu' una boutade. Ci sono due archivi con dentro le email di due esponenti del Movimento 5 Stelle. E la promessa di distribuirne altri
Il monito di Cancelleri al governatore Crocetta: “I franchi tiratori sono nella sua maggioranza”
Il monito di Cancelleri al governatore Crocetta: “I franchi tiratori sono nella sua maggioranza”:
Giancarlo Cancelleri non ha dubbi: “Il modello Sicilia non è mai esistito. Noi votiamo solo i provvedimenti che ci convincono. Nessuna alleanza strutturata” dice a BlogSicilia mentre risuonano ancora le parole di condanna consegnate alle agenzie di stampa dai deputati del Movimento 5 Stelle dopo i primi giorni di lavoro in commissione bilancio dove si esamina – questa mattina altra riunione in attesa della seduta d’aula del pomeriggio a sala d’Ercole per incardinare la trattazione dei testi – il bilancio di previsione 2013 e la legge di stabilità del governo.
“Quello che sta accadendo nell’ultimo periodo all’Assemblea regionale siciliana, anche sulla partita del bilancio e della finanziaria, dimostra che a prevalere ha vinto la logica dell’inciucio, che ha anche come obiettivo quello di estromettere da ogni scelta il Movimento cinque stelle. Altro che rivoluzione di Crocetta” hanno tuonato i deputati. Ma a sentir bene le parole del portavoce regionale del m5S, Giancarlo Cancelleri, la condanna voleva essere un segnale mandato direttamente al governatore Crocetta.
“Ribadisco – dice a BlogSicilia – il modello Sicilia evocato dai media e dallo stesso governatore non esiste. Non c’è alcuna alleanza e non facciamo parte della maggioranza. Certo Crocetta con noi si trova bene perché può star sicuro dei nostri comportamenti: facciamo quel che diciamo. E se un provvedimento trova il nostro apprezzamento lo approviamo in aula”.
Ma l’andamento dei lavori della commissione presieduta da Nino Dina, la seconda, non è per nulla piaciuto ai grillini: “Tomi interi di nostri emendamenti bocciati per partito preso. Chiediamo di sapere perché nel merito, però. E’ per questo che abbiamo parlato di deriva inciucista perché il governatore non può accettare che questo accada come se nulla fosse”.
Sul lavoro di riscrittura della finanziaria regionale operato dai “suoi” deputati, Cancelleri entra nel merito: “Alcuni erano emendamenti migliorativi a nostro avviso. Abbiamo proposto la creazione di nuovi fondi per il microcredito e per il reddito di cittadinanza spostandoli da capitoli che secondo noi andavano tagliati ulteriormente. E poi c’era l’intera materia delle royalties: i cittadini forse non sanno che in Sicilia si sfrutta ai fini commerciali l’acqua delle nostre sorgenti. Acqua acquistata a un euro a metro cubo e su cui le multinazionali dell’acqua ci guadagnano almeno 150 euro. Proponevamo semplicemente l’allineamento alle tariffe nazionali. Cassato anche questo emendamento. Scherziamo?”.
Ecco perché la linea dura nei confronti del governatore: “A Crocetta volevamo e vogliamo dire ‘presta attenzione a quello che sta accadendo’. Non è possibile che dei nostri 440 emendamenti non ne sia passato nemmeno uno. Agli altri partiti dico invece: se l’andazzo è questo è evidente che non c’è alcuna voglia di dialogare col movimento 5 Stelle. Fatevi il bilancio da soli e chiamateci quando si andrà a votare”.
Quindi nel giorno in cui bilancio e finanziaria arrivano in aula, Cancelleri lancia un altro monito al governatore: “Sulla carta, Crocetta anche con l’apposto dei Democratici riformisti ha la maggioranza in aula ma stia attendo in aula si gioca la variante non indifferente dei franchi tiratori. Che non siamo noi che votiamo sempre compatti e e senza atteggiamenti differenti da quelli che annunciamo pubblicamente. Stia attento ai suoi”.
Giancarlo Cancelleri non ha dubbi: “Il modello Sicilia non è mai esistito. Noi votiamo solo i provvedimenti che ci convincono. Nessuna alleanza strutturata” dice a BlogSicilia mentre risuonano ancora le parole di condanna consegnate alle agenzie di stampa dai deputati del Movimento 5 Stelle dopo i primi giorni di lavoro in commissione bilancio dove si esamina – questa mattina altra riunione in attesa della seduta d’aula del pomeriggio a sala d’Ercole per incardinare la trattazione dei testi – il bilancio di previsione 2013 e la legge di stabilità del governo.
“Quello che sta accadendo nell’ultimo periodo all’Assemblea regionale siciliana, anche sulla partita del bilancio e della finanziaria, dimostra che a prevalere ha vinto la logica dell’inciucio, che ha anche come obiettivo quello di estromettere da ogni scelta il Movimento cinque stelle. Altro che rivoluzione di Crocetta” hanno tuonato i deputati. Ma a sentir bene le parole del portavoce regionale del m5S, Giancarlo Cancelleri, la condanna voleva essere un segnale mandato direttamente al governatore Crocetta.
“Ribadisco – dice a BlogSicilia – il modello Sicilia evocato dai media e dallo stesso governatore non esiste. Non c’è alcuna alleanza e non facciamo parte della maggioranza. Certo Crocetta con noi si trova bene perché può star sicuro dei nostri comportamenti: facciamo quel che diciamo. E se un provvedimento trova il nostro apprezzamento lo approviamo in aula”.
Ma l’andamento dei lavori della commissione presieduta da Nino Dina, la seconda, non è per nulla piaciuto ai grillini: “Tomi interi di nostri emendamenti bocciati per partito preso. Chiediamo di sapere perché nel merito, però. E’ per questo che abbiamo parlato di deriva inciucista perché il governatore non può accettare che questo accada come se nulla fosse”.
Sul lavoro di riscrittura della finanziaria regionale operato dai “suoi” deputati, Cancelleri entra nel merito: “Alcuni erano emendamenti migliorativi a nostro avviso. Abbiamo proposto la creazione di nuovi fondi per il microcredito e per il reddito di cittadinanza spostandoli da capitoli che secondo noi andavano tagliati ulteriormente. E poi c’era l’intera materia delle royalties: i cittadini forse non sanno che in Sicilia si sfrutta ai fini commerciali l’acqua delle nostre sorgenti. Acqua acquistata a un euro a metro cubo e su cui le multinazionali dell’acqua ci guadagnano almeno 150 euro. Proponevamo semplicemente l’allineamento alle tariffe nazionali. Cassato anche questo emendamento. Scherziamo?”.
Ecco perché la linea dura nei confronti del governatore: “A Crocetta volevamo e vogliamo dire ‘presta attenzione a quello che sta accadendo’. Non è possibile che dei nostri 440 emendamenti non ne sia passato nemmeno uno. Agli altri partiti dico invece: se l’andazzo è questo è evidente che non c’è alcuna voglia di dialogare col movimento 5 Stelle. Fatevi il bilancio da soli e chiamateci quando si andrà a votare”.
Quindi nel giorno in cui bilancio e finanziaria arrivano in aula, Cancelleri lancia un altro monito al governatore: “Sulla carta, Crocetta anche con l’apposto dei Democratici riformisti ha la maggioranza in aula ma stia attendo in aula si gioca la variante non indifferente dei franchi tiratori. Che non siamo noi che votiamo sempre compatti e e senza atteggiamenti differenti da quelli che annunciamo pubblicamente. Stia attento ai suoi”.
Crocetta e il gioco delle alleanze L’Udc apre, il Pd si chiude a riccio
Crocetta e il gioco delle alleanze L’Udc apre, il Pd si chiude a riccio:
Il Movimento 5 Stelle prende le distanze, l’Udc lancia le larghe intese e il Pd frena. Non vive tempi facili il presidente della Regione siciliana, Rosario Crocetta che da domani affronterà lo scoglio dell’esame del bilancio di previsione 2013 e della legge di stabilità in aula. Un momento difficile soprattutto dopo che in seconda commissione finanze sono stati depositati oltre 1600 emendamenti ai testi contabili.
A suonare la carica nel tardo pomeriggio sono i grillini che affidano alle agenzie dichiarazioni che sanno di rottura totale. Tranne poi, a BlogSicilia, il portavoce regionale Giancarlo Cancelleri, ridimensionare l’attacco dicendo: “Volevamo lanciare un segnale a Crocetta perché capisca che non può consentire in nome di nuove alleanze che i nostri emendamenti vengano cassati senza nemmeno prenderli in considerazione”.
Ma è dopo che il segretario regionale dell’Udc Gianpiero D’Alia cogliendo l’appello della Cisl, oggi a congresso regionale, rilancia il tema delle larghe intese, che scoppia il caos. “Sosteniamo la proposta di Maurizio Bernava per un grande accordo strategico in grado di salvare e rilanciare la Sicilia” dice D’Alia che rimanda agli equilibri nazionali in corso di definizione per esportare anche in Sicilia il modello della responsabilità condivisa: “Siamo in una fase politica dove c’è la necessità di un governo di larghe intese a Palermo come a Roma. E’ importante che le forze politiche siciliane trovino la piu’ ampia convergenza, così da realizzare quei provvedimenti che possano tirarci fuori dal guado economico e sociale nel quale ci troviamo”.
L’altro azionista della maggioranza, il segretario regionale del Pd Giuseppe Lupo che in casa ha una serie di problemi da risolvere e non è certo l’occupazione dei giovani democratici, risponde a tono gelando l’ipotesi di convergenze allargate sul tema delle riforme economiche e sociali in Sicilia. “La coalizione che sostiene il governo Crocetta – dice il segretario regionale del Pd – è quella che ha vinto la elezioni. L’esecutivo gode dell’appoggio della maggioranza all’Ars e non ha alcun bisogno delle larghe intese”. Lupo apre solo all’altra richiesta formulata dalla Cisl di un tavolo regionale sui temi della crisi economica: “Realizzando la più ampia convergenza sulle cose da fare, anche in questa fase in merito a bilancio e finanziaria e poi alle riforme, per il bene della Sicilia: ma tutto ciò è possibile farlo senza allargare la maggioranza” ribadisce.
Schermaglie, posizionamenti, prese di distanza che nel caso di Lupo allontanano sempre più il Pd regionale dalla posizione assunta dal partito nazionale in direzione dove si è votato l’appoggio incondizionato all’operato di Napolitano che domani proporrà il “governassimo” per garantire governabilità al Paese. Tanto che D’Alia non si fa cogliere impreparato e ribate prontamente: “Penso che Lupo debba cominciare a camminare con piedi er terra e non come Alice nel Paese delle meraviglie”.
E Crocetta? Che fa il presidente nel pomeriggio in cui incassa l’avvertimento dei grillini, misura la disponibilità dell’Udc ad una maggioranza che lui stesso ha già “allargato” in occasione del voto sulla riforma elettorale, e deve fare i conti con la stizza di un segretario, quello del suo partito, che forse vede messa in discussione a leadership proprio dal governatore? Non sembra neutra la presenza di Crocetta questa mattina nella sede del Pd occupata dai giovani democratici che chiedono le dimissioni di Lupo, insomma.
Contrariamente al suo costume, Crocetta usa parole docili: “Sono veramente dispiaciuto per le affermazioni del movimento 5 stelle rispetto a presunte rotture con loro. Il dialogo per me è sempre aperto, con loro e con tutti i gruppi parlamentari, un dialogo sui fatti, sui contenuti, sui valori e sull’obiettivo comune di fare rinascere la Sicilia e farla uscire dalla situazione drammatica che vive. Bisogna dare risposte ai giovani, ai poveri, ai disoccupati. Su questo il confronto rimane aperto e spero in questi giorni di di incontrare loro così come gli altri gruppi parlamentari, affinché il rapporto con il Parlamento tutto si impronti all’insegna della Sicilia e del popolo siciliano”. Neanche dovesse vincere il premio di governatore più buono dell’anno. La verità è che il presidente ha uno scoglio serio dietro la porta: un bilancio dove l’unica certezza sono i soldi che non ci sono e una legge di stabilità che vuole preservare dagli attacchi degli altri partiti. Per dare la sua impronta al futuro del governo siciliano. E portare ancora più in alto (mediaticamente almeno) l’idea di un modello Sicilia. Le ambizioni di Crocetta potrebbero portarlo in alto, insomma.
Peccato che ad “ammazzarlo” ci abbia pensato infine lo stesso leader carismatico dei grillini: Beppe Grillo sul Blog scrive: “Il M5S dà fastidio alla partitocrazia siciliana. La vecchia partitocrazia usurata dal clientelismo (Pd, Pdl, Udc e lo stesso Governo di Rosario Crocetta) hanno fatto quadrato sul bilancio. Gli unici che puntano sul vero cambiamento sono i deputati M5S. Ma per la vecchia partitocrazia siciliana gli emendamenti grillini sono fumo negli occhi. Così la Commissione Finanze taglia tutti gli emendamenti al bilancio targato M5S”.
Il Movimento 5 Stelle prende le distanze, l’Udc lancia le larghe intese e il Pd frena. Non vive tempi facili il presidente della Regione siciliana, Rosario Crocetta che da domani affronterà lo scoglio dell’esame del bilancio di previsione 2013 e della legge di stabilità in aula. Un momento difficile soprattutto dopo che in seconda commissione finanze sono stati depositati oltre 1600 emendamenti ai testi contabili.
A suonare la carica nel tardo pomeriggio sono i grillini che affidano alle agenzie dichiarazioni che sanno di rottura totale. Tranne poi, a BlogSicilia, il portavoce regionale Giancarlo Cancelleri, ridimensionare l’attacco dicendo: “Volevamo lanciare un segnale a Crocetta perché capisca che non può consentire in nome di nuove alleanze che i nostri emendamenti vengano cassati senza nemmeno prenderli in considerazione”.
Ma è dopo che il segretario regionale dell’Udc Gianpiero D’Alia cogliendo l’appello della Cisl, oggi a congresso regionale, rilancia il tema delle larghe intese, che scoppia il caos. “Sosteniamo la proposta di Maurizio Bernava per un grande accordo strategico in grado di salvare e rilanciare la Sicilia” dice D’Alia che rimanda agli equilibri nazionali in corso di definizione per esportare anche in Sicilia il modello della responsabilità condivisa: “Siamo in una fase politica dove c’è la necessità di un governo di larghe intese a Palermo come a Roma. E’ importante che le forze politiche siciliane trovino la piu’ ampia convergenza, così da realizzare quei provvedimenti che possano tirarci fuori dal guado economico e sociale nel quale ci troviamo”.
L’altro azionista della maggioranza, il segretario regionale del Pd Giuseppe Lupo che in casa ha una serie di problemi da risolvere e non è certo l’occupazione dei giovani democratici, risponde a tono gelando l’ipotesi di convergenze allargate sul tema delle riforme economiche e sociali in Sicilia. “La coalizione che sostiene il governo Crocetta – dice il segretario regionale del Pd – è quella che ha vinto la elezioni. L’esecutivo gode dell’appoggio della maggioranza all’Ars e non ha alcun bisogno delle larghe intese”. Lupo apre solo all’altra richiesta formulata dalla Cisl di un tavolo regionale sui temi della crisi economica: “Realizzando la più ampia convergenza sulle cose da fare, anche in questa fase in merito a bilancio e finanziaria e poi alle riforme, per il bene della Sicilia: ma tutto ciò è possibile farlo senza allargare la maggioranza” ribadisce.
Schermaglie, posizionamenti, prese di distanza che nel caso di Lupo allontanano sempre più il Pd regionale dalla posizione assunta dal partito nazionale in direzione dove si è votato l’appoggio incondizionato all’operato di Napolitano che domani proporrà il “governassimo” per garantire governabilità al Paese. Tanto che D’Alia non si fa cogliere impreparato e ribate prontamente: “Penso che Lupo debba cominciare a camminare con piedi er terra e non come Alice nel Paese delle meraviglie”.
E Crocetta? Che fa il presidente nel pomeriggio in cui incassa l’avvertimento dei grillini, misura la disponibilità dell’Udc ad una maggioranza che lui stesso ha già “allargato” in occasione del voto sulla riforma elettorale, e deve fare i conti con la stizza di un segretario, quello del suo partito, che forse vede messa in discussione a leadership proprio dal governatore? Non sembra neutra la presenza di Crocetta questa mattina nella sede del Pd occupata dai giovani democratici che chiedono le dimissioni di Lupo, insomma.
Contrariamente al suo costume, Crocetta usa parole docili: “Sono veramente dispiaciuto per le affermazioni del movimento 5 stelle rispetto a presunte rotture con loro. Il dialogo per me è sempre aperto, con loro e con tutti i gruppi parlamentari, un dialogo sui fatti, sui contenuti, sui valori e sull’obiettivo comune di fare rinascere la Sicilia e farla uscire dalla situazione drammatica che vive. Bisogna dare risposte ai giovani, ai poveri, ai disoccupati. Su questo il confronto rimane aperto e spero in questi giorni di di incontrare loro così come gli altri gruppi parlamentari, affinché il rapporto con il Parlamento tutto si impronti all’insegna della Sicilia e del popolo siciliano”. Neanche dovesse vincere il premio di governatore più buono dell’anno. La verità è che il presidente ha uno scoglio serio dietro la porta: un bilancio dove l’unica certezza sono i soldi che non ci sono e una legge di stabilità che vuole preservare dagli attacchi degli altri partiti. Per dare la sua impronta al futuro del governo siciliano. E portare ancora più in alto (mediaticamente almeno) l’idea di un modello Sicilia. Le ambizioni di Crocetta potrebbero portarlo in alto, insomma.
Peccato che ad “ammazzarlo” ci abbia pensato infine lo stesso leader carismatico dei grillini: Beppe Grillo sul Blog scrive: “Il M5S dà fastidio alla partitocrazia siciliana. La vecchia partitocrazia usurata dal clientelismo (Pd, Pdl, Udc e lo stesso Governo di Rosario Crocetta) hanno fatto quadrato sul bilancio. Gli unici che puntano sul vero cambiamento sono i deputati M5S. Ma per la vecchia partitocrazia siciliana gli emendamenti grillini sono fumo negli occhi. Così la Commissione Finanze taglia tutti gli emendamenti al bilancio targato M5S”.
Burattini senza fili
Burattini senza fili:
"Grillo è uno squilibrato, i Cinque Stelle un branco di burattini", Berlusconi. Per il capo del Modello Unico pdl-pdmenoelle, caso irripetibile al mondo in cui un tizio è responsabile sia del partito di governo che di quello di opposizione per vent'anni, io sarei uno squilibrato. Detto da lui è una medaglia al valore. Il M5S è rimasto il solo soggetto politico a contrastare Berlusconi. Il M5S è il nemico da abbattere su ogni canale televisivo. Berlusconi si riferisce con disprezzo agli attivisti e ai parlamentari del M5S dandogli dei burattini. Ma chi ha creduto in Parlamento che Ruby fosse la nipote di Mubarak? Chi ha occupato in massa il Tribunale della Repubblica di Milano? Burattini senza fili che non hanno nemmeno bisogno di ordini. Muovono la coda per puro riflesso.
"Grillo è uno squilibrato, i Cinque Stelle un branco di burattini", Berlusconi. Per il capo del Modello Unico pdl-pdmenoelle, caso irripetibile al mondo in cui un tizio è responsabile sia del partito di governo che di quello di opposizione per vent'anni, io sarei uno squilibrato. Detto da lui è una medaglia al valore. Il M5S è rimasto il solo soggetto politico a contrastare Berlusconi. Il M5S è il nemico da abbattere su ogni canale televisivo. Berlusconi si riferisce con disprezzo agli attivisti e ai parlamentari del M5S dandogli dei burattini. Ma chi ha creduto in Parlamento che Ruby fosse la nipote di Mubarak? Chi ha occupato in massa il Tribunale della Repubblica di Milano? Burattini senza fili che non hanno nemmeno bisogno di ordini. Muovono la coda per puro riflesso.
23 aprile 2013
Il M5S dà fastidio alla partitocrazia siciliana
Il M5S dà fastidio alla partitocrazia siciliana:
"Ormai è rottura totale tra il MoVimento 5 Stelle e la vecchia e clientelare politica siciliana. La vecchia partitocrazia usurata dal clientelismo (Pd, Pdl, Udc e lo stesso Governo di Rosario Crocetta) hanno fatto quadrato sul bilancio.Gli unici che puntano sul vero cambiamento sono i deputati M5S. Ma per la vecchia partitocrazia siciliana gli emendamenti grillini sono fumo negli occhi. Così la Commissione Finanze taglia tutti gli emendamenti al bilancio targato M5S. Alla vecchia partitocrazia siciliana e al Governo Crocetta dà molto fastidio la freschezza dei giovani deputati M5S, infastidisce avere intorno giovani che viaggiano a doppia velocità e hanno le idee chiare. Il M5S ha rastrellato circa 330 milioni di euro dalle pieghe truffaldine del bilancio regionale, colpendo sprechi e spese inutili. Clientele che, da anni, si dividono Governo e parlamentari di "comodo". Una somma utilizzabile per l’avvio di concrete politiche di rilancio economico, sostegno sociale ed equità tra diverse fasce di cittadini. Ecco perché il M5S dà fastidio. Circa 110 milioni, sarebbero andati a sostegno del sistema Piccole e medie imprese; una parte per finanziare il reddito di dignità (circa 440 euro per qualche migliaio di siciliani "poverissimi"), riduzione Irap, finanziamento della legge regionale n.24 del 6 marzo 1976 in favore dei lavoratori della formazione professionale. Ieri sera il Parlamento siciliano ha perso l’ennesima occasione di mostrarsi rinnovato. Scandali vecchi e nuovi coperti e avallati da un Governo, il Governo Crocetta, che mostra con sempre maggiore chiarezza il volto del clientelismo da vecchia Sicilia tardo democristiana." Segnalazione da LinkSicilia
"Ormai è rottura totale tra il MoVimento 5 Stelle e la vecchia e clientelare politica siciliana. La vecchia partitocrazia usurata dal clientelismo (Pd, Pdl, Udc e lo stesso Governo di Rosario Crocetta) hanno fatto quadrato sul bilancio.Gli unici che puntano sul vero cambiamento sono i deputati M5S. Ma per la vecchia partitocrazia siciliana gli emendamenti grillini sono fumo negli occhi. Così la Commissione Finanze taglia tutti gli emendamenti al bilancio targato M5S. Alla vecchia partitocrazia siciliana e al Governo Crocetta dà molto fastidio la freschezza dei giovani deputati M5S, infastidisce avere intorno giovani che viaggiano a doppia velocità e hanno le idee chiare. Il M5S ha rastrellato circa 330 milioni di euro dalle pieghe truffaldine del bilancio regionale, colpendo sprechi e spese inutili. Clientele che, da anni, si dividono Governo e parlamentari di "comodo". Una somma utilizzabile per l’avvio di concrete politiche di rilancio economico, sostegno sociale ed equità tra diverse fasce di cittadini. Ecco perché il M5S dà fastidio. Circa 110 milioni, sarebbero andati a sostegno del sistema Piccole e medie imprese; una parte per finanziare il reddito di dignità (circa 440 euro per qualche migliaio di siciliani "poverissimi"), riduzione Irap, finanziamento della legge regionale n.24 del 6 marzo 1976 in favore dei lavoratori della formazione professionale. Ieri sera il Parlamento siciliano ha perso l’ennesima occasione di mostrarsi rinnovato. Scandali vecchi e nuovi coperti e avallati da un Governo, il Governo Crocetta, che mostra con sempre maggiore chiarezza il volto del clientelismo da vecchia Sicilia tardo democristiana." Segnalazione da LinkSicilia
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