29 marzo 2013

Android Ouya è pronta, con dentro Nintendo, Sega e Atari

Android Ouya è pronta, con dentro Nintendo, Sega e Atari: I responsabili di Ouya hanno annunciato l'avvio della distribuzione della celebre console Android. Nel frattempo uno sviluppatore Android ha confermato che renderà disponibili più di dieci emulatori per console Sega, Nintendo, Atari e Neogeo.

ouya software

Google Open Patent: “brevetti in licenza gratuita, ma voi però non ci citerete per altri motivi”

Google Open Patent: “brevetti in licenza gratuita, ma voi però non ci citerete per altri motivi”:
brevetto google
Vi sarete ormai tutti abituati a sentire parlare di brevetti, di quando in quando, anche sulle pagine di un sito di tecnologia come il nostro. A volte si tratta di svelare qualche futura funzionalità di smartphone e tablet e Co., altre volte abbiamo invece a che fare con cause giudiziarie che hanno in Apple e Samsung i principali protagonisti, ma che nel corso del tempo non hanno certo disdegnato (e non disdegnano tutt’oggi) la partecipazione di ogni altra azienda di spicco (e non) coinvolta nel panorama Android (e non). Per questo siamo particolarmente incuriositi dal così detto “Open Patent Non-Assertion Pledge“ di Google, anche se per la verità non siamo del tutto sicuri dove voglia andare a parare.
Per farla breve, BigG promette di concedere liberamente l’uso di certo portfolio di brevetti (al momento solo 10, quindi non certo molto significativo) a chiunque voglia farne uso per realizzare progetti free o open-source, promettendo che non saranno mai chiamati in giudizio per questo, a patto che non siano loro per primi ad attaccare Google. In pratica una certa azienda potrebbe utilizzare questi brevetti col beneplacito di BigG, che però si riserva di interrompere tale permesso se la compagnia coinvolta dovesse citare Google per qualsiasi ragione, anche indipendente dall’uso di questi brevetti.
È una proposta sottile ma anche insidiosa: generosa da una parte (soprattutto con la crescita dei brevetti coinvolti, che al momento sono davvero troppo pochi per essere presi in seria considerazione) ma potenzialmente infida dall’altra, perché se un giorno dovesse essere Google a copiare qualcosa, l’azienda coinvolta non potrebbe farci nulla se non rischiando di perdere il lavoro fatto in precedenza.
Certo non è detto che le cose vadano viste per forza in chiave così diffidente: ora come ora si tratta di un portfolio brevetti diretto non certo a grandi copetitor, ma solo a piccole (per non dire piccolissime) realtà, che non avrebbero altro che da guadagnare dalla cosa e che difficilmente rappresenterebbero una minaccia per Google o comunque dei potenziali avversari con i quali “litigare”.
Per capire insomma come si evolverà questa vicenda non ci resta altro che aspettare: potrebbe essere solo una bolla di sapone se i brevetti rimanessero pochi e limitati, potrebbe essere una panacea per piccole aziende in cerca di sviluppo, o potrebbe essere il prossimo livello delle patent war. Voi cosa ne pensate?
brevetti gratis google

Vi spiego come e perché ho fregato BeppeGrillo.it

Vi spiego come e perché ho fregato BeppeGrillo.it: Abbiamo intervistato Andrea Guerrieri, lo sviluppatore di NoCensura. La sua applicazione consente di leggere i commenti censurati dal sito BeppeGrillo.it. Il giovane sviluppatore non è contro il Movimento 5 Stelle ma crede che la trasparenza non possa essere partigiana.

The final OUYA retail console is ready, we go hands-on

The final OUYA retail console is ready, we go hands-on:
The final OUYA retail console is ready, we go handson DNP
It's been a long time coming, and now the Android-powered, Kickstarter-funded OUYA video game console is finally heading to backers. Sure, the final retail units for non-backers won't be available until June, but around 50,000 lucky folks who pledged over $99 to OUYA's massively successful campaign will be receiving their units in the coming days. We've already heard what developers have to say about it, but this week we got our first hands-on with the miniature, Tegra 3-powered game console we've been hearing so much about since last summer.
Is it the "best Tegra 3 device on the market," as OUYA's claimed? Let's find out!

Filed under: , ,
Comments

28 marzo 2013

Le Balle Quotidiane / 9

Le Balle Quotidiane / 9:
balle_unita.jpg

L'Unità è in rosso per circa 3,5 milioni di euro. Ha subito una perdita di 4,3 milioni del 2011. Lo stesso anno ha ricevuto 3,709 milioni di euro di contributi pubblici, 5,267 milioni di euro per l'anno 2010. Ha un debito che a fine 2011 era di 21,22 milioni di euro: dei quali più di 8 nei confronti dei fornitori. Stiamo mantenendo con i soldi di tutti i contribuenti un progetto editoriale di propaganda. La prima pagina de L'Unità di oggi lo testimonia e in rete è stata inizialmente scambiata per un fotomontaggio: "Patto Grillo - Berlusconi: fermare il cambiamento".

Il Parlamento è sovrano #SiPuòFare

Il Parlamento è sovrano #SiPuòFare:
Il discorso di Violante alla Camera nel 2003
(01:03)
violante_berlusconi_.jpg

Il Parlamento è sovrano, o almeno dovrebbe esserlo. Da tempo è invece un luogo dove non vi sono rappresentanti del popolo, ma nominati dai partiti, e le leggi, sotto forma di decreti, sono emesse al suo posto dal Governo, e in seguito convertite sotto il ricatto del voto di fiducia. In Parlamento vi è un esercito di soldatini di piombo senza voce, con l'eccezione dei parlamentari a 5 Stelle. C'è stato un sovvertimento silenzioso delle Istituzioni contro lo stesso spirito della Costituzione: "art. 76. L'esercizio della funzione legislativa non può essere delegato al Governo se non con determinazione di principi e criteri direttivi e soltanto per tempo limitato e per oggetti definiti, art.77. il Governo non può, senza delegazione delle Camere, emanare decreti che abbiano valore di legge ordinaria.". Se l'Italia è senza governo (in realtà è in carica il governo Monti) ha però un Parlamento che può già operare per cambiare il Paese. Non è necessario un governo per una nuova legge elettorale o per avviare misure urgenti per le pmi o per i tagli delle Province. Il Parlamento le può discutere e approvare se solo volesse sin da domani. Si fa passare l'idea che senza Governo il Paese è immobile, congelato, in balia dello spread, delle agenzie, ma si tace sul fatto che le leggi per le riforme possono essere discusse e approvate senza la necessità di un governo in carica. Anzi, si rallenta qualunque processo decisionale e operativo spostando sine die la istituzione delle Commissioni senza alcun motivo se non quello di attribuire in seguito i posti di presidenza ai trombati da cariche governative. Si sottolinea in questi giorni che un mancato accordo con il pdmenoelle, il miglior amico di Berlusconi, impedirebbe la rimozione di quest'ultimo dalla scena politica. Se così è invito la cosiddetta opposizione a votare in aula l'ineleggibilità di Berlusconi, l'approvazione di una legge sul conflitto di interessi della cui assenza si gloriò Violante alla Camera, l'abolizione della legge Gasparri, la rinegoziazione delle frequenze nazionali generosamente concesse a Berlusconi da D'Alema nel 1999. SI PUO' FARE! (ma voi non lo farete mai). Il Parlamento deve riprendere la sua centralità nella vita della Repubblica.

27 marzo 2013

La telecamera: una metafora totalitaria

La telecamera: una metafora totalitaria:
La farsa è andata in onda alle dieci della mattina. Il mezzo candidato Premier Pier Luigi Bersani seduto da una parte del tavolo, i due capigruppo del M5S, un signore ed una signora scelti direttamente da Beppe Grillo, dall’altro. L’unica cosa sensata (inconsapevolmente sensata) dell’inedito streaming della consultazione più importante fra quelle per la formazione del nuovo Governo l’ha detta – sembra incredibile data la statura del personaggio – Roberta Lombardi riferendosi a Bersani con queste parole:

” Ascoltandola mi è sembrato di essere di fronte a una puntata di Ballarò, dato che sono ormai vent’anni che sentiamo sempre le stesse cose”

Ognuno di noi evidentemente ha i riferimenti che si merita ma, nel caso specifico, l’incontro andato in onda non sembrava, era effettivamente Ballarò, una finzione, una versione più triste e meno scenografica del talk show di Giovanni Floris. Senza le luci, senza le claque dei tifosi al seguito a ravvivare le discussioni sul nulla, in attesa che un qualsiasi bisticcio o un teatrale “si fotta” porti a casa la serata dell’audience.
Lo scampolo triste di televisione verità di oggi, dove Bersani finge di raccontare un progetto, dove i due grillini fingono di ascoltare per poi balbettare la risposta che tutti già conoscono, è stata una messa in scena ad uso e consumo dei media. Un piccolo ulteriore passo verso abisso in un Paese nel quale ogni singola minchiata dovrà prima o poi essere ricondotta ad un formato televisivo.
Il tema della trasparenza utilizzata per fini propagandistici non è una novità per Beppe Grillo ed i suoi accoliti, è invece un esordio quasi assoluto per il PD di Bersani, all’eterna rincorsa di qualsiasi comportamento che possa raggranellare consensi. Dietro alla sceneggiata dello streaming c’è la stessa goffaggine che negli anni ha trasformato i comunicatori di sinistra in cloni del Berlusconi pianista. Non contenti dei bei successi ottenuti misurandosi nei salotti di Bruno Vespa, ora sembra essere di gran moda sposare l’estetica populista del comico genovese.
Scriveva anni fa Stefano Rodotà (che forse Bersani avrebbe anche potuto ogni tanto consultare) che l’uomo di di vetro è una metafora totalitaria. Lo riscrivo: l’uomo di vetro – l’idea stessa che il cittadino che non ha nulla da nascondere debba poter essere interamente esplorato – è una metafora totalitaria. Vale per l’ultimo di noi ma vale, almeno in parte, anche per i nostri rappresentati in Parlamento. E non è un caso che Beppe Grillo inneggi ad una sua personalissima idea di trasparenza a corrente alternata, dove l’unanimità dei parlamentari grillini è ottenuta in segreto e diventa comunicazione fiduciaria (perché come ha sostenuto la povera Lombardi oggi senza nemmeno accorgersi delle enormità che le uscivano di bocca loro sono credibili) mentre il punto di vista di chiunque altro (tutti gli altri sono invece per definizione gli “incredibili”) resta il risultato di un commercio sottobanco fino a prova contraria. E la prova contraria, l’ingenua prova contraria nella mente dei semplici è la presenza della telecamera.

Lunedì Grasso (con bugie) - Marco Travaglio - Il Fatto Quotidiano

Lunedì Grasso (con bugie) - Marco Travaglio - Il Fatto Quotidiano