28 marzo 2013

Il Parlamento è sovrano #SiPuòFare

Il Parlamento è sovrano #SiPuòFare:
Il discorso di Violante alla Camera nel 2003
(01:03)
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Il Parlamento è sovrano, o almeno dovrebbe esserlo. Da tempo è invece un luogo dove non vi sono rappresentanti del popolo, ma nominati dai partiti, e le leggi, sotto forma di decreti, sono emesse al suo posto dal Governo, e in seguito convertite sotto il ricatto del voto di fiducia. In Parlamento vi è un esercito di soldatini di piombo senza voce, con l'eccezione dei parlamentari a 5 Stelle. C'è stato un sovvertimento silenzioso delle Istituzioni contro lo stesso spirito della Costituzione: "art. 76. L'esercizio della funzione legislativa non può essere delegato al Governo se non con determinazione di principi e criteri direttivi e soltanto per tempo limitato e per oggetti definiti, art.77. il Governo non può, senza delegazione delle Camere, emanare decreti che abbiano valore di legge ordinaria.". Se l'Italia è senza governo (in realtà è in carica il governo Monti) ha però un Parlamento che può già operare per cambiare il Paese. Non è necessario un governo per una nuova legge elettorale o per avviare misure urgenti per le pmi o per i tagli delle Province. Il Parlamento le può discutere e approvare se solo volesse sin da domani. Si fa passare l'idea che senza Governo il Paese è immobile, congelato, in balia dello spread, delle agenzie, ma si tace sul fatto che le leggi per le riforme possono essere discusse e approvate senza la necessità di un governo in carica. Anzi, si rallenta qualunque processo decisionale e operativo spostando sine die la istituzione delle Commissioni senza alcun motivo se non quello di attribuire in seguito i posti di presidenza ai trombati da cariche governative. Si sottolinea in questi giorni che un mancato accordo con il pdmenoelle, il miglior amico di Berlusconi, impedirebbe la rimozione di quest'ultimo dalla scena politica. Se così è invito la cosiddetta opposizione a votare in aula l'ineleggibilità di Berlusconi, l'approvazione di una legge sul conflitto di interessi della cui assenza si gloriò Violante alla Camera, l'abolizione della legge Gasparri, la rinegoziazione delle frequenze nazionali generosamente concesse a Berlusconi da D'Alema nel 1999. SI PUO' FARE! (ma voi non lo farete mai). Il Parlamento deve riprendere la sua centralità nella vita della Repubblica.

27 marzo 2013

La telecamera: una metafora totalitaria

La telecamera: una metafora totalitaria:
La farsa è andata in onda alle dieci della mattina. Il mezzo candidato Premier Pier Luigi Bersani seduto da una parte del tavolo, i due capigruppo del M5S, un signore ed una signora scelti direttamente da Beppe Grillo, dall’altro. L’unica cosa sensata (inconsapevolmente sensata) dell’inedito streaming della consultazione più importante fra quelle per la formazione del nuovo Governo l’ha detta – sembra incredibile data la statura del personaggio – Roberta Lombardi riferendosi a Bersani con queste parole:

” Ascoltandola mi è sembrato di essere di fronte a una puntata di Ballarò, dato che sono ormai vent’anni che sentiamo sempre le stesse cose”

Ognuno di noi evidentemente ha i riferimenti che si merita ma, nel caso specifico, l’incontro andato in onda non sembrava, era effettivamente Ballarò, una finzione, una versione più triste e meno scenografica del talk show di Giovanni Floris. Senza le luci, senza le claque dei tifosi al seguito a ravvivare le discussioni sul nulla, in attesa che un qualsiasi bisticcio o un teatrale “si fotta” porti a casa la serata dell’audience.
Lo scampolo triste di televisione verità di oggi, dove Bersani finge di raccontare un progetto, dove i due grillini fingono di ascoltare per poi balbettare la risposta che tutti già conoscono, è stata una messa in scena ad uso e consumo dei media. Un piccolo ulteriore passo verso abisso in un Paese nel quale ogni singola minchiata dovrà prima o poi essere ricondotta ad un formato televisivo.
Il tema della trasparenza utilizzata per fini propagandistici non è una novità per Beppe Grillo ed i suoi accoliti, è invece un esordio quasi assoluto per il PD di Bersani, all’eterna rincorsa di qualsiasi comportamento che possa raggranellare consensi. Dietro alla sceneggiata dello streaming c’è la stessa goffaggine che negli anni ha trasformato i comunicatori di sinistra in cloni del Berlusconi pianista. Non contenti dei bei successi ottenuti misurandosi nei salotti di Bruno Vespa, ora sembra essere di gran moda sposare l’estetica populista del comico genovese.
Scriveva anni fa Stefano Rodotà (che forse Bersani avrebbe anche potuto ogni tanto consultare) che l’uomo di di vetro è una metafora totalitaria. Lo riscrivo: l’uomo di vetro – l’idea stessa che il cittadino che non ha nulla da nascondere debba poter essere interamente esplorato – è una metafora totalitaria. Vale per l’ultimo di noi ma vale, almeno in parte, anche per i nostri rappresentati in Parlamento. E non è un caso che Beppe Grillo inneggi ad una sua personalissima idea di trasparenza a corrente alternata, dove l’unanimità dei parlamentari grillini è ottenuta in segreto e diventa comunicazione fiduciaria (perché come ha sostenuto la povera Lombardi oggi senza nemmeno accorgersi delle enormità che le uscivano di bocca loro sono credibili) mentre il punto di vista di chiunque altro (tutti gli altri sono invece per definizione gli “incredibili”) resta il risultato di un commercio sottobanco fino a prova contraria. E la prova contraria, l’ingenua prova contraria nella mente dei semplici è la presenza della telecamera.

Lunedì Grasso (con bugie) - Marco Travaglio - Il Fatto Quotidiano

Lunedì Grasso (con bugie) - Marco Travaglio - Il Fatto Quotidiano

L'intervento di Alessandro di Battista (M5S) sulla vicenda dei Marò

me lo vorrei vedere questo film :-)

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Leggo da alcune agenzie e da alcune testate online che avrei subordinato la trattativa per la formazione di un nuovo Governo all'esclusione di Bersani. Preciso che l'affermazione "Se Napolitano fa un altro nome è tutta un'altra storia" è stata estrapolata dopo la consueta raffica di domande a cascata dei giornalisti, e si deve intendere nel senso di "tutto un altro percorso istituzionale". Se il Presidente Napolitano non dovesse infatti assegnare a Bersani l'incarico di formare un nuovo Governo, il percorso delle consultazioni riprenderebbe il suo iter, nel quale - come già puntualizzato - il Movimento Cinque Stelle si assumerà la sua responsabilità politica, proponendosi direttamente per l'incarico di formare una squadra composta da nominativi nuovi, in grado di avere il sostegno della maggioranza e dunque la possibilità e l'onore di proporsi per la guida del Paese.

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...e vogliamo qui elencare alcune delle ragioni:

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Il Movimento 5 Stelle ricorda che la procedura di conferimento del voto di fiducia nasce con il preciso scopo di far nascere un Governo creando una stabile maggioranza politica. Le votazioni sono nominali, a scrutinio palese, perché i parlamentari, se favorevoli, possano assumersi la responsabilità politica personale di sostenere un Governo, e di farlo in modo stabile.

Un impegno così oneroso non può essere sostenuto dal Movimento 5 stelle a favore del Partito Democratico e del suo attuale leader Bersani, e vogliamo qui elencare alcune delle ragioni.

Perché di reddito di cittadinanza non ha mai parlato finché non l’ha tirato fuori il M5S;
Perché non ha mai fatto una serie legge anticorruzione;
Perché non ha mai abolito il finanziamento pubblico ai giornali;
Perché ha approvato l’IMU;
Perché non ha mai abolito le provincie;
Perché ci ha regalato la tassa da 4 miliardi servita a pagare i conti di Monte dei Paschi di Siena;
Perché non ha mai fatto la legge sul conflitto di interessi ;
Perché ha ratificato trattati come il Fiscal Compact e il Mes;
Perché si sono accorti solo dopo venti anni che una legge del 1957 rende Berlusconi ineleggibile;
Perchè è quello di: “I rimborsi elettorali ci vogliono, se no non sopravviviamo”;
Perché la Tav e’ il progresso;
Perché copia le Parlamentarie del M5S ma poi riserva i posti chiave per i soliti noti (Bindi & Co.);
Perché è quello di "abbiamo una banca";
Perché è quello di Prodi che ci ha portato nell'Euro;
Perché è quello del golpe morbido di Giorgio Napolitano;
Perché "il Lodo Alfano non è un nostro problema, non è la priorità";
Perché è quello dell'indulto;
Perché non ha mai cancellato le leggi “ad personam”;
Perché ha contribuito al finanziamento delle missioni di “guerra”;
Perché i bombardieri F35 servono per le missioni di pace;.
Perché asseriva candidamente in aula che Berlusconi sapeva che non sarebbero state toccate le sue televisioni;
Perché ha fatto da stampella a Berlusconi in tutto questi anni
Perché 32 parlamentari del PD erano assenti quando si votava la fiducia per lo scudo fiscale, e ne sarebbero bastati 20;
Perché non ha mai cambiato la legge elettorale né reintrodotto le preferenze;
Perché ha avallato le politiche “a-sociali” del governo Monti;
Perché ha detto sì alle pensioni a 67 anni;
Perché Bersani si scagliò contro l’ordine dei medici dell’Emilia, rei di aver chiesto una moratoria sulla costruzione di nuovi inceneritori;
Perché ha sostenuto la gestione privata dell' acqua, dei rifiuti e del trasporto pubblico a favore di investitori privati e a discapito dei cittadini;
Perché ha collaborato alla sottrazione di risorse alla scuola pubblica, mantenendo i finanziamenti alla scuola privata;

E anche, soprattutto, perché “non puoi risolvere un problema con lo stesso tipo di pensiero che hai usato per crearlo” [A.Einstein]


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Configurare NTP per l’aggiornamento della data e dell’ora su Raspberry Pi

Configurare NTP per l’aggiornamento della data e dell’ora su Raspberry Pi: Per ragioni di costi il Raspberry Pi non ha un circuito RTC interno per poter mantenere la data e l’orario dopo lo spegnimento. Per ovviare a questo problema è necessario configurare un demone NTP che sincronizzi l’orario con un timeserver remoto al momento dell’avvio.

La grande cacciata Crocetta allontana Battiato e Zichichi

La grande cacciata Crocetta allontana Battiato e Zichichi:
Crocetta ha certamente una grande capacità politica: quella di capire dove tira il vento. E di anticipare, anche si di poco, le mosse dei nemici e degli amici. Politici ovviamente. Dopo il bailamme che ieri hanno provocato le dichiarazioni di Franco Battiato sulla presenza delle “troie in Parlamento”, Crocetta ha capito che nella sua maggioranza la replica di questa mattina in cui censurava le parole del cantautore non era bastata a placare gli animi. E si è preparato al colpo che uno dei suoi principali alleati, l’Udc del segretario regioale Gianpiero D’Alia era pronto a sferrare nel corso del vertice di maggioranza di questo pomeriggio.
E così ha anticipato i tempi e anestetizzato le immancabili polemiche: in un colpo solo ha revocato l’incarico di assessori ai più blasonati esponenti della sua giunta. A Franco Battiato, l’assessore più turistico perché sempre in viaggio e al fantascientifico assessore ai beni culturali, Antonio Zichichi. In un comunicato, Crocetta usa la forma sterilizzata da commenti: “Il Presidente della Regione siciliana Rosario Crocetta, ha preso atto della disponibilità degli assessori Battiato e Zichichi di rinunciare al loro mandato presso il governo della Regione siciliana e ha revocato, a partire dalla data odierna, l’incarico assessoriale ai medesimi”.
Su Zichichi, poi, Crocetta si è espresso con parole durissime:”Di Zichichi non se ne poteva più, bisognava lavorare e invece lui parlava di raggi cosmici. Forse, sarebbe stato meglio utilizzarlo come esperto”. Adesso si apre la corsa per il rimpasto nella giunta e la cacciata dei due “assessori” tecnici potrebbe rimescolare le carte all’interno della giunta spostando, forse, gli equilibri fra le forze che rappresentano la maggioranza che sostiene il governatore. Il quale ha certamente alcune promesse da mantenere, espresse durante la campagna elettorale per le politiche.