2 novembre 2013

Mozione di sfiducia per la Cancellieri

Mozione di sfiducia per la Cancellieri:
cancellieri_sfiducia.jpg
La Idem a causa dell'ICI non pagata ha dato le dimissioni in dieci giorni. La Cancellieri forse non le darà mai. Il motivo è semplice. La Cancellieri fa parte di quel mondo composto da politici, banchieri, istituzioni, finanzieri, inestricabile come una foresta pietrificata. Nessun monito da parte di Napolitano per questo scandalo per l'ingerenza di un ministro su una detenzione, avvenuta grazie a rapporti di lunga data con Ligresti. Non un fiato da Capitan Findus Letta. Hanno paura di essere travolti e credono che il silenzio li salverà, ma sono già condannati.
La mozione di sfiducia al ministro Cancellieri presentata dal M5S:
"Premesso che da notizie di stampa de “la Repubblica” e de “il Fatto Quotidiano” del 31 ottobre u.s. risulta che la Procura di Torino, sia in possesso di tabulati telefonici che contengano diversi contatti tra la famiglia Ligresti ed il Ministro della Giustizia Cancellieri, oltre al di lei figlio, fin dal giorno degli arresti della figlia Giulia. Il 17 luglio del 2013 il Tribunale di Torino ha disposto gli arresti per Salvatore Ligresti, per i suoi tre figli e per tre manager della compagnia Fonsai per falso in bilancio aggravato e aggiotaggio; per Salvatore Ligresti e i tre manager veniva disposto il giudizio immediato. La figlia Giulia Ligresti, coinvolta nell’inchiesta Fonsai, risulta essere l’unica, al momento, ad aver patteggiato; il 19 settembre 2013 veniva condannata a due anni e otto mesi di reclusione. Dalle intercettazioni telefoniche risulta che la compagna di Salvatore Ligresti, Gabriella Fragni, abbia suggerito al cognato Antonio Ligresti “di contattare il ministro come ultimo tentativo, visto che la situazione della figlia Giulia non trovava soluzione”. Risultano dai tabulati diverse telefonate del ministro stesso con i fratelli della famiglia Ligresti e risultano chiamate telefoniche ai due vice capi del dipartimento per l'amministrazione penitenziaria (DAP), Francesco Cascini e Luigi Pagano, per "sensibilizzarli" sul fatto che la figlia dell'ingegnere, arrestata il 28 luglio, soffrisse di anoressia. Risulta inoltre, intorno alla metà di agosto, con inconsueto zelo e tempestività, “un referto inviato dalle psicologhe dell’istituto penitenziario di detenzione della Ligresti in cui si segnalava lo stato di depressione della donna e si certificava l’incompatibilità del regime carcerario con le condizioni di salute della stessa".
Il 28 agosto, undici giorni dopo la telefonata di Antonio Ligresti, fratello di Salvatore Ligresti, diretta al Ministro, venivano concessi gli arresti domiciliari a Giulia Maria Ligresti. Risulta che l’interessamento del Ministro verso la situazione di Giulia Ligresti sia confermato anche nel verbale di interrogatorio del 22 agosto, durante il quale il Ministro dichiarava al procuratore aggiunto Vittorio Nessi che: “si è trattato di un intervento umanitario assolutamente doveroso in considerazione del rischio connesso con la detenzione”. L’intervento del Ministro a favore della scarcerazione di Giulia Ligresti “per motivi legati all’anoressia” presenta aspetti molto discutibili e che devono essere chiariti sul piano politico e non solo su quello giudiziario, in quanto risulta grave che l’intervento in questione sia stato richiesto da una telefonata privata e che abbia riguardato una classica detenuta eccellente. Il Ministro in indirizzo, nel corso del citato interrogatorio, così come riportato dagli organi di informazione, è stato chiamato a ricostruire le circostanze per le quali abbia di propria iniziativa contattato telefonicamente la compagna di Salvatore Ligresti, Gabriella Fragni, per manifestarle “solidarietà sotto l'aspetto umano” in occasione dell’arresto del compagno e delle di lui figlie, esprimendo al contempo forte rammarico e disappunto per l’accaduto, invitando altresì l’interlocutrice a “contare” sullo stesso Ministro per “qualsiasi cosa serva”. Il Ministro ha ammesso di avere ricevuto la telefonata di Antonino Ligresti in cui questi le rappresentava preoccupazione per lo stato di salute della nipote Giulia sofferente di anoressia, e che, pare, “rifiutasse il cibo in carcere” e ha ammesso di aver “sensibilizzato i due vice capi del Dap, perché facessero quanto di loro stretta competenza per la tutela della salute dei carcerati”.
Cascini era al corrente della situazione perché lo aveva già letto sui giornali e si era già posto il problema. Dopo di allora non li ho più sentiti e non so se siano intervenuti, e eventualmente, in che termini”, conclude il Ministro con una excusatio non petita, e chiarendo dunque che il suo interessamento era stato per un carcerato soltanto, Giulia Maria Ligresti. Inoltre, per completezza di informazioni, occorre sottolineare come la vicinanza tra il ministro e la famiglia Ligresti, sia di tutta evidenza in considerazione del fatto che il figlio del Ministro, Piergiorgio Peluso, risulta aver lavorato in Fonsai dal maggio del 2011, dopo essere stato responsabile del Corporate & Investment banking di Unicredit per l’Italia, posizione dalla quale aveva trattato l’esposizione delle società della famiglia siciliana. Peluso risulta aver incassato nel 2012 una buonuscita di 3,6 milioni di euro dopo un anno di lavoro come direttore generale della compagnia assicurativa Fondiaria Sai in virtù delle clausole contenute nel suo contratto che consentivano, in caso di cambio di controllo o di demansionamento, la possibilità di dimettersi con giusta causa e di incassare l’equivalente di tre annualità. Facoltà che Peluso ha deciso di esercitare dopo un anno, non rientrando una sua conferma nei programmi di Unipol, nel frattempo salita sulla plancia di comando dell’ex compagnia dei Ligresti. Inoltre, secondo annotazioni della Guardia di Finanza di Torino del 29 agosto 2013, Peluso “continua a intrattenere rapporti con alcuni dirigenti del Gruppo, interessandosi sia alle vicende giudiziarie che quelle societarie”. Da pregresse intercettazioni operate sulla stessa Giulia Ligresti, lei stessa, sfogandosi con un’amica, giudicava quella liquidazione milionaria nei confronti del figlio della Cancellieri come una ingiustizia: "Gli danno una liquidazione, invece che chiedergli i danni!". "Sì, invece di chiedergli i danni! Mi hanno detto che in Consiglio nessuno ha fiatato. Sì, sì.. Approvato all’unanimità. Che se fosse stato il nome di qualcun altro... Questo qui ha 45 anni, è un idiota. Perché veramente è venuto a distruggere una compagnia. Perché lo ha fatto proprio su mandato la distruzione... 5 milioni, è andato in Telecom, e l’Italia non scrive niente". Alla luce di ciò il comportamento del Ministro appare ancora più grave, e potrebbe sembrare come il pagamento di un debito a fronte di un guadagno percepito dal figlio.
In carcere si soffre e si muore: ogni giorno è emergenza umanitaria nelle nostre carceri. Ma alle grida di disperazione, agli allarmi quotidiani lanciati dai Garanti dei diritti dei detenuti, alle angosce dei parenti dei reclusi, ai casi conclamati di incompatibilità delle condizioni di salute con la penosa condizione degli istituti e dei servizi sanitari interni, al Dipartimento dell'Amministrazione Penitenziaria non sanno cosa rispondere, ma “si pongono il problema”, - per usare le parole della Cancellieri riferite al vice capo Francesco Cascini, - guarda caso solo per una detenuta eccellente, mentre altri 70.000 continuano a soffrire ed a morire. E' particolarmente grave che il ministro si serva di figure di garanzia come i magistrati, vice capi del DAP per adempiere ai suoi debiti privati, attraverso presunti atti di deviazione delle funzioni pubbliche. Ed è ancor più grave che di fronte ad una ingerenza interessata del Ministro, i magistrati che operano al DAP possano essere stati servizievoli col potere esecutivo e – anche a volere ritenere, contro l’evidenza, che non siano intervenuti (ma è difficile ritenerlo visto che “già si erano posti il problema“) - comunque non abbiano preso le distanze da un simile comportamento; non abbiano accertato come e perché sia stata adottata dalla psicologa l’iniziativa di promuovere una scarcerazione; non abbiano riferito formalmente all’autorità giudiziaria dell’interessamento ricevuto da parte del Ministro, così venendo meno alla funzione di garanzia e di pari trattamento di tutti i detenuti, tradendo i loro colleghi che lavorano negli uffici giudiziari, e gettando ombre sulle carriere e sulle attività svolte da magistrati all’ombra dell’esecutivo. Di fronte ad un’indagine ancora in corso, gli elementi a disposizione della magistratura richiedono un chiarimento su quanto sia davvero accaduto, e il solo sospetto che un Ministro della Giustizia possa aver ricevuto ed esercitato pressioni, è un’ombra di cui un membro delle istituzioni non si può vestire. D’altra parte siamo memori di un caso, avvenuto nella scorsa legislatura, e riguardante un Presidente del Consiglio dei Ministri e la Questura di Milano che può sembrare molto simile alla situazione in questione. Un Ministro della Giustizia che si sia lasciato condizionare nel suo operato dai suoi rapporti personali con la famiglia Ligresti – e dai rapporti economici poco chiari del figlio - agendo, oltretutto, con una marcata disparità di trattamento verso gli altri detenuti “non eccellenti”, ed utilizzando i magistrati che operano all’interno del ministero, è un'ombra indelebile sulla sua figura istituzionale da un punto di vista etico, morale e politico.
Per tutti questi motivi esposti in premessa, visti gli articoli 94 della Costituzione e 115 del Regolamento della Camera dei deputati; esprime sfiducia al Ministro della Giustizia Anna Maria Cancellieri e lo impegna a rassegnare le dimissioni."

Le bugie degli utili idioti

Le bugie degli utili idioti:
Mi corre l’obbligo di dover smentire un articolo uscito sul Sole24Ore e ripreso dal La Sicilia in data 31 ottobre, articolo che mi riguarda e che ancora una volta dipinge il mio passato usando il metodo Boffo, quello dei “si dice”, quello dei “forse”, senza portare alcuna prova e infangando però l’onorabilità di una persona.
L’accusa che mi viene mossa è quella di essere un dipendente di un imprenditore amico di un altro imprenditore (Di Vincenzo) che ha problemi con la legge.
Iniziamo a fare chiarezza sulla vicenda, io non conosco ne ho mai conosciuto l’imprenditore Di Vincenzo, e sfido chiunque a dimostrare il contrario, e fino a quando non lo farà, invito tutti a stare zitti.
L’imprenditore invece per il quale lavoravo, che è il Sig. Lo Cascio, in data 10 aprire 2013 mi ha fatto pervenire una lettera di licenziamento. Quindi non lavoro più per quella ditta.
Inoltre, io avevo diritto, perché l’azienda è fallita, alla mobilità (ovvero a 1000€ al mese per tre anni), ma essendo un Deputato Regionale, pur avendone diritto, non mi sembrava giusto ricevere questo denaro, l’ho lasciato all’Inps, in maniera tale che questi soldi vengano destinati a qualcuno che ne avesse di bisogno, qualcuno che entrava in cassa integrazione o in mobilità. Ho voluto fare spazio in questo senso. E queste sono cose che non avrei mai voluto dire perché pensavo potessero restare segrete, ed erano cose di cui non mi volevo vantare.

Però sono stanco di ricevere insinuazioni come quelle dell’On. Nello Dipasquale, che in aula, al Parlamento Regionale, si permette di dire che “si dice” che la mozione di sfiducia sia stata scritta nelle segrete stanze dei bottoni di quelle persone di Caltanissetta che remano contro l’azione purificatrice del Governo Crocetta.
Noi del Movimento 5 Stelle la mozione di sfiducia l’abbiamo scritta di nostro pugno, senza essere veicolati, senza essere strumentalizzati da nessuno, perché crediamo che questo Governo sia totalmente fallimentare, chi afferma il contrario non ha neanche il coraggio di prendersi le proprie responsabilità, di accettare una critica che è meramente politica.
Non ho più intenzione di rispondere a queste insinuazioni di bassissima lega, e qualora verranno riportate ulteriormente, mi riserbo di parlarne in altre sedi, perché adesso sono veramente stanco, perché questa è la sola politica che sanno fare, quella di gettare fango sulla figura degli altri, anche quando non c’è niente da infangare, perché la persona in questione è completamente pulita.

Giancarlo Cancelleri
Cittadino eletto all’ARS
XVI Legislatura

31 ottobre 2013

I sorgenti di Android 4.4 sono già nell’AOSP

I sorgenti di Android 4.4 sono già nell’AOSP:
aosp
Android 4.4 KitKat è stato annunciato poco meno di 3 ore fa e i sorgenti di questa versione sono stati già inseriti nell’Android Open Source Project, come ci fa notare il team del custom firmware CyanogenMod.
Oltre a darci però una lieta novella, ci informano che non si getteranno a capofitto su questa nuova release, ma continueranno a lavorare sulla Milestone 1 della versione 10.2 della loro rom, almeno finché non avranno completato il lavoro.
Anche se comunque il team si occuperà di vagliare i cambiamenti apportati con l’appena rilasciata, veniamo tutti quanti invitati a non sommergerli di richieste circa l’uscita delle nightly con a bordo Android 4.4: come ormai sappiamo, arriveranno quando arriveranno.
Il post si chiude con una nota amara (che davamo comunque per scontata): le migliore inerenti i dispositivi con soli 512 MB di RAM non si tramuteranno in una resurrezione dei terminali non più supportati: esattamente come accadde per Android 4.0, servono determinate fondamenta per poter costruire un sistema solido e performante.

Google presenta Android 4.4 KitKat: ecco le novità

Google presenta Android 4.4 KitKat: ecco le novità:
Come vi abbiamo annunciato, Google ha finalmente presentato il Nexus 5 e, di conseguenza, Android 4.4 KitKat. Ma cosa è realmente cambiato? Quali sono le novità? Scopriamole insieme.
(...)
Continua a leggere Google presenta Android 4.4 KitKat: ecco le novità su Androidiani.Com

Android 4.4 KitKat ufficiale: ottimizzato per dispositivi con 512 MB di RAM, ma non sarà aggiornato il Galaxy Nexus

Android 4.4 KitKat ufficiale: ottimizzato per dispositivi con 512 MB di RAM, ma non sarà aggiornato il Galaxy Nexus:
kitkat fumetto
In molti si sono al lungo interrogati circa la sua veridicità o meno, eppure Android 4.4 KitKat, in barba a qualsiasi previsione risalente a prime dell’annuncio di Sundar Pichai. Ma cosa ha portato di davvero nuovo questa attesissima versione di Android?
  • Nuovo launcher: la NavBar e la status bar sono trasparenti, in modo da poter sfruttare tutto lo spazio a disposizione su schermo; l’app drawer è privo della scheda widget, che ora si inseriscono con una schermata simile a quella presente in passato, ma richiamata tramite pressione prolungata sulla home.
  • Hangouts diventa il client ufficiale per gli SMS (ed MMS)
  • Nuovo dialer, che consente di cercare non solo tra i contatti ma anche tra i numeri dei posti vicini a noi o anche negli account Google Apps
  • Dovrebbe arrivare lo screen recording, ovvero la possibilità di catturare video di ciò che avviene sul nostro smartphone
  • Ottimizzazione per dispositivi con meno memoria (512 MB)
  • Comandi vocali sempre attivi (su Nexus 5)
  • Android 4.4, KitKat sarà disponibile nelle prossime settimane su Nexus 4, 7 (si suppone sia 2012 che 2013), 10, e su Samsung Galaxy S4 e HTC One Google Play edition. Google ha già esplicitamente detto che Galaxy Nexus non sarà aggiornato, perché cade al di fuori dei 18 mesi di aggiornamenti garantiti.

LG Nexus 5 ufficiale: ordinabile già adesso, spedito il 4 novembre

LG Nexus 5 ufficiale: ordinabile già adesso, spedito il 4 novembre:
nexus 5 italia
Sono stati due lunghi mesi quelli che hanno preceduto il lancio ufficiale del Nexus 5: tutto è iniziato con l’usuale video che da sempre segue l’arrivo di ogni nuova statua di Android al Googleplex. Il mondo era già incuriosito da quel bugdroid a forma di KitKat, ma uno dei tanti impiegati di Google presenti ha guadagnato subito involontaria notorietà, grazie al telefono che stringeva in mano: il Nexus 5, ovviamente.
Da lì in poi è stato un susseguirsi di infinite voci più o meno confermate, a volte in accordo, altre in antitesi: così tante che dovremmo dedicare loro un articolo a parte per ripercorrerle tutte (la maggior parte le potete comunque trovare cliccando qui); ma non è per questo che siamo qui adesso.
Signore e signori, diamo quindi il benvenuto al Nexus 5, il secondo smartphone nato dalla partnership di Google con LG:
  • Display: 4,95” full HD
  • CPU: Snapdragon 800 a 2,3 GHz
  • RAM: 2 GB
  • Memoria interna: 16 / 32 GB non espandibile
  • Fotocamera posteriore: 8 megapixel con stabilizzatore ottico d’immagine (OIS)
  • Fotocamera anteriore: 1,2 megapixel
  • Batteria: 2.300 mAh
  • OS: Android 4.4 KitKat
Lo smartphone è già disponibile su Google Play Device, al prezzo di 349€ per il modello da 16 GB e di 399€ per quello da 32 GB.

Android KitKat | Android Developers

Android KitKat | Android Developers

Welcome to Android 4.4 KitKat!
Android KitKat brings all of Android's most innovative, most beautiful, and most useful features to more devices everywhere.
This document provides a glimpse of what's new for developers.

Android 4.4 KitKat and Updated Developer Tools | Android Developers Blog

Android 4.4 KitKat and Updated Developer Tools | Android Developers Blog