10 ottobre 2013
Da oggi le espulsioni dei clandestini sono più semplici
Da oggi le espulsioni dei clandestini sono più semplici:
Dopo l'emendamento del M5S il clandestino rimane comunque clandestino, ma sarà più facile procedere con le espulsioni
"La legge Bossi-Fini con l'introduzione del "reato di clandestinità" in questi anni ha aumentato il numero di immigrati irregolari, ha distolto le forze dell'ordine dalla sicurezza del territorio ed aumentato i costi per la Giustizia con cifre spropositate. Nel 2008, il Sap-Sindacato Autonomo di Polizia prese una dura posizione contro questo aspetto della legge Bossi-Fini: "prevedere l'arresto obbligatorio in flagranza ed il processo per direttissima, implica che gli stranieri vadano presi e accompagnati non in carcere ma presso le strutture di polizia e tenuti in custodia fino al giorno dopo quando ci sara' il processo. Cio' comporta che le pattuglie dovranno abbandonare il territorio per sorvegliare i fermati: ci sara' quindi meno sicurezza. Ancora piu' grave l'articolo che allunga i tempi di detenzione nei Cie. La norma aggravera' il sovraffollamento delle carceri e determinera' un aumento esponenziale dei processi". Fatti che si sono regolarmente avverati. Il "reato di clandestinità" non ha risolto nulla aggravando solo i costi per la Giustizia, con meno sicurezza per le strade, senza combattere il fenomeno e lo sfruttamento legato a quest'ultimo, addirittura aggravandolo. Con questo emendamento le espulsioni dei cittadini irregolari potranno procedere per via civile, senza inghippi, senza inutili spese burocratiche (che gravano sulle tasche dei cittadini italiani), chi troverà persone in mezzo al mare potrà salvarle senza incorrere in nessun tipo di reato. Non lasceremo più morire nessuno in maniera inumana, ci sarà più sicurezza, più legalità e più umanità." M5S Senato
Dopo l'emendamento del M5S il clandestino rimane comunque clandestino, ma sarà più facile procedere con le espulsioni
"La legge Bossi-Fini con l'introduzione del "reato di clandestinità" in questi anni ha aumentato il numero di immigrati irregolari, ha distolto le forze dell'ordine dalla sicurezza del territorio ed aumentato i costi per la Giustizia con cifre spropositate. Nel 2008, il Sap-Sindacato Autonomo di Polizia prese una dura posizione contro questo aspetto della legge Bossi-Fini: "prevedere l'arresto obbligatorio in flagranza ed il processo per direttissima, implica che gli stranieri vadano presi e accompagnati non in carcere ma presso le strutture di polizia e tenuti in custodia fino al giorno dopo quando ci sara' il processo. Cio' comporta che le pattuglie dovranno abbandonare il territorio per sorvegliare i fermati: ci sara' quindi meno sicurezza. Ancora piu' grave l'articolo che allunga i tempi di detenzione nei Cie. La norma aggravera' il sovraffollamento delle carceri e determinera' un aumento esponenziale dei processi". Fatti che si sono regolarmente avverati. Il "reato di clandestinità" non ha risolto nulla aggravando solo i costi per la Giustizia, con meno sicurezza per le strade, senza combattere il fenomeno e lo sfruttamento legato a quest'ultimo, addirittura aggravandolo. Con questo emendamento le espulsioni dei cittadini irregolari potranno procedere per via civile, senza inghippi, senza inutili spese burocratiche (che gravano sulle tasche dei cittadini italiani), chi troverà persone in mezzo al mare potrà salvarle senza incorrere in nessun tipo di reato. Non lasceremo più morire nessuno in maniera inumana, ci sarà più sicurezza, più legalità e più umanità." M5S Senato
9 ottobre 2013
Ha offeso 9 milioni di italiani
Ha offeso 9 milioni di italiani:
Niente grazia per Berlusconi, è certo. Sì, invece, a provvedimenti precisi di amnistia e indulto: «un indulto di sufficiente ampiezza, ad esempio pari a tre anni di reclusione, e una amnistia avente ad oggetto fattispecie di non rilevante gravità». Questa la posizione di Napolitano. Nessuno mette in dubbio che la «condizione delle carceri» in questo Paese sia degradante, infamante. Né che un immediato intervento sulla «drammatica» situazione carceraria costituisca un imperativo giuridico e morale. Pure, è innegabile che l’effetto politico dei provvedimenti auspicati non sarebbe che uno: salvare il Caimano. Un conto, infatti, sono le retoriche e le ideologie (umanitarismo, diritti, condizione degli stranieri, etc.) che servono a giustificare la concessione di amnistia e indulto; un altro, sono le conseguenze politiche che da questi provvedimenti derivano. Ed è un fatto oggettivo che, in questo momento, tutto ciò servirebbe a far tornare sulla scena il Caimano.
Tutto questo il Capo dello Stato non lo sa? L’«imperativo» sarà pure giuridico o morale, ma il «condizionale» (che qui è d’obbligo) è certo politico. Il M5S lo ha detto chiaramente, e la risposta di Napolitano non è stata delle più pacate, come ci si attenderebbe dal rappresentante dell’unità nazionale: «Quelli che, come i grillini, mi accusano di volere un’amnistia pro-Berlusconi sono persone che fanno pensare a una sola cosa, hanno un pensiero fisso e se ne fregano dei problemi della gente e del Paese. E non sanno quale tragedia sia quelle carceri. Non ho altro da aggiungere».
Ed invece vi sarebbe molto da aggiungere: quale diritto ha il Capo dello Stato, il «garante della Costituzione», di attaccare esplicitamente l’opposizione parlamentare per aver questa criticato gli effetti politici che deriverebbero da una legge approvata dal Parlamento? Non è la prima volta che accade. Ma è, da ieri, evidente che questo Presidente della Repubblica non rappresenta più l’unità della Nazione, ma soltanto una parte del Paese: quella che ha voluto le “larghe intese” della partitocrazia, quella che cercherà, con tutti i mezzi a sua disposizione, di salvare ancora il Caimano.
Niente grazia per Berlusconi, è certo. Sì, invece, a provvedimenti precisi di amnistia e indulto: «un indulto di sufficiente ampiezza, ad esempio pari a tre anni di reclusione, e una amnistia avente ad oggetto fattispecie di non rilevante gravità». Questa la posizione di Napolitano. Nessuno mette in dubbio che la «condizione delle carceri» in questo Paese sia degradante, infamante. Né che un immediato intervento sulla «drammatica» situazione carceraria costituisca un imperativo giuridico e morale. Pure, è innegabile che l’effetto politico dei provvedimenti auspicati non sarebbe che uno: salvare il Caimano. Un conto, infatti, sono le retoriche e le ideologie (umanitarismo, diritti, condizione degli stranieri, etc.) che servono a giustificare la concessione di amnistia e indulto; un altro, sono le conseguenze politiche che da questi provvedimenti derivano. Ed è un fatto oggettivo che, in questo momento, tutto ciò servirebbe a far tornare sulla scena il Caimano.
Tutto questo il Capo dello Stato non lo sa? L’«imperativo» sarà pure giuridico o morale, ma il «condizionale» (che qui è d’obbligo) è certo politico. Il M5S lo ha detto chiaramente, e la risposta di Napolitano non è stata delle più pacate, come ci si attenderebbe dal rappresentante dell’unità nazionale: «Quelli che, come i grillini, mi accusano di volere un’amnistia pro-Berlusconi sono persone che fanno pensare a una sola cosa, hanno un pensiero fisso e se ne fregano dei problemi della gente e del Paese. E non sanno quale tragedia sia quelle carceri. Non ho altro da aggiungere».
Ed invece vi sarebbe molto da aggiungere: quale diritto ha il Capo dello Stato, il «garante della Costituzione», di attaccare esplicitamente l’opposizione parlamentare per aver questa criticato gli effetti politici che deriverebbero da una legge approvata dal Parlamento? Non è la prima volta che accade. Ma è, da ieri, evidente che questo Presidente della Repubblica non rappresenta più l’unità della Nazione, ma soltanto una parte del Paese: quella che ha voluto le “larghe intese” della partitocrazia, quella che cercherà, con tutti i mezzi a sua disposizione, di salvare ancora il Caimano.
Giulia Sarti, deputata M5S, sul Piano Carceri. “La Cancellieri garantisce che l’aministia e l’indulto non riguarderanno reati finanziari. Ma come si fa a fidarsi senza prove? Vi ricordate come finì nel 2006 con l’indulto? Noi non ci fidiamo. E denunceremo tutto, subito, non appena sentiremo odore di salvacondotto!”
INDULTO E AMNISTIA: le domande che nessuno vuole farsi (tranne noi)
INDULTO E AMNISTIA: le domande che nessuno vuole farsi (tranne noi):
“L’indulto non serve per i poveri cristi. A chi serve, allora, adesso? Possiamo sospettare che serva, che ne so, per qualche ex vicepresidente del Csm, indagato per falsa testimonianza a Palermo e il cui reato ricadrebbe sotto l’indulto? Oppure per qualche ex tesoriere di partito nei guai della giutizia e che ovviamente si avvarrebbe dell’indulto e dell’amnistia? O ancora che possa essere merce di scambio per la tenuta e la stabilità del Governo? Dovete essere voi della stampa a farvi queste domande: noi continueremo a porle. Se presentiamo un piano carceri dettagliato ad agosto e non otteniamo nessuna risposta, oltre a pressioni per fare l’indulto e l’amnistia, allora a noi non resta che denunciare cosa c’è dietro: da un lato operazioni immobiliari, speculative, perchè le carceri antiche borboniche sono nei centri cittadini di Milano, di Roma, di Catania e fanno gola agli immobiliaristi, dall’altro lato gli interessi di chi non è mai andato in carcere e non ci vuole andare. Cosa c’entra tutto questo, caro Presidente Napolitano, con la sofferenza dei detenuti che in questo momento sono confinati in quelle stesse carceri? noi crediamo di saperlo.” Mario Michele Giarrusso (clicca per guardare il video dell’intervento)
[qui la conferenza stampa integrale di questa mattina]
“L’indulto non serve per i poveri cristi. A chi serve, allora, adesso? Possiamo sospettare che serva, che ne so, per qualche ex vicepresidente del Csm, indagato per falsa testimonianza a Palermo e il cui reato ricadrebbe sotto l’indulto? Oppure per qualche ex tesoriere di partito nei guai della giutizia e che ovviamente si avvarrebbe dell’indulto e dell’amnistia? O ancora che possa essere merce di scambio per la tenuta e la stabilità del Governo? Dovete essere voi della stampa a farvi queste domande: noi continueremo a porle. Se presentiamo un piano carceri dettagliato ad agosto e non otteniamo nessuna risposta, oltre a pressioni per fare l’indulto e l’amnistia, allora a noi non resta che denunciare cosa c’è dietro: da un lato operazioni immobiliari, speculative, perchè le carceri antiche borboniche sono nei centri cittadini di Milano, di Roma, di Catania e fanno gola agli immobiliaristi, dall’altro lato gli interessi di chi non è mai andato in carcere e non ci vuole andare. Cosa c’entra tutto questo, caro Presidente Napolitano, con la sofferenza dei detenuti che in questo momento sono confinati in quelle stesse carceri? noi crediamo di saperlo.” Mario Michele Giarrusso (clicca per guardare il video dell’intervento)
[qui la conferenza stampa integrale di questa mattina]
Chip assicurativi per le auto: addio contrassegni nel 2015
Chip assicurativi per le auto: addio contrassegni nel 2015: Il chip sostituirà i contrassegni assicurativi sulle auto.
I partiti si tengono le province (e le poltrone)
I partiti si tengono le province (e le poltrone):
"Oggi si è votato per l'abolizione delle Province (all'interno del Decreto Femminicidio, figuratevi voi). Nel famoso tabellone vedete i puntini verdi, quelli sono i voti del M5S. Il partito unico ha detto ancora una volta NO all'abolizione delle Province, malgrado le promesse in campagna elettorale! L'ennesimo trucco dei partiti per tenersi strette le poltrone, allora delle due l'una: o non sono in grado di fare le leggi, oppure sono vergognosamente ipocriti." M5S Camera
"Oggi si è votato per l'abolizione delle Province (all'interno del Decreto Femminicidio, figuratevi voi). Nel famoso tabellone vedete i puntini verdi, quelli sono i voti del M5S. Il partito unico ha detto ancora una volta NO all'abolizione delle Province, malgrado le promesse in campagna elettorale! L'ennesimo trucco dei partiti per tenersi strette le poltrone, allora delle due l'una: o non sono in grado di fare le leggi, oppure sono vergognosamente ipocriti." M5S Camera
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