Povero Mario:
"Mario lavora come impiegato in una ditta. inizia alle 8 e torna a casa per le 19 stanchissimo. Non può arrivare tardi né mancare al lavoro e deve sempre produrre dei buoni risultati, altrimenti rischia il licenziamento. Ma nonostante lavori tanto, lui e la sua famiglia devono privarsi di tante cose dato che il suo stipendio netto è di solo 1.200 euro al mese e per poter finalmente cominciare a riposare dovra’ aspettare a completare 40 anni di contributi o arrivare all’età di 67 anni... e non riceve aiuto da nessuno. Anzi è lui che è forzato ad aiutare gli altri: Infatti la sua busta paga e cosi’ bassa perché il 40% se ne va in tasse, destinate al fondo contributi statali per i giornalisti, finanziamento pubblico dei partiti, i vitalizi dei parlamentari e dei loro parenti (dopo solo due anni in parlamento, senza obbligo di presenza continua e a partire da soli 60 anni e anche meno), per aiutare a viaggiare comodamente i politici nelle auto blu e per permettergli di mangiare bene grazie ai loro rimborsi spese, per il sussidio per il cinema (non è importante qualità dei film), per i mega stipendi dei dipendenti, mega contratti e altri sprecchi della tv di stato RAI (anche qui, la qualità del lavoro conta poco), per i mega stipendi dei politici (qui idem) a volte per doppi incarichi e le loro pensioni d’oro (anche qui doppie, e a volte addirittura per condannati, vedi Fiorito), per aiutare i falsi ciechi e altri falsi disabili, per i contributi per le scuole private, per pagare gli stipendi dei burocrati che si fanno timbrare il cartellino, per opere pubbliche non finite, ecc. Per aiutare Mario, devi contattarlo. Per trovare il suo numero apri le pagine bianche e scegli un numero a caso. Ma forse il modo migliore di aiutarlo sarebbe abolire tutti i suddetti privilegi. Forse così potra’ permettersi di avere una vita migliore." Sidney Jahnsen
23 giugno 2013
21 giugno 2013
L’Unesco incorona l’Etna: è patrimonio dell’umanità
L’Unesco incorona l’Etna: è patrimonio dell’umanità:
Da oggi l’Etna è patrimonio mondiale dell’umanità. Il comitato dell’Unesco si è riunito nella sua sessione annuale a Phnom Penh in Cambogia, definendo il ‘Mongibello’ come uno dei vulcani “più emblematici e attivi del mondo”.
Lo scorso 3 maggio il ministero dell’Ambiente aveva annunciato la volontà dell’Unesco di iscrivere l’Etna nella Worl Heritage List: “E’ un traguardo significativo per l’Italia – aveva commenta il ministro dell’Ambiente Andrea Orlando – .Il riconoscimento Unesco, come è già avvenuto recentemente con le Dolomiti, è un’opportunità per il nostro Paese per coniugare la tutela dell’ambiente con la valorizzazione del territorio, investendo così nello sviluppo sostenibile, la strada che dobbiamo percorrere”.
foto di Antonio Parrinello
Da oggi l’Etna è patrimonio mondiale dell’umanità. Il comitato dell’Unesco si è riunito nella sua sessione annuale a Phnom Penh in Cambogia, definendo il ‘Mongibello’ come uno dei vulcani “più emblematici e attivi del mondo”.
Lo scorso 3 maggio il ministero dell’Ambiente aveva annunciato la volontà dell’Unesco di iscrivere l’Etna nella Worl Heritage List: “E’ un traguardo significativo per l’Italia – aveva commenta il ministro dell’Ambiente Andrea Orlando – .Il riconoscimento Unesco, come è già avvenuto recentemente con le Dolomiti, è un’opportunità per il nostro Paese per coniugare la tutela dell’ambiente con la valorizzazione del territorio, investendo così nello sviluppo sostenibile, la strada che dobbiamo percorrere”.
foto di Antonio Parrinello
Dire, fare, baciare, lettera, testamento
Dire, fare, baciare, lettera, testamento:
Chi da bambino non ha giocato a "Dire, fare, baciare, lettera, testamento"? Finiva sempre che si doveva dire di essere un carciofo, un pirla, un piciu, un mona (dipendeva dalle regioni) a voce alta, che si era costretti a qualcosa di innominabile come baciare un cane bavoso sulla bocca (mai la compagna di classe più carina!), farsi scrivere dai compagni con vigore da carpentiere una lettera e il proprio testamento sulla schiena. Peggio c'era solo lo schiaffo del soldato dove a turno i cosiddetti amici si esercitavano a chi dava lo schiaffo più forte sulla mano del malcapitato di turno. Il Nipote di suo Zio, Capitan Findus Letta sicuramente conosce la tiritera. Lo si capisce da come la applica passo dopo passo. Nel primo mese c'è stata la fase del Dire, del salvataggio del Paese, del senso di responsabilità, delle priorità irrinunciabili del lavoro, dell'occupazione, dei conti pubblici. Una fase in cui il Nipote ha dato il meglio di sé con l'annuncio della fine del finanziamento pubblico ai partiti mai avvenuto. E' arrivata quindi la fase del Fare, quella delle frasi che lasciano il segno e che rendono giustizia a un governo operoso: "Il tema lavoro è in rampa di lancio" e occorre "solo concretezza" (da parte di chi se è lecito sapere?), oppure "Siamo un paese serio, non siamo più osservati speciali, abbiamo i numeri a posto", (quali numeri, quelli della disoccupazione giovanile? del debito pubblico? delle aziende che chiudono una al minuto? di che numeri parla? dei numeri del lotto?). Per il Nipote dopo due mesi del governo del Dolce Far Nulla ci siamo già meritati una riconquistata reputazione. Capitan Findus assomiglia a un annunciatrice televisiva, solo che dopo l'annuncio non c'è il programma, ma l'intervallo. A furia di Dire e Fare, con l'IVA che forse aumenta e forse no e la presa per il culo del rinvio dll'IMU che dovremo pagare se non troveranno altre risorse (leggesi altre tasse dirette e indirette) e discussioni sui massimi sistemi, Capitan Findus sta arrivando alla fase del Baciare. Una prova che supererà senza sforzo, si tratta solo di baciare il culo di Berlusconi per sopravvivere il più a lungo possibile, un bacio che per un pidimenoellino è consuetudine decennale. La fase della Lettera arriverà in autunno o al più tardi a primavera, la scriveranno sulla schiena di Letta&Alfano milioni di taliani, i cassintegrati senza più cassa integrazione, i precari, i licenziati, gli sfrattati. Una lettera di licenziamento in tronco. A Letta, il più insignificante presidente del Consiglio del dopoguerra, rimarrà solo la fase del Testamento. Ci lascerà un'Italia impoverita e rabbiosa. Dopo aver tirato a campare, il pdmenoelle tirerà le cuoia. Requiescat in pace.
Chi da bambino non ha giocato a "Dire, fare, baciare, lettera, testamento"? Finiva sempre che si doveva dire di essere un carciofo, un pirla, un piciu, un mona (dipendeva dalle regioni) a voce alta, che si era costretti a qualcosa di innominabile come baciare un cane bavoso sulla bocca (mai la compagna di classe più carina!), farsi scrivere dai compagni con vigore da carpentiere una lettera e il proprio testamento sulla schiena. Peggio c'era solo lo schiaffo del soldato dove a turno i cosiddetti amici si esercitavano a chi dava lo schiaffo più forte sulla mano del malcapitato di turno. Il Nipote di suo Zio, Capitan Findus Letta sicuramente conosce la tiritera. Lo si capisce da come la applica passo dopo passo. Nel primo mese c'è stata la fase del Dire, del salvataggio del Paese, del senso di responsabilità, delle priorità irrinunciabili del lavoro, dell'occupazione, dei conti pubblici. Una fase in cui il Nipote ha dato il meglio di sé con l'annuncio della fine del finanziamento pubblico ai partiti mai avvenuto. E' arrivata quindi la fase del Fare, quella delle frasi che lasciano il segno e che rendono giustizia a un governo operoso: "Il tema lavoro è in rampa di lancio" e occorre "solo concretezza" (da parte di chi se è lecito sapere?), oppure "Siamo un paese serio, non siamo più osservati speciali, abbiamo i numeri a posto", (quali numeri, quelli della disoccupazione giovanile? del debito pubblico? delle aziende che chiudono una al minuto? di che numeri parla? dei numeri del lotto?). Per il Nipote dopo due mesi del governo del Dolce Far Nulla ci siamo già meritati una riconquistata reputazione. Capitan Findus assomiglia a un annunciatrice televisiva, solo che dopo l'annuncio non c'è il programma, ma l'intervallo. A furia di Dire e Fare, con l'IVA che forse aumenta e forse no e la presa per il culo del rinvio dll'IMU che dovremo pagare se non troveranno altre risorse (leggesi altre tasse dirette e indirette) e discussioni sui massimi sistemi, Capitan Findus sta arrivando alla fase del Baciare. Una prova che supererà senza sforzo, si tratta solo di baciare il culo di Berlusconi per sopravvivere il più a lungo possibile, un bacio che per un pidimenoellino è consuetudine decennale. La fase della Lettera arriverà in autunno o al più tardi a primavera, la scriveranno sulla schiena di Letta&Alfano milioni di taliani, i cassintegrati senza più cassa integrazione, i precari, i licenziati, gli sfrattati. Una lettera di licenziamento in tronco. A Letta, il più insignificante presidente del Consiglio del dopoguerra, rimarrà solo la fase del Testamento. Ci lascerà un'Italia impoverita e rabbiosa. Dopo aver tirato a campare, il pdmenoelle tirerà le cuoia. Requiescat in pace.
Google Play Store: ecco come proteggere con password il download delle app
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Come molti di voi sapranno, di default, per scaricare le applicazioni gratuite dal Play Store non è richiesto alcun inserimento di password; ciò porta naturalmente ad una maggiore rapidità nello scaricamento, ma soprattutto al non dover inserire la propria chiave ogni volta. Se da un lato abbiamo una maggiore facilità, dall’altro troviamo il rischio che vengano installate applicazioni indesiderate, o comunque senza il nostro permesso.(...)
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Una chiara operazione politica
Una chiara operazione politica:
di Paolo Becchi
Scissioni, divisioni interne al M5S? Bisogna stare sui fatti, ordinarli, seguirli con attenzione. Per la stampa italiana non ci sono mai fatti, ma soltanto “casi”, scoop, scandali, chiacchiere. Perfino «profezie», come quella di Giovanni Favia («Il problema è su, ai vertici. E quindi, o Grillo e Casaleggio si levano dai coglioni oppure il movimento a loro gli esploderà in mano»).
C’è, in realtà, un’operazione politica chiara in corso, che deve essere compresa e analizzata. La formazione del Governo Letta è stata resa possibile non tanto da una crisi interna al Pd, quanto dal conflitto tra Bersani e Napolitano. È da quest’ultimo che Bersani è stato sfiduciato (non dal Parlamento, di fronte al quale non si è neppure potuto presentare). Ed è Napolitano il vero artefice dell’alleanza Pd – Pdl, il vero artefice della «pacificazione nazionale». Una pace terrificante. È Napolitano il vero sovrano, colui che ha deciso sullo stato di eccezione, imponendo un ordine preciso: Pd – Pdl da una parte, M5S dall’altra. È Napolitano che ha imposto la linea delle larghe intese e la trasformazione del sistema democratico parlamentare in una Terza Repubblica del Presidente.
Tutto è avvenuto in continuità con l’esperienza di Monti, perché è da essa che data la costruzione di una nuova Repubblica presidenziale, che è passata per la farsa della rielezione del Capo dello Stato. Il vero oppositore a questo progetto è stato Bersani. Il quale, nonostante lo “scacco” subìto, non ha mai rinunziato al suo obiettivo politico. Bersani non ha mai rinunziato all’idea di governare da solo, eliminando una volta per tutte Berlusconi dalla scena politica. Ciò che sta accadendo in questi giorni – dietro la cortina di fumo dello “scandalo” del caso Gambaro – è una manovra interna al Pd, per far cadere il Governo Letta, la “grande alleanza”, mediante un passaggio di senatori del M5S nelle fila dei bersaniani.
Strategia ottusa, cieca. Berlusconi non lo si sconfigge con manovre di palazzo. Bersani dovrebbe imparare la lezione impartita dalla Banca Centrale Europea: Berlusconi “salta” a colpi di spread, salta attaccando le sue imprese, strozzando la sua rete di interessi economici e finanziari. E non è affatto da escludere che sia proprio Berlusconi a tentare di far saltare il banco dopo aver perso la partita del legittimo impedimento. Berlusconi e Bersani dimenticano però che non siamo più nella Seconda Repubblica, ma nella Terza. Non in un Governo del premier, ma del Presidente. Dimenticano, cioè, che non è Letta, ma Napolitano a condurre i giochi. E le condizioni di Napolitano sono note: se cade Letta, non ci sarà nessun nuovo incarico, ma le dimissioni del Capo dello Stato, ed una crisi che Bersani non sarebbe in grado di gestire. Gargamella non può competere con il Grande Vecchio, il vero ed unico erede della strategia del compromesso storico.
Bersani dovrebbe inventarsi qualcosa di meglio dei goffi tentativi di cui si sente parlare in questi giorni, popolati da personaggi come Sonia Alfano – prima vicina al M5S e, poi, passata a più miti consigli, europarlamentare dell’Italia dei Valori –, Ingroia (il cui “balletto” con il CSM è ormai giunto al ridicolo), Pippo Civati. Tutte queste manovre indeboliranno il M5S? No, in alcun modo: se ci sono dei nemici interni, il MoVimento sarà più forte senza di loro. E’ poi possibile che a causa di qualche “liberato” che preferisce la “bistecca” si metta a repentaglio un progetto, per la verità l’unico progetto, che aveva dato una nuova speranza al nostro Paese? No!
Dallo scouting di Bersani siamo ormai passati allo stillicidio continuo, goccia a goccia. Matrix ci sta succhiando il sangue dall’interno. A bordo della nave della rivoluzione sono saliti in troppi e alcuni evidentemente poco o nulla con quella rivoluzione avevano a che fare. Dobbiamo prenderne atto. È meglio restare ora con una pattuglia un po’ ridotta, ma formata da abili e coraggiosi combattenti che credono fermamente in quello per cui combattono. Il MoVimento li sosterrà sempre.
di Paolo Becchi
Scissioni, divisioni interne al M5S? Bisogna stare sui fatti, ordinarli, seguirli con attenzione. Per la stampa italiana non ci sono mai fatti, ma soltanto “casi”, scoop, scandali, chiacchiere. Perfino «profezie», come quella di Giovanni Favia («Il problema è su, ai vertici. E quindi, o Grillo e Casaleggio si levano dai coglioni oppure il movimento a loro gli esploderà in mano»).
C’è, in realtà, un’operazione politica chiara in corso, che deve essere compresa e analizzata. La formazione del Governo Letta è stata resa possibile non tanto da una crisi interna al Pd, quanto dal conflitto tra Bersani e Napolitano. È da quest’ultimo che Bersani è stato sfiduciato (non dal Parlamento, di fronte al quale non si è neppure potuto presentare). Ed è Napolitano il vero artefice dell’alleanza Pd – Pdl, il vero artefice della «pacificazione nazionale». Una pace terrificante. È Napolitano il vero sovrano, colui che ha deciso sullo stato di eccezione, imponendo un ordine preciso: Pd – Pdl da una parte, M5S dall’altra. È Napolitano che ha imposto la linea delle larghe intese e la trasformazione del sistema democratico parlamentare in una Terza Repubblica del Presidente.
Tutto è avvenuto in continuità con l’esperienza di Monti, perché è da essa che data la costruzione di una nuova Repubblica presidenziale, che è passata per la farsa della rielezione del Capo dello Stato. Il vero oppositore a questo progetto è stato Bersani. Il quale, nonostante lo “scacco” subìto, non ha mai rinunziato al suo obiettivo politico. Bersani non ha mai rinunziato all’idea di governare da solo, eliminando una volta per tutte Berlusconi dalla scena politica. Ciò che sta accadendo in questi giorni – dietro la cortina di fumo dello “scandalo” del caso Gambaro – è una manovra interna al Pd, per far cadere il Governo Letta, la “grande alleanza”, mediante un passaggio di senatori del M5S nelle fila dei bersaniani.
Strategia ottusa, cieca. Berlusconi non lo si sconfigge con manovre di palazzo. Bersani dovrebbe imparare la lezione impartita dalla Banca Centrale Europea: Berlusconi “salta” a colpi di spread, salta attaccando le sue imprese, strozzando la sua rete di interessi economici e finanziari. E non è affatto da escludere che sia proprio Berlusconi a tentare di far saltare il banco dopo aver perso la partita del legittimo impedimento. Berlusconi e Bersani dimenticano però che non siamo più nella Seconda Repubblica, ma nella Terza. Non in un Governo del premier, ma del Presidente. Dimenticano, cioè, che non è Letta, ma Napolitano a condurre i giochi. E le condizioni di Napolitano sono note: se cade Letta, non ci sarà nessun nuovo incarico, ma le dimissioni del Capo dello Stato, ed una crisi che Bersani non sarebbe in grado di gestire. Gargamella non può competere con il Grande Vecchio, il vero ed unico erede della strategia del compromesso storico.
Bersani dovrebbe inventarsi qualcosa di meglio dei goffi tentativi di cui si sente parlare in questi giorni, popolati da personaggi come Sonia Alfano – prima vicina al M5S e, poi, passata a più miti consigli, europarlamentare dell’Italia dei Valori –, Ingroia (il cui “balletto” con il CSM è ormai giunto al ridicolo), Pippo Civati. Tutte queste manovre indeboliranno il M5S? No, in alcun modo: se ci sono dei nemici interni, il MoVimento sarà più forte senza di loro. E’ poi possibile che a causa di qualche “liberato” che preferisce la “bistecca” si metta a repentaglio un progetto, per la verità l’unico progetto, che aveva dato una nuova speranza al nostro Paese? No!
Dallo scouting di Bersani siamo ormai passati allo stillicidio continuo, goccia a goccia. Matrix ci sta succhiando il sangue dall’interno. A bordo della nave della rivoluzione sono saliti in troppi e alcuni evidentemente poco o nulla con quella rivoluzione avevano a che fare. Dobbiamo prenderne atto. È meglio restare ora con una pattuglia un po’ ridotta, ma formata da abili e coraggiosi combattenti che credono fermamente in quello per cui combattono. Il MoVimento li sosterrà sempre.
L'Unità fa schifo
L'Unità fa schifo:
L'Unità fa schifo perché oggi apre con un titolo che è spudoratamente falso
L'Unità fa schifo perché non racconta che il M5S ha donato già un acconto di 350.000 euro risparmiati della campagna elettorale al Comune di Mirandola colpito dal terremoto
L'Unità fa schifo perché Rigor Montis l'anno scorso ha deliberato 5.267.860,38 di euro (per l'anno 2010) di finanziamenti in suo favore. Alla faccia della crisi, compagni.
L'Unità fa schifo perché i suoi finanziamenti pubblici era meglio darli ai terremotati
L'Unità fa schifo perché i suoi finanziamenti pubblici era meglio darli alle imprese in crisi
L'Unità fa schifo perché più che un giornale è un foglio di propaganda
L'Unità fa schifo perché ogni giorno getta fango sui cittadini M5S in Parlamento e sui 9 milioni che li hanno votati
L'Unità fa schifo perché non dice agli aquilani e agli emiliani che il governo non vuole dargli i soldi per finanziare gli f35 e la Tav
L'Unità fa schifo perchè non dice che solo il M5S si è opposto
L'Unità fa schifo perché solo il M5S ha votato per la sospensione dell'IMU ai terremotati
L'Unità fa schifo. E quando chiuderà non mancherà a nessuno.
PS: Questo è il bonifico che attesta l'avvenuta transazione di 350.000 euro in favore del Comune di Mirandola per la costruzione della palestra di Quarantoli. Clicca sull'immagine per scaricarlo:
L'Unità fa schifo perché oggi apre con un titolo che è spudoratamente falso
L'Unità fa schifo perché non racconta che il M5S ha donato già un acconto di 350.000 euro risparmiati della campagna elettorale al Comune di Mirandola colpito dal terremoto
L'Unità fa schifo perché Rigor Montis l'anno scorso ha deliberato 5.267.860,38 di euro (per l'anno 2010) di finanziamenti in suo favore. Alla faccia della crisi, compagni.
L'Unità fa schifo perché i suoi finanziamenti pubblici era meglio darli ai terremotati
L'Unità fa schifo perché i suoi finanziamenti pubblici era meglio darli alle imprese in crisi
L'Unità fa schifo perché più che un giornale è un foglio di propaganda
L'Unità fa schifo perché ogni giorno getta fango sui cittadini M5S in Parlamento e sui 9 milioni che li hanno votati
L'Unità fa schifo perché non dice agli aquilani e agli emiliani che il governo non vuole dargli i soldi per finanziare gli f35 e la Tav
L'Unità fa schifo perchè non dice che solo il M5S si è opposto
L'Unità fa schifo perché solo il M5S ha votato per la sospensione dell'IMU ai terremotati
L'Unità fa schifo. E quando chiuderà non mancherà a nessuno.
PS: Questo è il bonifico che attesta l'avvenuta transazione di 350.000 euro in favore del Comune di Mirandola per la costruzione della palestra di Quarantoli. Clicca sull'immagine per scaricarlo:
Samsung NX, 20 megapixel con Android e connessione LTE
Samsung NX, 20 megapixel con Android e connessione LTE: La Samsung NX è una mirrorles che unisce macchina fotografica e smartphone.
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