In memoria di Antonio Manganelli:
Manganelli è stato uno dei pochissimi a rispondere, per ben due volte, al blog. Sapevo, come molti, che era malato da tempo, ma speravo in una sua ripresa, avrei voluto incontrarlo di persona e discutere su una nuova relazione tra Polizia e cittadini, con incontri dibattito da tenersi in varie città. Un'idea che voglio riprendere in futuro. Mi dispiace per la sua scomparsa e porgo le mie condoglianze ai suoi familiari.
La prima lettera aperta a Manganelli e la sua risposta.
La seconda lettera aperta a Manganelli e la sua risposta.
21 marzo 2013
Il M5S al Quirinale
Il M5S al Quirinale:
Questa mattina mi sono recato al Quirinale con i capigruppo alla Camera e al Senato, Roberta Lombardi e Vito Crimi, per incontrare il presidente della Repubblica e riferire la posizione del MoVimento 5 Stelle.
Il M5S è stato il primo per numero di voti alle ultime elezioni. Per questo chiede ufficialmente un incarico di governo per realizzare il suo programma, in particolare per realizzare le misure per il rilancio delle piccole e medie imprese, il reddito di cittadinanza e i tagli agli sprechi della politica. Finora, nonostante le dimensioni del successo elettorale, non è stata data alcuna rappresentanza istituzionale al M5S, non la presidenza della Camera, non la presidenza del Senato, che sono stati oggetto di contrattazione e mercanteggiamento tra i partiti e non espressione del riconoscimento del consenso elettorale. Il M5S chiede quindi un mandato pieno dal presidente della Repubblica per potersi presentare in Parlamento, esporre il suo programma di Governo, per chiedere il voto di fiducia. Nel caso il presidente della Repubblica accordi l'incarico. il M5S presenterà un suo candidato alla presidenza del Consiglio. Il M5S attribuisce a questa richiesta un atto di estrema responsabilità verso il Paese. Se questa richiesta non venisse accolta, il MoVimento 5 Stelle, come forza di opposizione, chiederà la presidenza delle Commissioni del Copasir e della Vigilanza RAI. Il M5S non accorderà alcuna fiducia a governi politici o pseudo tecnici con l'ausilio delle ormai familiari "foglie di fico" come Grasso. Il M5S voterà invece ogni proposta di legge se parte del suo programma.
Ps. Scarica il comunicato del MoVimento 5 Stelle.
Beppe Grillo da Napolitano. Il MoVimento 5 Stelle al Quirinale.
(3:06)
(3:06)
Questa mattina mi sono recato al Quirinale con i capigruppo alla Camera e al Senato, Roberta Lombardi e Vito Crimi, per incontrare il presidente della Repubblica e riferire la posizione del MoVimento 5 Stelle.
Il M5S è stato il primo per numero di voti alle ultime elezioni. Per questo chiede ufficialmente un incarico di governo per realizzare il suo programma, in particolare per realizzare le misure per il rilancio delle piccole e medie imprese, il reddito di cittadinanza e i tagli agli sprechi della politica. Finora, nonostante le dimensioni del successo elettorale, non è stata data alcuna rappresentanza istituzionale al M5S, non la presidenza della Camera, non la presidenza del Senato, che sono stati oggetto di contrattazione e mercanteggiamento tra i partiti e non espressione del riconoscimento del consenso elettorale. Il M5S chiede quindi un mandato pieno dal presidente della Repubblica per potersi presentare in Parlamento, esporre il suo programma di Governo, per chiedere il voto di fiducia. Nel caso il presidente della Repubblica accordi l'incarico. il M5S presenterà un suo candidato alla presidenza del Consiglio. Il M5S attribuisce a questa richiesta un atto di estrema responsabilità verso il Paese. Se questa richiesta non venisse accolta, il MoVimento 5 Stelle, come forza di opposizione, chiederà la presidenza delle Commissioni del Copasir e della Vigilanza RAI. Il M5S non accorderà alcuna fiducia a governi politici o pseudo tecnici con l'ausilio delle ormai familiari "foglie di fico" come Grasso. Il M5S voterà invece ogni proposta di legge se parte del suo programma.
Ps. Scarica il comunicato del MoVimento 5 Stelle.
Amazon nega la produzione di un Kindle Fire HD da 99 dollari
Amazon nega la produzione di un Kindle Fire HD da 99 dollari:
Proprio ieri vi avevamo parlato della possibilità che Amazon producesse un nuovo tablet, in particolare un Kindle Fire HD da 99 dollari. La notizia era stata pubblicata da TechCrunch che aveva ricevuto una soffiata anonima dall’interno dell’azienda. Dopo poche ore Amazon ha ufficialmente negato la produzione del nuovo dispositivo.
(...)
Continua a leggere Amazon nega la produzione di un Kindle Fire HD da 99 dollari su Androidiani.Com
Proprio ieri vi avevamo parlato della possibilità che Amazon producesse un nuovo tablet, in particolare un Kindle Fire HD da 99 dollari. La notizia era stata pubblicata da TechCrunch che aveva ricevuto una soffiata anonima dall’interno dell’azienda. Dopo poche ore Amazon ha ufficialmente negato la produzione del nuovo dispositivo.
(...)
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Canon unveils 100D/Rebel SL1 world's smallest and lightest APS-C DSLR
Canon unveils 100D/Rebel SL1 world's smallest and lightest APS-C DSLR:
Canon has announced the EOS 100D/Rebel SL1, the world's smallest, lightest DSLR. It shares the 18MP resolution, DIGIC 5 processor, 3" touchscreen and 1080p30 video capability of the mirrorless EOS M. The camera does introduce much wider scene coverage of Canon's Hybrid AF system and shoots at up to 4 fps. The 100D has a recommended price of $799.99/£799 with the co-announced EF-S 18-55mm f/3.5-5.6 IS STM kit lens.
Canon has announced the EOS 100D/Rebel SL1, the world's smallest, lightest DSLR. It shares the 18MP resolution, DIGIC 5 processor, 3" touchscreen and 1080p30 video capability of the mirrorless EOS M. The camera does introduce much wider scene coverage of Canon's Hybrid AF system and shoots at up to 4 fps. The 100D has a recommended price of $799.99/£799 with the co-announced EF-S 18-55mm f/3.5-5.6 IS STM kit lens.
20 marzo 2013
Google Keep ufficiale: la nostra anteprima del nuovo servizio di note di Google
Google Keep ufficiale: la nostra anteprima del nuovo servizio di note di Google:
Era ormai dato per certo dopo le anticipazioni degli scorsi giorni, e ora finalmente possiamo definirlo ufficiale: Google Keep è il nuovo servizio Google per gestire le proprie note, che vuole essere un vero e proprio taccuino per i nostri pensieri, in cui potremo immagazzinare immagini, note, ToDo, registrazioni vocali.
Il servizio è disponibile anche da web (è una parte di Google Drive, e potete trovarlo qui), ma è abbastanza evidente come il cuore di Keep risieda nell’applicazione per smartphone Android, che presenta un’interfaccia piacevole e curata, che come potete vedere nell’immagine affiancata, imita i classici Post-It.
Il testo viene ridimensionato automaticamente all’interno della nota, che si dispongono su una o due colonne a seconda delle nostre scelte: tenendo premuto sulle note invece possiamo disporle a nostro piacimento, in modo da far comparire in alto gli appunti più importanti. Come potete dedurre, la sincronizzazione tra PC, smartphone e tablet è uno dei punti forti dell’applicazione.
Sarà sempre presente il campo per l’inserimento di testo in alto, in modo da poter sempre aggiungere una nuova nota; sotto di esso troviamo una barra costituita da quattro pulsanti: il primo porta ad una schermata che ci consente di creare una nota con tanto di titolo e testo sottostante, il secondo di impostare una nuova lista di ToDo, il terzo per registrare dell’audio in un nuovo appunto, e l’ultimo di scattare una foto per poi aggiungere una nuova note contenente appunto il nostro scatto. Sono presenti inoltre due widget, uno per l’inserimento rapido e uno per mostrare i contenuti, più un ulteriore espandibile per la lockscreen (solo per Android 4.2)
Google Keep compete con molte applicazioni, dalle più famose app per i ToDo ad applicazioni più complesse come Evernote, ma il neonato servizio di Google non rinuncia alla propria personalità: semplicità, colori (oltre al bianco ce ne sono sette) e poche opzioni sembrano essere i pilastri che reggono il servizio, in pieno stile Google.
Esiste poi un archivio, dopo possiamo mettere le note al posto di eliminarle; similmente a ciò che accade già con Gmail, potremo con uno swype dalla nota verso l’esterno archiviarle (ma in questo caso non potrete decidere se il risultato della vostra gesture sarà l’archiviazione o l’eliminazione, come in Gmail). Per eliminarle sarà necessaria una pressione prolungata, dopo la quale appariranno alcune opzioni tra cui la condivisione (ovviamente le note archiviate possono essere recuperate, mentre quelle eliminate no).
L’interfaccia web ricorda invece il recente aggiornamento della grafica nel profilo personale di Google+ nella versione desktop, segno ancora una volta di come Google punti sempre di più verso una uniformità grafica.
Uno stile grafico piacevole per un’app molto funzionale e semplice da utilizzare, e che non ci stupiremmo di vedere in futuro installata sui dispositivi Nexus, a cui è stata spesso rimproverata la mancanza di una simile applicazioni. L’unica pecca forse è la compatibilità con Android 4.0+, escludendo la grande percentuale di utenti ancora a Gingerbread; a seguire il badge per il download, una galleria di immagini dell’app e il video di presentazione del servizio.
(Continua...)
Leggi il resto di Google Keep ufficiale: la nostra anteprima del nuovo servizio di note di Google
Era ormai dato per certo dopo le anticipazioni degli scorsi giorni, e ora finalmente possiamo definirlo ufficiale: Google Keep è il nuovo servizio Google per gestire le proprie note, che vuole essere un vero e proprio taccuino per i nostri pensieri, in cui potremo immagazzinare immagini, note, ToDo, registrazioni vocali.
Il servizio è disponibile anche da web (è una parte di Google Drive, e potete trovarlo qui), ma è abbastanza evidente come il cuore di Keep risieda nell’applicazione per smartphone Android, che presenta un’interfaccia piacevole e curata, che come potete vedere nell’immagine affiancata, imita i classici Post-It.
Il testo viene ridimensionato automaticamente all’interno della nota, che si dispongono su una o due colonne a seconda delle nostre scelte: tenendo premuto sulle note invece possiamo disporle a nostro piacimento, in modo da far comparire in alto gli appunti più importanti. Come potete dedurre, la sincronizzazione tra PC, smartphone e tablet è uno dei punti forti dell’applicazione.
Sarà sempre presente il campo per l’inserimento di testo in alto, in modo da poter sempre aggiungere una nuova nota; sotto di esso troviamo una barra costituita da quattro pulsanti: il primo porta ad una schermata che ci consente di creare una nota con tanto di titolo e testo sottostante, il secondo di impostare una nuova lista di ToDo, il terzo per registrare dell’audio in un nuovo appunto, e l’ultimo di scattare una foto per poi aggiungere una nuova note contenente appunto il nostro scatto. Sono presenti inoltre due widget, uno per l’inserimento rapido e uno per mostrare i contenuti, più un ulteriore espandibile per la lockscreen (solo per Android 4.2)
Google Keep compete con molte applicazioni, dalle più famose app per i ToDo ad applicazioni più complesse come Evernote, ma il neonato servizio di Google non rinuncia alla propria personalità: semplicità, colori (oltre al bianco ce ne sono sette) e poche opzioni sembrano essere i pilastri che reggono il servizio, in pieno stile Google.
Esiste poi un archivio, dopo possiamo mettere le note al posto di eliminarle; similmente a ciò che accade già con Gmail, potremo con uno swype dalla nota verso l’esterno archiviarle (ma in questo caso non potrete decidere se il risultato della vostra gesture sarà l’archiviazione o l’eliminazione, come in Gmail). Per eliminarle sarà necessaria una pressione prolungata, dopo la quale appariranno alcune opzioni tra cui la condivisione (ovviamente le note archiviate possono essere recuperate, mentre quelle eliminate no).
L’interfaccia web ricorda invece il recente aggiornamento della grafica nel profilo personale di Google+ nella versione desktop, segno ancora una volta di come Google punti sempre di più verso una uniformità grafica.
Uno stile grafico piacevole per un’app molto funzionale e semplice da utilizzare, e che non ci stupiremmo di vedere in futuro installata sui dispositivi Nexus, a cui è stata spesso rimproverata la mancanza di una simile applicazioni. L’unica pecca forse è la compatibilità con Android 4.0+, escludendo la grande percentuale di utenti ancora a Gingerbread; a seguire il badge per il download, una galleria di immagini dell’app e il video di presentazione del servizio.
(Continua...)
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Amazon, in arrivo un Kindle Fire HD da 99 dollari?
Amazon, in arrivo un Kindle Fire HD da 99 dollari?:
Amazon sembra voler proporre strategie sempre più aggressive nel settore tablet: secondo le ultime indiscrezioni, l’azienda di Jeff Bezos starebbe infatti lavorando su una nuova versione del suo Kindle Fire HD, che taglierebbe della metà l’attuale prezzo di vendita, arrivando sul mercato a soli 99 dollari.(...)
Continua a leggere Amazon, in arrivo un Kindle Fire HD da 99 dollari? su Androidiani.Com
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Lite fra Crocetta e Cancelleri chi ha abrogato le Province?
Lite fra Crocetta e Cancelleri chi ha abrogato le Province?:
“Nel voto per l’abolizione delle Province anche senza l’appoggio del M5S avremmo avuto la maggioranza di due voti ma abbiamo voluto comunque creare una coalizione ampia. E’ una vittoria comune, non ci prendiamo il merito, cerchiamo invece di lavorare tutti insieme”.
A dirlo è il Presidente della Regione Rosario Crocetta che lancia, così, la corsa finalizzata a rivendicare il merito di una legge che dovrebbe cassare le Province o almeno le elezioni democratiche dei rappresentati provinciali.
Una precisazione che ai 5 stelle, però, non è piaciuta affatto. A rispondere al Presidente della Regione è il capogruppo all’ars Giancarlo Cancelleri: “L’abolizione delle Province è merito soprattutto nostro, che abbiamo riportato il dibattito sulla giusta strada, quando il governo sembrava optare per una riforma differente, che anziché abolire l’ente lo rinforzava. E sul voto, a differenza di quanto dice Crocetta, siamo stati determinanti”.
Ma la vicenda Province sembra tutt’altro che chiusa. A prescindere dal voto finale e dalla pubblicazione in gazzetta ufficiale con i relativi tempi, l’Unione delle province è pronta a dare battaglia da un punto di vista costituzionale e già domani i 9 presidenti delle Province siciliane presenteranno i loro motivi di opposizione. Una scelta pienamente condivisa dall’Upi, l’Unione nazionale delle province: “In Sicilia si sta facendo un’operazione di trasformismo, una legge bandiera che non affronta i veri nodi e che non fa che aggiungere nuova burocrazia – si legge in una dura nota del presidente dell’Unione delle Province d’Italia, Antonio Saitta-, cosi’ si rischia di passare dalle 9 Province attuali a 33 Consorzi e 3 Citta’ metropolitane”.
”Sarebbe questa la semplificazione? L’unico risultato della Legge Crocetta – incalza Saitta – è il Commissariamento delle Province, ovvero la sostituzione della democrazia con il sottogoverno”. Il presidente dell’Upi si chiede quindi ”perché non si sia affrontato seriamente il tema dei costi della politica e dell’amministrazione della Regione Siciliana.
Ma l’affondo è ben più consistente e sposta l’attenzione dalle Province alle spese regionali: “Se si partisse dai dati del Ministero dell’Economia, e non da inutili slogan, sarebbe chiarissimo a tutti dove intervenire per ridurre la spesa pubblica regionale”. La spesa della Regione Siciliana nel 2012 – evidenzia l’Upi – è stata di oltre 9 miliardi di euro, quella dei Comuni di 4,5 miliardi e quella delle Province di 600 milioni. Il personale politico della Regione costa a ciascun cittadino siciliano quasi 33 euro l’anno, quello delle 9 Province insieme 3 euro. In regione sono assunti oltre 17 mila dipendenti e l’11% sono dirigenti. Nelle Province lavorano 5.600 dipendenti, e i dirigenti sono l’1,8% del totale. Il personale delle Province costa 39 euro a ciascun cittadino siciliano, quello della Regione più di 320 euro e quello dei Comuni quasi 300 euro.
”E’ evidente che se si deciderà di spostare il personale delle Province nella Regione o sui Comuni – afferma il presidente Upi – la spesa pubblica aumenterà vertiginosamente.
La Regione siciliana, poi, secondo il censimento operato dal Dipartimento Sviluppo del Ministero del Tesoro, ha 206 enti strumentali, che nel 2012 sono costati oltre 28 milioni di euro. Una spesa destinata per quasi il 90% al pagamento dei costi dei consigli di amministrazione, delle sedi, del personale”. A fronte di ciò è evidente, conclude Saitta, ”che qualunque riforma che abbia come obiettivo quello di affrontare la riqualificazione della spesa deve partire da qui, altrimenti, come classe dirigente del Paese, non siamo credibili”.
“Nel voto per l’abolizione delle Province anche senza l’appoggio del M5S avremmo avuto la maggioranza di due voti ma abbiamo voluto comunque creare una coalizione ampia. E’ una vittoria comune, non ci prendiamo il merito, cerchiamo invece di lavorare tutti insieme”.
A dirlo è il Presidente della Regione Rosario Crocetta che lancia, così, la corsa finalizzata a rivendicare il merito di una legge che dovrebbe cassare le Province o almeno le elezioni democratiche dei rappresentati provinciali.
Una precisazione che ai 5 stelle, però, non è piaciuta affatto. A rispondere al Presidente della Regione è il capogruppo all’ars Giancarlo Cancelleri: “L’abolizione delle Province è merito soprattutto nostro, che abbiamo riportato il dibattito sulla giusta strada, quando il governo sembrava optare per una riforma differente, che anziché abolire l’ente lo rinforzava. E sul voto, a differenza di quanto dice Crocetta, siamo stati determinanti”.
Ma la vicenda Province sembra tutt’altro che chiusa. A prescindere dal voto finale e dalla pubblicazione in gazzetta ufficiale con i relativi tempi, l’Unione delle province è pronta a dare battaglia da un punto di vista costituzionale e già domani i 9 presidenti delle Province siciliane presenteranno i loro motivi di opposizione. Una scelta pienamente condivisa dall’Upi, l’Unione nazionale delle province: “In Sicilia si sta facendo un’operazione di trasformismo, una legge bandiera che non affronta i veri nodi e che non fa che aggiungere nuova burocrazia – si legge in una dura nota del presidente dell’Unione delle Province d’Italia, Antonio Saitta-, cosi’ si rischia di passare dalle 9 Province attuali a 33 Consorzi e 3 Citta’ metropolitane”.
”Sarebbe questa la semplificazione? L’unico risultato della Legge Crocetta – incalza Saitta – è il Commissariamento delle Province, ovvero la sostituzione della democrazia con il sottogoverno”. Il presidente dell’Upi si chiede quindi ”perché non si sia affrontato seriamente il tema dei costi della politica e dell’amministrazione della Regione Siciliana.
Ma l’affondo è ben più consistente e sposta l’attenzione dalle Province alle spese regionali: “Se si partisse dai dati del Ministero dell’Economia, e non da inutili slogan, sarebbe chiarissimo a tutti dove intervenire per ridurre la spesa pubblica regionale”. La spesa della Regione Siciliana nel 2012 – evidenzia l’Upi – è stata di oltre 9 miliardi di euro, quella dei Comuni di 4,5 miliardi e quella delle Province di 600 milioni. Il personale politico della Regione costa a ciascun cittadino siciliano quasi 33 euro l’anno, quello delle 9 Province insieme 3 euro. In regione sono assunti oltre 17 mila dipendenti e l’11% sono dirigenti. Nelle Province lavorano 5.600 dipendenti, e i dirigenti sono l’1,8% del totale. Il personale delle Province costa 39 euro a ciascun cittadino siciliano, quello della Regione più di 320 euro e quello dei Comuni quasi 300 euro.
”E’ evidente che se si deciderà di spostare il personale delle Province nella Regione o sui Comuni – afferma il presidente Upi – la spesa pubblica aumenterà vertiginosamente.
La Regione siciliana, poi, secondo il censimento operato dal Dipartimento Sviluppo del Ministero del Tesoro, ha 206 enti strumentali, che nel 2012 sono costati oltre 28 milioni di euro. Una spesa destinata per quasi il 90% al pagamento dei costi dei consigli di amministrazione, delle sedi, del personale”. A fronte di ciò è evidente, conclude Saitta, ”che qualunque riforma che abbia come obiettivo quello di affrontare la riqualificazione della spesa deve partire da qui, altrimenti, come classe dirigente del Paese, non siamo credibili”.
Boldrini e Grasso, #FateloVoi
Boldrini e Grasso, #FateloVoi:
"Boldrini e Grasso si riducono stipendio del 30%" titola Repubblica. Bene, ma quale stipendio? Si tratta di quello da parlamentare o dell'indennità aggiuntiva per i presidenti di Camera e Senato? Non è spiegato, ma è un dettaglio importante che i cittadini devono conoscere. Il M5S rifiuta in toto le indennità di carica: Antonio Venturino, 5 stelle eletto in Sicilia, ha rinunciato ai 3.244,22 euro al mese e all'auto blu che gli sarebbero spettati in quanto vice presidente dell Assemblea Regionale Siciliana. Boldrini e Grasso possono rinunciare all'indennità di carica e dimezzarsi l'indennità da parlamentare, come dei veri cittadini a 5 Stelle, ed essere d'esempio a tutti i parlamentari. Nella nota congiunta rilasciata dai due presidenti dopo un incontro si legge: "Nell'incontro si è convenuto di proporre misure riguardanti il trattamento economico complessivo dei parlamentari, che saranno in concreto definite una volta costituito l'Ufficio di Presidenza, con l'obiettivo di realizzare un risparmio tra il trenta e il cinquanta per cento della relativa spesa.". Una proposta c'è già ed è molto semplice: 5 mila euro lordi mensili invece di 11.283 euro lordi, rinuncia all'assegno di solidarietà e obbligo di giustificare, rendicontare e pubblicare ogni spesa rimborsata. I cittadini portavoce del M5S in Parlamento l'hanno già fatto. Se Boldrini e Grasso proponessero questa misura il risparmio annuale sarebbe di circa 70 milioni.
Grasso ieri ha detto di “non essere una foglia di fico, ma una quercia che si è già messa al lavoro”. Può dimostrarlo: chieda a tutti i partiti, insieme alla presidente Boldrini, di rinunciare ai rimborsi elettorali previsti per questa legislatura. Un atto di giustizia nei confronti del popolo italiano che si sentirebbe finalmente rappresentato da due delle istituzioni massime della Repubblica. I partiti non possono farlo, ma voi siete stati scelti in quanto vi dichiarate estranei al sistema. "Fatelo voi!", come ha urlato Dario Fo dal palco dello Tsunami Tour ai 100.000 di Milano. Boldrini, Grasso, assumetevi la responsabilità che il vostro ruolo impone, chiedete il dimezzamento degli stipendi dei parlamentari e la rinuncia dei rimborsi elettorali. #FateloVoi!
Partecipa a #FateloVoi su Twitter
"Boldrini e Grasso si riducono stipendio del 30%" titola Repubblica. Bene, ma quale stipendio? Si tratta di quello da parlamentare o dell'indennità aggiuntiva per i presidenti di Camera e Senato? Non è spiegato, ma è un dettaglio importante che i cittadini devono conoscere. Il M5S rifiuta in toto le indennità di carica: Antonio Venturino, 5 stelle eletto in Sicilia, ha rinunciato ai 3.244,22 euro al mese e all'auto blu che gli sarebbero spettati in quanto vice presidente dell Assemblea Regionale Siciliana. Boldrini e Grasso possono rinunciare all'indennità di carica e dimezzarsi l'indennità da parlamentare, come dei veri cittadini a 5 Stelle, ed essere d'esempio a tutti i parlamentari. Nella nota congiunta rilasciata dai due presidenti dopo un incontro si legge: "Nell'incontro si è convenuto di proporre misure riguardanti il trattamento economico complessivo dei parlamentari, che saranno in concreto definite una volta costituito l'Ufficio di Presidenza, con l'obiettivo di realizzare un risparmio tra il trenta e il cinquanta per cento della relativa spesa.". Una proposta c'è già ed è molto semplice: 5 mila euro lordi mensili invece di 11.283 euro lordi, rinuncia all'assegno di solidarietà e obbligo di giustificare, rendicontare e pubblicare ogni spesa rimborsata. I cittadini portavoce del M5S in Parlamento l'hanno già fatto. Se Boldrini e Grasso proponessero questa misura il risparmio annuale sarebbe di circa 70 milioni.
Grasso ieri ha detto di “non essere una foglia di fico, ma una quercia che si è già messa al lavoro”. Può dimostrarlo: chieda a tutti i partiti, insieme alla presidente Boldrini, di rinunciare ai rimborsi elettorali previsti per questa legislatura. Un atto di giustizia nei confronti del popolo italiano che si sentirebbe finalmente rappresentato da due delle istituzioni massime della Repubblica. I partiti non possono farlo, ma voi siete stati scelti in quanto vi dichiarate estranei al sistema. "Fatelo voi!", come ha urlato Dario Fo dal palco dello Tsunami Tour ai 100.000 di Milano. Boldrini, Grasso, assumetevi la responsabilità che il vostro ruolo impone, chiedete il dimezzamento degli stipendi dei parlamentari e la rinuncia dei rimborsi elettorali. #FateloVoi!
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