19 marzo 2013
Mentre la Fiat chiude a Termini Marchionne incassa 8 mln in premi
Mentre la Fiat chiude a Termini Marchionne incassa 8 mln in premi:
Mentre la Fiat chiude a Termini Imerese e mette in cassa integrazione centinaia di dipendenti degli altri stabilimenti, Sergio Marchionne ha ricevuto 7, 4 milioni di euro di compensi per i suoi incarichi. Gli operai, intanto attendono l’incontro fissato per giovedì, convocato dall’assessore regionale alle Attività produttive, Linda Vancheri, per parlare delle nuove ipotesi di reindustrializzazione dell’area.
Intanto il manager italo-canadese, che è amministratore delegato di Fiat e presidente di Fiat Industrial, ha ricevuto, nello specifico, 2,5 milioni di euro come compenso annuo fisso a i quali si aggiungono altri 2 milioni di premio variabile.
L’uomo di vertice della casa automobilistica torinese riceve 1,3 milioni di stipendio fisso in Fiat Industrial e 1,6 di variabile, mentre non ha avuto compensi per la sua attività di amministratore delegato di Chrysler.
clap
ndr: se faceva le uova d'ora veniva pagato di meno
Mentre la Fiat chiude a Termini Imerese e mette in cassa integrazione centinaia di dipendenti degli altri stabilimenti, Sergio Marchionne ha ricevuto 7, 4 milioni di euro di compensi per i suoi incarichi. Gli operai, intanto attendono l’incontro fissato per giovedì, convocato dall’assessore regionale alle Attività produttive, Linda Vancheri, per parlare delle nuove ipotesi di reindustrializzazione dell’area.
Intanto il manager italo-canadese, che è amministratore delegato di Fiat e presidente di Fiat Industrial, ha ricevuto, nello specifico, 2,5 milioni di euro come compenso annuo fisso a i quali si aggiungono altri 2 milioni di premio variabile.
L’uomo di vertice della casa automobilistica torinese riceve 1,3 milioni di stipendio fisso in Fiat Industrial e 1,6 di variabile, mentre non ha avuto compensi per la sua attività di amministratore delegato di Chrysler.
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ndr: se faceva le uova d'ora veniva pagato di meno
Province, a Sala d'Ercole è il giorno della verità Ma i franchi tiratori potrebbero affossare la riforma
Province, a Sala d'Ercole è il giorno della verità Ma i franchi tiratori potrebbero affossare la riforma:
Nella seduta di questo pomeriggio, l'Ars esaminerà il ddl sulle Province. Ma sono già in tanti a temere il "fuoco amico", favorito dal voto segreto. E se non si approva il testo entro questa settimana, rimane tutto com'è.
Nella seduta di questo pomeriggio, l'Ars esaminerà il ddl sulle Province. Ma sono già in tanti a temere il "fuoco amico", favorito dal voto segreto. E se non si approva il testo entro questa settimana, rimane tutto com'è.
Dizionario dell'inciucio - di Marco Travaglio
chistu si ca e' parrari :-)
Dizionario dell'inciucio - di Marco Travaglio:
"I 5 Stelle che han votato Grasso contro Schifani sapevano bene chi è Schifani e hanno scelto il meno peggio, cioè Grasso. Ma non avevano la più pallida idea di chi è Grasso, e questo è un bel problema. Specie per chi dice di informarsi sul web per sfuggire alla propaganda di regime. Se l’avessero fatto davvero, avrebbero scoperto che il dualismo Schifani-Grasso era finto. Schifani è sempre piaciuto al Pd, che infatti 5 anni fa non gli candidò nessuno contro, votò scheda bianca e mandò la Finocchiaro a baciarlo sulla guancia. Quando poi il sottoscritto raccontò in tv chi è Schifani, i primi ad attaccarmi furono Finocchiaro, Violante, Gentiloni, il direttore di Rai3 Ruffini e Repubblica. Schifani era il pontiere dell’inciucio Pdl-Pd. Così come Grasso che, per evitare attacchi politici, s’è sempre tenuto a debita distanza dalle indagini più scomode su mafia e politica, mentre altri pm pagavano e pagano prezzi indicibili per le loro indagini. Nessuno l’ha scritto, nei soffietti al nuovo presidente del Senato: ma Grasso, quando arrivò alla Procura di Palermo nel 2000, si ritrovò Schifani indagato per mafia e lo fece subito archiviare (l’indagine fu riaperta dopo la sua dipartita). Così, un colpo al cerchio e uno alla botte, divenne il cocco del Pdl (che lo impose alla Pna, estromettendo per legge Caselli), del Centro (che voleva candidarlo) e del Pd (che l’ha candidato). Ma ciò che conta in politica non è la verità, bensì la sua percezione: perciò sabato era difficile per i grilli siculi non votare un personaggio da tutti dipinto come un cavaliere senza macchia e senza paura. Anche stavolta i media di regime ce la mettono tutta per fare il gioco dei partiti, con il sapiente dosaggio di mezze verità e mezze bugie e il dizionario doppiopesista delle grandi occasioni.
Leninismo. La regola base della democrazia è che si decide a maggioranza e chi perde si adegua o esce (salvo poche questioni che interpellano la coscienza individuale). Così ha fatto M5S sui presidenti delle Camere, decidendo a maggioranza per la scheda bianca. Ma, siccome non piace al Pd, la minoranza diventa democratica e la maggioranza antidemocratica. “Leninista”, dice Bersani, senza spiegare con quale metodo democratico è passato in 48 ore dall’offerta delle due Camere a Monti e M5S, al duo Franceschini-Finocchiaro, al duo Boldrini - Grasso.
Dissenso. Da che mondo è mondo il parlamentare che approfitta del segreto dell’urna per impallinare il suo partito è un “franco tiratore”. Ma, se è di M5S, la sua è una sana manifestazione di dissenso contro la pretesa di Grillo di telecomandarlo.Indipendenza. Per vent’anni, se uno passava da destra a sinistra era un “ribaltonista”, mentre se passava da sinistra a destra era un “responsabile”. Ora, se un grillino porta acqua al Pd è un bravo ragazzo fiero della sua indipendenza; se resta fedele al suo movimento e ai suoi elettori, è un servo del dittatore Grillo.
Scouting. Quando B. avvicinava uno a uno gli oppositori per portarli con sé, era “mercato delle vacche”, “compravendita”, “voto di scambio”. Se Bersani sguinzaglia gli sherpa ad avvicinare i grillini uno a uno, è “scouting” e odora di lavanda.
Epurazione. Se Pd, Pdl, Udc, Lega espellono un dirigente che ha violato le regole, è legalità. Se lo fa M5S, è “epurazione”. Rivolta. Ci avevano raccontato che Adolf Grillo e Hermann Casaleggio lavano il cervello al popolo del web e censurano sul blog i commenti critici (un po’ incompatibili col lavaggio del cervello). Ora scopriamo che c’è la “rivolta del web” pro-dissenzienti. Ma anche, dal sondaggio di Mannheimer sul Corriere, che il 70% degli elettori M5S è contro l’inciucio col Pd. Gentili tromboni, potreste gentilmente mettervi d’accordo con voi stessi e poi farci sapere come stanno le cose, possibilmente chiamandole col loro nome?" Marco Travaglio, editoriale del Fatto Quotidiano del 19 marzo 2013
Dizionario dell'inciucio - di Marco Travaglio:
"I 5 Stelle che han votato Grasso contro Schifani sapevano bene chi è Schifani e hanno scelto il meno peggio, cioè Grasso. Ma non avevano la più pallida idea di chi è Grasso, e questo è un bel problema. Specie per chi dice di informarsi sul web per sfuggire alla propaganda di regime. Se l’avessero fatto davvero, avrebbero scoperto che il dualismo Schifani-Grasso era finto. Schifani è sempre piaciuto al Pd, che infatti 5 anni fa non gli candidò nessuno contro, votò scheda bianca e mandò la Finocchiaro a baciarlo sulla guancia. Quando poi il sottoscritto raccontò in tv chi è Schifani, i primi ad attaccarmi furono Finocchiaro, Violante, Gentiloni, il direttore di Rai3 Ruffini e Repubblica. Schifani era il pontiere dell’inciucio Pdl-Pd. Così come Grasso che, per evitare attacchi politici, s’è sempre tenuto a debita distanza dalle indagini più scomode su mafia e politica, mentre altri pm pagavano e pagano prezzi indicibili per le loro indagini. Nessuno l’ha scritto, nei soffietti al nuovo presidente del Senato: ma Grasso, quando arrivò alla Procura di Palermo nel 2000, si ritrovò Schifani indagato per mafia e lo fece subito archiviare (l’indagine fu riaperta dopo la sua dipartita). Così, un colpo al cerchio e uno alla botte, divenne il cocco del Pdl (che lo impose alla Pna, estromettendo per legge Caselli), del Centro (che voleva candidarlo) e del Pd (che l’ha candidato). Ma ciò che conta in politica non è la verità, bensì la sua percezione: perciò sabato era difficile per i grilli siculi non votare un personaggio da tutti dipinto come un cavaliere senza macchia e senza paura. Anche stavolta i media di regime ce la mettono tutta per fare il gioco dei partiti, con il sapiente dosaggio di mezze verità e mezze bugie e il dizionario doppiopesista delle grandi occasioni.
Leninismo. La regola base della democrazia è che si decide a maggioranza e chi perde si adegua o esce (salvo poche questioni che interpellano la coscienza individuale). Così ha fatto M5S sui presidenti delle Camere, decidendo a maggioranza per la scheda bianca. Ma, siccome non piace al Pd, la minoranza diventa democratica e la maggioranza antidemocratica. “Leninista”, dice Bersani, senza spiegare con quale metodo democratico è passato in 48 ore dall’offerta delle due Camere a Monti e M5S, al duo Franceschini-Finocchiaro, al duo Boldrini - Grasso.
Dissenso. Da che mondo è mondo il parlamentare che approfitta del segreto dell’urna per impallinare il suo partito è un “franco tiratore”. Ma, se è di M5S, la sua è una sana manifestazione di dissenso contro la pretesa di Grillo di telecomandarlo.Indipendenza. Per vent’anni, se uno passava da destra a sinistra era un “ribaltonista”, mentre se passava da sinistra a destra era un “responsabile”. Ora, se un grillino porta acqua al Pd è un bravo ragazzo fiero della sua indipendenza; se resta fedele al suo movimento e ai suoi elettori, è un servo del dittatore Grillo.
Scouting. Quando B. avvicinava uno a uno gli oppositori per portarli con sé, era “mercato delle vacche”, “compravendita”, “voto di scambio”. Se Bersani sguinzaglia gli sherpa ad avvicinare i grillini uno a uno, è “scouting” e odora di lavanda.
Epurazione. Se Pd, Pdl, Udc, Lega espellono un dirigente che ha violato le regole, è legalità. Se lo fa M5S, è “epurazione”. Rivolta. Ci avevano raccontato che Adolf Grillo e Hermann Casaleggio lavano il cervello al popolo del web e censurano sul blog i commenti critici (un po’ incompatibili col lavaggio del cervello). Ora scopriamo che c’è la “rivolta del web” pro-dissenzienti. Ma anche, dal sondaggio di Mannheimer sul Corriere, che il 70% degli elettori M5S è contro l’inciucio col Pd. Gentili tromboni, potreste gentilmente mettervi d’accordo con voi stessi e poi farci sapere come stanno le cose, possibilmente chiamandole col loro nome?" Marco Travaglio, editoriale del Fatto Quotidiano del 19 marzo 2013
AndroidViews, HoloEverywhere e ActionBarSherlock: Holo per tutti i robottini
AndroidViews, HoloEverywhere e ActionBarSherlock: Holo per tutti i robottini:
Ormai da tempo ci occupiamo di promuovere il culto della programmazione in stile Holo come Big G desidera, ed è proprio in quest’ottica che vi presentiamo un portale che raccoglie una gran quantità di risorse che facilitano il nostro compito: AndroidViews.net.
In questo sito possiamo infatti trovare tutta una serie di componenti, librerie e animazioni che ci permetteranno di utilizzare i temi preferiti da Google senza troppo sforzo, se non quello di imparare ad usarli, molte volte anche su sistemi antecedenti Ice Cream Sandwich. L’unica grande assente (che non passa certo inosservata) è una libreria che ci permette di usare le linee guida di Holo da Android 2.1 in su: HoloEverywhere.
Passando invece alle presenze più rilevanti, sicuramente vale la pena menzionare ActionBarSherlock, un wrapper dell’ActionBar di Android che ci permetterà di utilizzare questa tecnologia anche su versioni del robottino verde che non hanno questa possibilità; quest’ultima libreria si è anche guadagnata un apposito tool su un altro utile portale di cui avevamo già parlato su queste pagine, Asset Studio.
A questo punto, non ci sono più scuse per non seguire le linee guida, facciamo quindi un salto su AndroidViews e diamo un’occhiata al repository di HoloEverywhere per iniziare subito a sviluppare le nostre app.
Offerta Wind All Inclusive, promozioni per le tariffe arancioni
Offerta Wind All Inclusive, promozioni per le tariffe arancioni:
Parliamo spesso di smartphone, tablet di ultimissima generazione, di applicazioni che ci consentono di effettuare le più svariate operazioni, restare in contatto con la propria sfera sociale ma la benzina per fare tutto questo la forniscono gli operatori.
C’è bisogno di sempre più dati per poter utilizzare i nostri device in mobilità laddove le reti Wi-Fi, ahinoi, non sono presenti. Il traffico voce diventa sempre più marginale e aumenta quello dati, appunto, con velocità che con la LTE raggiungono i 70 Mbps, per adesso, ma arriveranno presto a 100 Mbps e poi addirittura a 150.
La seconda soluzione è All Inclusive King che consta di 1 GB di Internet veloce ma ha ben 1000 minuti di conversazione e 1000 SMS al mese. In questo caso il canone da pagare è di 19 euro.
Via | Wind
Parliamo spesso di smartphone, tablet di ultimissima generazione, di applicazioni che ci consentono di effettuare le più svariate operazioni, restare in contatto con la propria sfera sociale ma la benzina per fare tutto questo la forniscono gli operatori.
C’è bisogno di sempre più dati per poter utilizzare i nostri device in mobilità laddove le reti Wi-Fi, ahinoi, non sono presenti. Il traffico voce diventa sempre più marginale e aumenta quello dati, appunto, con velocità che con la LTE raggiungono i 70 Mbps, per adesso, ma arriveranno presto a 100 Mbps e poi addirittura a 150.
All Inclusive per ricaricabili
Tra i diversi operatori mobili che abbiamo Wind si sta contraddistinguendo per offerte sempre più interessanti quali, su tutte, la All Inclusive che, proprio in questi giorni, viene ulteriormente rilanciata con due novità succulente per ricaricabili. La prima è All Inclusive Digital che offre 60 minuti di conversazione e 60 SMS al mese con un quantitativo illimitato di Internet, naturalmente solo i primi 2 GB sono “veloci” poi la velocità viene limitata a 32 Kbps. Il canone mensile è di 5 euro e la validità, in stile Wind, è di 5 anni dalla sottoscrizione.La seconda soluzione è All Inclusive King che consta di 1 GB di Internet veloce ma ha ben 1000 minuti di conversazione e 1000 SMS al mese. In questo caso il canone da pagare è di 19 euro.
Per chi è già cliente?
Per chi fosse già cliente dell’operatore arancione è riservata la possibilità di passare allae nuove All Inclusive al costo di 19 euro a meno che non decidano di passare a All Inclusive Big, 300 minuti e 300 SMS per 10 euro al mese, All Inclusive King o Wind Unlimited, minuti e SMS illimitati a 12 euro al mese, per le quali il costo sarebbe di soli 9 euro. Anche in questo caso solo con All Inclusive Digital Internet sarà veloce fino a 2 GB, per le altre si avrà a disposizione 1 solo GB.E gli abbonamenti?
Per quanto concerne gli abbonamenti il quantitativo di dati per navigare velocemente è stato portato a 2 GB mentre i piani All Inclusive Silver è scontato a 19 euro al mese mentre All Inclusive Unlimited ha un prezzo di 29 euro al mese. Fate presto però: se avete intenzione di beneficiare delle offerte di Wind scontate avete tempo fino al prossimo 7 Aprile.Via | Wind
Conferenza stampa M5S: rendicontiamo le caramelle
Conferenza stampa M5S: rendicontiamo le caramelle:
E' arrivato il momento di dare dimensione alle preoccupazioni di Lamberto Dini e Beppe Pisanu. E' giunta l'ora di "rendicontare le caramelle" e, dunque di portare le istanze di quel 25 e passa per cento di elettori che ha votato il Movimento 5 stelle. Ora che siamo stati eletti al Parlamento, vogliamo essere presenti nelle Commissioni bicamerali, nelle giunte e negli uffici di presidenza di Camera e Senato. Dopo la nomina della presidente della Camera Laura Boldrini siamo a una prima giornata cruciale. Oggi, martedì, alle 18, a Montecitorio ci sarà la prima conferenza dei Capigruppo. Si parlerà della composizione dell'Ufficio di Presidenza che verrà votato in aula giovedì, decidere le nomine dei suoi vicepresidenti e soprattutto scegliere i questori: veri e propri controllori dei conti alla Camera. Noi cittadini del Movimento 5 Stelle presenteremo i nostri candidati per tutti questi ruoli perché vogliamo essere protagonisti del rinnovamento che abbiamo promesso in campagna elettorale. Vogliamo partecipare alle decisioni che si prendono al chiuso delle stanze dei bottoni, per rispetto della volontà popolare che ci ha scelto. Vorremmo filmare tutto e diffondere via web le riunioni, ma per ora, con le stringenti regole in vigore nei palazzi romani, non è possibile.
Intanto, stamattina, alle 11:00, terremo una conferenza stampa a Montecitorio. Parleremo di come intendiamo muoverci in vista della riunione dei Capigruppo. Trasmetteremo l'evento in diretta streaming. Il web è, e rimarrà, il nostro strumento privilegiato di contatto e di relazione con gli elettori per tutta la durata del nostro mandato. Confermiamo il nostro rifiuto a partecipare ai talk show televisivi. In tivù ci andremo solo se avremo la possibilità di parlare di idee e programmi o se avremo bisogno di spiegare ai cittadini gli imbrogli perpetrati ai loro danni. L'impronta che vogliamo dare a questa nostra prima esperienza nelle istituzioni di governo è un'azione di rinnovamento che questo Paese non ha mai conosciuto in passato. Lamberto Dini, per inciso, non ci ha ancora svelato nulla di cosa sa del Copasir, il Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica di cui accennava qualche giorno fa. Attendiamo (s)fiduciosi.
E' arrivato il momento di dare dimensione alle preoccupazioni di Lamberto Dini e Beppe Pisanu. E' giunta l'ora di "rendicontare le caramelle" e, dunque di portare le istanze di quel 25 e passa per cento di elettori che ha votato il Movimento 5 stelle. Ora che siamo stati eletti al Parlamento, vogliamo essere presenti nelle Commissioni bicamerali, nelle giunte e negli uffici di presidenza di Camera e Senato. Dopo la nomina della presidente della Camera Laura Boldrini siamo a una prima giornata cruciale. Oggi, martedì, alle 18, a Montecitorio ci sarà la prima conferenza dei Capigruppo. Si parlerà della composizione dell'Ufficio di Presidenza che verrà votato in aula giovedì, decidere le nomine dei suoi vicepresidenti e soprattutto scegliere i questori: veri e propri controllori dei conti alla Camera. Noi cittadini del Movimento 5 Stelle presenteremo i nostri candidati per tutti questi ruoli perché vogliamo essere protagonisti del rinnovamento che abbiamo promesso in campagna elettorale. Vogliamo partecipare alle decisioni che si prendono al chiuso delle stanze dei bottoni, per rispetto della volontà popolare che ci ha scelto. Vorremmo filmare tutto e diffondere via web le riunioni, ma per ora, con le stringenti regole in vigore nei palazzi romani, non è possibile.
Intanto, stamattina, alle 11:00, terremo una conferenza stampa a Montecitorio. Parleremo di come intendiamo muoverci in vista della riunione dei Capigruppo. Trasmetteremo l'evento in diretta streaming. Il web è, e rimarrà, il nostro strumento privilegiato di contatto e di relazione con gli elettori per tutta la durata del nostro mandato. Confermiamo il nostro rifiuto a partecipare ai talk show televisivi. In tivù ci andremo solo se avremo la possibilità di parlare di idee e programmi o se avremo bisogno di spiegare ai cittadini gli imbrogli perpetrati ai loro danni. L'impronta che vogliamo dare a questa nostra prima esperienza nelle istituzioni di governo è un'azione di rinnovamento che questo Paese non ha mai conosciuto in passato. Lamberto Dini, per inciso, non ci ha ancora svelato nulla di cosa sa del Copasir, il Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica di cui accennava qualche giorno fa. Attendiamo (s)fiduciosi.
18 marzo 2013
Papa Francesco e la Sicilia “Che isola! Si mangia bene”
Papa Francesco e la Sicilia “Che isola! Si mangia bene”:
“Sicilia, che isola! E’ molto bella e si mangia bene”. Così Papa Francesco si è rivolto a don Lino Di Dio, vice parroco a Gela della Parrocchia del Carmine, e segretario di Monsignor Michele Pennisi, vescovo della diocesi di Piazza Armerina, che ieri a Roma era tra i fedeli cui si è avvicinato il pontefice. “Un incontro straordinario”, dice don Lino, che racconta con emozione dell’episodio e delle parole con cui il Papa lo ha salutato.
“Sicilia, che isola! E’ molto bella e si mangia bene”. Così Papa Francesco si è rivolto a don Lino Di Dio, vice parroco a Gela della Parrocchia del Carmine, e segretario di Monsignor Michele Pennisi, vescovo della diocesi di Piazza Armerina, che ieri a Roma era tra i fedeli cui si è avvicinato il pontefice. “Un incontro straordinario”, dice don Lino, che racconta con emozione dell’episodio e delle parole con cui il Papa lo ha salutato.
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