15 marzo 2013

Province, legge a rischio fra emendamenti, rinvii ed imboscate

Province, legge a rischio fra emendamenti, rinvii ed imboscate:
Scade oggi alle 18 il termine stabilito dal Presidente dell’Ars, Giovanni Ardizzone, per la presentazione degli emendamenti al disegno di legge n. 278, ovvero lo stralcio al ddl sull’abolizione delle Province andato in aula dopo il rinvio in commissione del ddl 241 che materialmente le abrogherebbe.
Il ddl in discussione prevede il rinvio delle elezioni nelle Province in scadenza ed il Commissariamento delle stesse in attesa  della riforma, appunto il 241, che non si potrà approvare in tempo.
In realtà c’è il rischio che neanche questo ddl arrivi ad essere approvato in tempo utile per evitare nuove elezioni. L’iter travagliato di questa norma, concepita in fretta e furia per rispondere a pressioni mediatiche è stato molto articolato ed altalenante, fin qui. Dopo una prima stesura, visti i tempi assolutamente insufficienti, la maggioranza ha concepito lo stralcio per darsi tempo per far la riforma. Lo stralcio, però, si è imbattuto in ostacoli emendativi da parte dell’opposizione e, soprattutto, in obiezioni preventive fatte trapelare dal Commissario dello Stato. Un incontro fra lo stesso Prefetto Carmelo Aronica ed il Presidente della Commissione Affari Istituzionali, Marco Forzese, aveva dato vita ad una riscrittura che metteva la norma al sicuro da eventuali impugnative. Anche il Presidente Rosario Crocetta era andato a trovare il Prefetto Aronica per toccare con mano le difficoltà e capire le modifiche.
Ma i 194 emendamenti presentati in Commissione avevano fatto si che Forzese chiedesse tempo. Un tempo che non c’è, così, mercoledì, il Presidente Giovanni Ardizzone, forzando il regolamento, decideva di portare in aula non la riscrittura ma il ddl originale e senza che vi fosse il via libera della Commissione.
Così oggi scadono i termini per gli emendamenti e lunedì la Commissione dovrà visionarli per poi dare parere direttamente in aula a partire da martedì. “Daremo il parere di merito su tutti gli emendanti che verranno presentati al ddl province – rassicura il Presidente Forzese, preoccupato da non far passare l’idea di essere stato scavalcato insieme a tutta la Commissione, come in realtà è accaduto -. Riunirò la commissione Affari istituzionali lunedì pomeriggio alle 16 – comunica –  per vagliare ogni singolo emendamento prima del voto in Aula. E’ evidente che il testo proposto dal governo necessiti di miglioramenti, non a caso nel mio incontro con il Commissario dello Stato avevo affrontato il tema della costituzionalità della legge che abolisce le province”.
Ma la situazione appare più complessa di come la si voglia far credere. La Commissione, che conta 9 voti d’opposizione e solo 6 di maggioranza, non sembra intenzionata a digerire lo “scavalcamento”. C’è poi da considerare gli emendamenti. Se erano 194 in Commissione alla seconda scrittura e già erano stati 70 in prima scrittura poi dichiarati decaduti è facile immaginare che entro sera si arriverà a circa 300. La scrematura che faranno gli uffici prima della trasmissione, lunedì mattina, darà certamente vita a polemiche e battaglie, e poi sarà guerra di interventi su ogni emendamento nel tentativo di far passare tutta la settimana e far scadere i termini.
Temo che il gioco dell’oca che ha riportato il vecchio testo alla partenza dell’Aula – ammette Forzese – possa trovare sul percorso del ddl addirittura migliaia di emendamenti contro i 194 su cui si poteva ragionare serenamente, soprattutto perché intervenivano su un testo che rinviava il turno elettorale e prevedeva la disciplina dei nuovi consorzi di comuni dopo un periodo di commissariamento. Ora pero’ temo imboscate“.
Un timore concreto quello del Presidente della Commissione Affari Istituzionali, senza considerare il secondo rischio. Se anche la norma dovesse passare in tempo ma senza gli aggiustamenti suggeriti dal Commissario dello Stato, una impugnativa diventa quantomeno probabile. Il testo che era stato riscritto per la Commissione, infatti, era un testo a più mani, nato dagli uffici dell’Ars insieme alla Segreteria generale del Commissario dello Stato. Se quelle indicazioni non ci saranno nella legge dell’Ars tutto potrebbe risolversi in un nulla di fatto.
Anche per questo suona irrituale una dichiarazione proprio del Prefetto Carmelo Aronica rilasciata a qualche ora dallo scadere dei termini per gli emendamenti. Una dichiarazione sulla rinnovata collaborazione fra Regione e Commissario. Una collaborazione che inverte la tendenza rispetto al governo Lombardo, periodo fatto di scontri al calor bianco. “La maggior parte dei problemi che abbiamo avuto nel corso di questi anni – dice Aronica – hanno riguardato la questione della spesa in Sicilia. Oggi sappiamo che abbiamo un buco di due miliardi nelle casse regionali, e i conti ora tornano” .
Parole, quelle del prefetto, che risultano essere di grande equilibrio e di apertura da un lato, ma anche di sommesso avvertimento dall’altro.  “La leale collaborazione con il governo regionale – precisa – per noi è un dovere istituzionale. Il mio comportamento da quando sono qua non è cambiato;. E’ chiaro che per dialogare bisogna essere in due. Mi auguro che questo rapporto di collaborazione possa continuare pur nel rispetto delle reciproche posizioni”.

È tempo di pulizie per il computer

È tempo di pulizie per il computer:
Piccoli consigli pratici per ripulire il vostro computer per farlo funzionare meglio e più a lungo.
Un computer sporco, e non parliamo di file inutili o vecchie chiavi di registro, può avere moltissimi problemi strani, quindi non useremo CCleaner per fare pulizia ma questa volta apriremo fisicamente il computer per eliminare la polvere che si è accumulata al suo interno e che può provocare numerosi inconvenienti.
Il più grosso problema del computer è proprio l'accumulo di polvere nei punti sbagliati, sopra il dissipatore della CPU, o della GPU, in mezzo alle ventole, o negli slot della RAM o delle schede aggiuntive. Tutto questo provoca malfunzionamenti nella dissipazione del calore, falsi contatti e altri difetti di vario tipo.
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14 marzo 2013

Il MoVimento 5 Stelle e le sirene

Il MoVimento 5 Stelle e le sirene:
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Articolo di Paolo Becchi


"Recitava una poesia di Pasolini: "Adesso i giornalisti di tutto il mondo (compresi quelli delle televisioni) vi leccano (come credo ancora si dica nel linguaggio delle Università) il culo". Così accade nella stampa italiana. Nell’anno che ha preceduto la campagna elettorale, i giornali di “regime” – "La Repubblica" in testa – hanno tentato in tutti i modi di impedire l’ascesa del MoVimento 5 Stelle: dai “falsi scandali” (caso Favia) alle accuse di populismo, demagogia, fascismo contro Grillo. Oggi quegli stessi giornali, cari deputati e senatori del MoVimento, vi leccano, come diceva il poeta, il culo. E, per farlo, chiamano a raccolta i loro intellettuali “classici”. "La Repubblica", infatti, pubblica in questi giorni ben due appelli firmati da professori, artisti, cantanti, forse anche nani e ballerine. Il primo è un appello a Beppe Grillo ed al MoVimento 5 Stelle: "se non ora, quando?", si chiedono i firmatari (primi Barbara Spinelli e Salvatore Settis). Grillo dovrebbe, secondo loro, stringere un’alleanza con il Partito Democratico. Tutto qui, niente di più, niente di meno, retorica a parte. Il secondo (dal titolo "Facciamolo adesso!", a firma di Saviano, Benigni, Don Gallo, Jovanotti, e così via ) chiama le forze politiche "uscite vincenti dal voto" (perché, sono più d’una? O il Pd è uscito vincente dal voto?!) a formare un Governo che, "nel nome della volontà popolare", volti finalmente pagina dopo vent’anni di scandali, corruzione, illegalità. Grillo ha già replicato, come si dice, a tono: "L'intellettuale non è mai sfiorato dal dubbio, sorretto com’è da un intelletto fuori misura per i comuni mortali. Se si schiera lo fa per motivi etici, morali, umanistici su indicazione del partito. Quando il pdmenoelle chiama, l'intellettuale risponde. Sempre! In fila per sei con il resto di due". Eppure qualche breve riflessione merita d’esser fatta. Cosa stanno cercando di fare? Il Pd gioca le sue ultime carte: chiama a raccolta i suoi intellettuali. E gli intellettuali, con le loro dolci parole – così pacate, così riflessive, così “ragionevoli" – sono chiamati ad incantare il MoVimento. "Io son Sirena", cantano. Il loro canto è affascinante, ed è quasi impossibile udire le loro parole senza cadervi in balìa. A voi, deputati e senatori del MoVimento, ora spetta la forza e l’astuzia di Odisseo contro le Sirene, se volete proseguire il “folle volo”, bellissimo, del MoVimento. A voi spetta, oggi, di tappare con la cera le vostre orecchie per non ascoltare. Al Vostro capo politico, legate mani e piedi, e lasciate che sia lui a dover sopportare il dolore che quel canto provoca. Non potete cambiare via: si deve passare anche per questa fatica, si deve passare anche per il canto delle Sirene. O le ingannerete, o perirete: è questa la prova da cui deve passare Odisseo, nel suo viaggio. Andate avanti come Odisseo e i suoi compagni, ed agli “intellettuali” de "La Repubblica" insegnate questi bellissimi passi: "E’ impossibile udire le Sirene e non cadere in loro balia: esse non si possono sfidare impunemente. Sida e accecamento sono la sessa cosa, e chi le sfida è già vittima del mito a cui si espone. Ma l’astuzia è la sfida divenuta razionale. Odisseo non tenta di seguire un’altra via da quella che passa davanti all’isola delle Sirene. E non tenta neppure di fare assegnamento sul suo sapere superiore e di porgere libero ascolto alle maliarde, nell’illusione che gli basti come scudo la sua libertà. Egli si fa piccolo piccolo, la sua nave segue il corso fatale e prestabilito" (Horkheimer – Adorno, Dialettica dell’Illuminismo). È solo così che potremo fare nostro questo viaggio che abbiamo intrapreso: "Di là navigammo avanti, sconvolti nel cuore". La rivoluzione del MoVimento ci ha dato questo viaggio, questo lungo viaggio che dobbiamo proseguire. In Italia è iniziata una rivoluzione legale. Forse riusciranno a fermarla, ma non con le voci delle loro Sirene. Ormai siamo in guerra e, se moriremo, lo faremo solo sul campo di battaglia delle prossime elezioni. È meglio un salto nel buio che un suicidio intellettualmente assistito." Paolo Becchi

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Politica senza soldi

Politica senza soldi:
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Le attività necessarie per le campagna elettorale del M5S, come l'allestimento dei palchi, sono state realizzate grazie al volontariato dei cittadini attivi. Tutte le altre spese connesse e correlate sono state sostenute grazie a circa 15.000 persone che hanno donato in media poco meno di 40 euro a testa per un totale di 568.832 euro ad oggi. Tutte le voci di spesa saranno pubblicate, entro i termini di legge, nei prossimi giorni non appena sarà finita la meticolosa attività di rendicontazione. Non tutti i soldi che sono arrivati sono stati effettivamente spesi. Come anticipato la parte restante sarà destinata al conto corrente per i terremotati dell’Emilia. Il M5S vive grazie alla partecipazione attiva di milioni di cittadini. E' possibile, ed è stato dimostrato, fare politica senza intermediazione dei partiti, senza bisogno di soldi pubblici e garantendo la massima trasparenza sulle fonti di finanziamento. Grazie a tutti coloro che hanno contribuito.