31 agosto 2012

Dei veri signori

..."If, like Brian, you’re making a product which requires a Raspberry Pi to run, we don’t ask you to buy special permission or licences from us to use it. All we ask is that you include the words “Powered by Raspberry Pi” somewhere on your packaging. If your business is successful, we’d be very grateful if you could consider donating a small portion of your profits to the Raspberry Pi Foundation – but that’s all, and if you choose not to do that, that’s fine too."...

from: Starting a business with a Raspberry Pi

Svelato il manuale del perfetto venditore Apple

Svelato il manuale del perfetto venditore Apple:
How To Be a Genius: This Is Apple's Secret Employee Training Manual
Cari lettori, avete per caso intenzione di diventare dei rivenditori di prodotti Apple? Non c’è alcun problema; è ora disponibile il manuale segreto dei dipendenti della mela morsicata.
Vi ricordate Gizmodo.com, il famoso sito americano che nel 2010 salì alla ribalta perchè riusci ad impossessarsi, a pochi giorni dalla sua presentazione ufficiale, di un prototipo di iPhone 4? Casualmente, a pochi giorni dalla presentazione di un nuovo modello di iPhone, il sito americano è riuscito ad ottenere un’altro scoop riguardante la casa di Cupertino, ma questa volta non si tratta di un prototipo di iPhone 5 dimenticato “distrattamente” su un tavolino di un Pub, ma per aver ottenuto una copia del perfetto venditore di prodotti Apple.
Quando si entra in un Apple Store, la frase che viene subito in mente è la seguente : “certo che sono veramente ben organizzati”. Infatti troviamo tutto in perfetto ordine con decine di prodotti mesi in fila, accesi e pronti per l’uso, con tanti omini blu  col sorrisetto stampato in faccia, disposti a soddisfare qualsiasi nostro dubbio o bisogno d’informazione.
Il manuale “trafugato” da Gizmodo è stato creato proprio per addestrare i ragazzi con la maglietta blu in modo tale che, terminato l’addestramento, siano pronti per vendere più prodotti Apple possibile.
Come essere un genio: This Is Apple Segreto Manuale di formazione dei dipendenti
Prima di essere assunti i dipendenti Apple devono passare 14 giorni al Bootcamp, una sorta di campo di addestramento. Durante tale corso di formazione, guai però a chiamarlo cosi, si studiano tecniche di persuasione e psicologiche, il modo di proporsi deve essere sempre attraverso piccole e brevi frasi il tutto senza essere mai invadenti. Molto importante ad esempio è la dialettica; il “bug” non è un baco ma è una “situazione”, il computer non è andato in “crash” ma ha semplicemente “smesso di rispondere”. Se un cliente si lamenta che il prezzo di un Mac è troppo alto, il commesso deve rispondere: «Capisco quello che provi a riguardo, anche io avevo la tua stessa percezione. Ma poi ho scoperto che questo è il suo giusto valore». Nel manuale, scrive Gizmodo, la parola empatia (capacità di comprendere appieno lo stato d’animo altrui) ricorre migliaia di volte.
Come essere un genio: This Is Apple Segreto Manuale di formazione dei dipendenti
Non c’è nulla da stupirsi lo sappiamo, dalle parti  di Cupertino tutto è curato nei minimi dettagli e nulla è lasciato al caso iProdotti compresi, compresa anche la formazione psicologica dei propri dipendenti, perchè tutto è scritto nero su bianco sul manuale del perfetto venditore.

Lazarus 1.0 Free Pascal IDE released

Lazarus 1.0 Free Pascal IDE released: After more than a decade, Lazarus has reached version 1.0. For those that don't know Lazarus - it's a Delphi-like IDE for the Free Pascal Compiler and has widget sets for win32/64 GTK2, Qt, and others. It's very very much like Delphi and instead of the VCL it has the LCL which is cross platform. Syntax is almost exactly the same as Delphi. You can create stand-alone win32/64 executables that require no .NET runtime or even an installer.

30 agosto 2012

Concorso a cattedra: il teatro dell’assurdo

Concorso a cattedra: il teatro dell’assurdo:

In Italia si licenzia in tutti i settori ma nella scuola e nell’università si assume? Mai messaggio fu più falso


concorsi per la scuola
La scuola italiana quasi fosse un teatro dell’assurdo alla Beckett  si prepara ad un’altra stagione di proteste. E le scelte del ministro Profumo sembrano orientate ancora una volta alla propaganda e non ad una risoluzione concreta dei problemi.
È chiaro il messaggio che in questi giorni è passato sui media: in Italia si licenzia in tutti i settori e solo nella scuola e nell’università si assume. Nulla di più falso.
E lo sanno  bene gli addetti ai lavori. Le 21.000 assunzioni infatti che dovevano esserci entro il 31 agosto non serviranno a coprire neanche i pensionamenti e sono minime.
Solo un specchietto per le allodole e per far credere che il governo qualcosa sta facendo per favorire l’inserimento dei giovani.
E lo stesso discorso vale per il concorso, che  creerà solo nuovi precari.
Ma  la vera domanda che dobbiamo porci è: a cosa serve fare un altro concorso a cattedra?  Bandire un concorso è sufficiente a garantire il merito in Italia?
E tutti quelli che sono stati esaminati con il concorso del 1999 e poi sono stati esaminati con i vari concorsi delle “Scuole di Specializzazione all’insegnamento” sono senza merito?
E chi ha esaminato coloro che dovrebbero essere senza merito? Non è stato forse lo stato attraverso i suoi funzionari, cioè gli stessi che dovrebbero esaminarli anche ora?
Se ammettiamo quindi che coloro che sono già inclusi nel sistema sono senza merito dobbiamo anche ammettere che coloro  che  li hanno esaminati e promossi non sono stati onesti e se non lo sono stati prima difficilmente potranno esserlo ora.
Non è quindi una questione di merito, ma di onestà. Manchiamo purtroppo nelle nostre azioni di onestà e spesso facciamo il contrario di ciò che diciamo. È questo il vero problema dell’Italia non la meritocrazia.
Ed il ministro Profumo non fa eccezione .
Il concorso non è finalizzato a migliorare la scuola italiana e a risolvere il problema del precariato, perché se queste fossero le sue intenzioni avrebbe cominciato ad assorbire su tutti i posti disponibili gli idonei del concorso del 1999 e tutti gli abilitati che sono nelle graduatorie permanenti.
Che senso ha imporre a tutti quei professori, che già una volta sono stati giudicati idone,i un altro concorso?
Che senso ha far pagare loro altri cento euro di tassa di iscrizione?
Che senso ha farli iscrivere nuovamente ai vari corsi a pagamento  di preparazione al concorso che saranno sicuramente organizzati dai sindacati o da privati?
Certo tutto questo alimenterà un  mercato abbastanza fiorente che speculerà sulla loro speranza di avere finalmente un posto fisso, ma di certo non garantirà la meritocrazia e non risolverà il problema del precariato. Anzi contribuirà  a fare altri precari.
Perché, ci domandiamo, il Ministro ha consentito alle università di bandire nuovi corsi per i TFA (Abilitazione all’insegnamento a pagamento) visto che sapeva che ci sarebbe stato il concorso a cattedra e che coloro che avrebbero seguito questi corsi avrebbero solo perso il loro tempo?
Il vero problema del nostro paese è che non c’è onestà e soprattutto non c’è coerenza. Si opera senza tenere conto che le scelte fatte avranno delle ricadute sulla vita altrui, ma secondo oscuri fini che nessuno veramente comprende.
Si avvicinano le elezioni politiche e i nostri politici  (da sinistra a destra) qualcosa dovranno pur spendersi dinanzi al proprio elettorato.
Ma la verità è ben altra. La verità è che nelle scuole manca tutto a volte e che se il ministro volesse veramente fare il ministro dovrebbe occuparsi di fare sì che il sistema funzioni e punire quei funzionari (dirigenti di scuole e di USP) che non fanno bene il loro lavoro e che spesso contribuiscono a creare disservizi.
Se il ministro veramente volesse premierare il merito dovrebbe ottenere da Monti le risorse per implementare i percorsi per il conseguimento dell’abilitazione all’insegnamento, che dovrebbero essere aperti a tutti e non dovrebbero essere a pagamento.
Egli dovrebbe pretendere che le università siano oneste nella valutazione e che solo coloro che sono veramente preparati giungano alla fine del percorso.
E a costoro alla fine del percorso dovrebbe essere garantito l’accesso immediato e non una trafila decennale in attesa di una cattedra che non arriva mai.
Ecco la scuola italiana somiglia ad un teatro dell’assurdo, in cui quando si pensa che si sta per arrivare al traguardo arriva un nuovo ministro che   cambia le regole del gioco e  si ricomincia daccapo.

Amazon Android AppStore disponibile in UK, Spagna, Francia, Germania e (yay!) Italia

Amazon Android AppStore disponibile in UK, Spagna, Francia, Germania e (yay!) Italia:
Si è fatto attendere molto l’AppStore Android di Amazon in Europa, ma da oggi è possibile anche per noi accedere ad un ottimo market alternativo al Play Store di Google.
Sovente ci sono applicazioni che inizialmente escono in esclusiva perAmazon e spesso ci sono applicazioni normalmente a pagamento che vengono offerte su Amazon gratuitamente in determinati momenti, quindi avere installata questa ulteriore applicazione ci permette di ampliare la nostra possibilità di scelta.
L’applicazione non si trova sul Play Store di Google (strano … :D ) ma occorre scaricarla dalla pagina ufficiale di Amazon.it
Inoltre credo che presto avremo notizie proprio da Amazon per il suo nuovo Kindle Fire … ma questa è un’altra storia ;)
Enjoy ! :D

29 agosto 2012

Serious Problems With USB and Ethernet On the Raspberry Pi

Serious Problems With USB and Ethernet On the Raspberry Pi: First time accepted submitter rephlex writes "The USB controller used in the Broadcom BCM2835 (which is the SoC the Raspberry Pi uses) has buggy drivers which have been causing problems for many of its users. In addition to this, the Pi can only supply an unusually low amount of current to its USB devices, just 140 mA approximately, and using a powered hub to sidestep this limit exacerbates the issues caused by the USB drivers. Even Ethernet is affected as the Ethernet controller used on the Raspberry Pi is connected to the SoC via USB. This has resulted in packet loss and even total loss of network connectivity in certain situations. Attempts have been made in the past to fix the buggy USB drivers as there are other devices which use this problematic controller. None of these attempts seem to have achieved very much."

Raspberry Pi USB Power Issues - Ultimate Solution !!!!!

28 agosto 2012

Asus Nexus 7 in offerta a 199 euro da Marcopolo Shop

Asus Nexus 7 in offerta a 199 euro da Marcopolo Shop:

A pochi giorni dall’uscita ufficiale italiana, Marcopolo Shop parte alla grande offrendo, quando sarà disponibile, il nuovo Asus Nexus 7 da 16GB ad un prezzo scontato del 20%: 199,20 € anziché 249 €.
(...)
Continua a leggere Asus Nexus 7 in offerta a 199 euro da Marcopolo Shop su Androidiani.Com

Digitale terrestre: che disastro!

Digitale terrestre: che disastro!:

Lo “switch-off” dall’analogico al digitale avrebbe dovuto segnare una svolta epocale ma sinora è un vero flop. Intere regioni dove oggi i canali mostrano soltanto la scritta “nessun segnale”. La mappa del caos televisivo


il digitale terrestre è già un flop
“Nessun segnale”: è la frase che sembra già un incubo per molti italiani. In diverse regioni, molti canali tv non si vedono e appare una scritta tanto impietosa quanto beffarda.
Altro che svolta epocale: il digitale terrestre è arrivato da luglio in tutta Italia, ma come l’anno scorso, il segnale non è perfetto quando va bene, a macchia di leopardo in molte regioni ci sono zone di black out, tantissimi cittadini non usufruiscono del diritto di vedere la televisione normalmente, diritto peraltro che si paga con il canone. Il canale più penalizzato resta il Tg3 regionale che quando va bene si riceve male, altrimenti è sintonizzato su una regione diversa da quella di appartenenza e in molti casi non si riceve per niente.
Per le emittenti locali, alle prese anche con i tagli ai finanziamenti della spending review, è un vero disastro. Dall’esordio in Sardegna con lo switch-off del 2008 al completamento del passaggio al Ddt in Sicilia non molto è cambiato. L’inchiesta promossa dal quotidiano La Repubblica denuncia lo stato dell’arte: sono diminuite diminuite di poco le telefonate ai call centre, ma i disagi restano, ogni regione ha la sua pena. Per dire, in troppi non hanno potuto assistere agli Europei di calcio, giustamente molti si stanno organizzando in class action contro la Rai anche per recuperare almeno i soldi del canone.
Problemi di antenna, proliferazione indiscriminata delle frequenze, ingolfamento delle stesse con canali e operatori diversi: una situazione nata per aggirare le norme anti duopolio Rai-Mediaset della Corte Costituzionale (legge Gasparri). Aumentando a dismisura l’offerta, ma senza un’adeguata e sistematica copertura tecnologica, si è abbassato artificialmente il tetto al duopolio: Retequattro e un canale Rai non sono finiti sul satellite, in compenso la televisione si vede peggio di prima e la pubblicità drenata dalle emittenti locali se la sono ripresa i due oligopolisti. Un utente, che non necessariamente deve essere un tecnico tv, se con l’analogico aveva qualche problema di antenna si arrangiava con qualche botta la televisore, adesso se un problema occorre sulla linea digitale, può anche tenerlo spento.
Sicilia. Un quinto della popolazione (non è una colpa essere anziani o poco scolarizzati) non ha compreso le scarse e indecifrabili informazioni del fatidico passaggio dall’analogico al digitale di luglio. E’ stata costretta a chiamare il tecnico tv. In più, mettiamoci la particolare conformazione orografica della regione. In provincia di Messina, nella zona jonica, molti canali tv non si visualizzano o vanno a singhiozzo. Mediaset è in sintonizzazione provvisoria, La7 non c’è ed altri vanno e vengono. E non va meglio in altre zone: a Modica, costretta dentro un canyon, buona parte dei canali non si prende. Ai siciliani è stato proposto di ricorrere a TivuSat. Il sistema satellitare funziona, ma costa: come dirlo a persone che si sono dovute sobbarcare le spese del canone, del decoder, che devono acquistare di tasca propria anche la parabola? Palermo-Mondello-Addaura è un’altra zona dove la tv non prende.
Basilicata. Una delle ultime, il passaggio c’è stato a giugno. Lo switch-off come prevedibile ha lasciato il segno, il Tg3 Basilicata è stato il primo a saltare. Problemi nel centro di Matera, nel Metapontino, nel Vulture melfese. Peggio ditutti stanno gli utenti del Marmo Platano (tg 3 e altri canali Rai).
Emilia Romagna e Marche. Pare che il caldo abbia fatto brutti scherzi anche al digitale: chi non era dotato della pay-tv satellitare gli Europei di calcio li ha ascoltati alla radio. I ripetitori di Udine, non si sa come anche se le intemperie giocano un ruolo determinante, interferiscono sulo segnale. Disagi a Rimini e Ravenna, a Parma e Piacenza. Qui si vede il Tgr lombardo. Ad Ancona e nell’Alto maceratese i problemi sono aumentati anziché diminuire.
Abruzzo. A maggio è scattato lo switch-off, dopo tre mesi tutta la Piana del Cavaliere, quell’area della Marsica a cavallo tra Lazio e Abruzzo, è tagliata fuori dal segnale del digitale. 22 mila utenti non riescono proprio a vederala la tv. Pare che le antenne private non sono adatte. Vanno cambiate, la spesa è a carico del consumatore. Le città principali (L’Aquila, Chieti, Pescara) non sono esenti da problemi. Soluzioni? La più sensata, ed è tutto dire, è quella di sintonizzare i canali sulle frequenze tedesche o svedesi, quelle si sentono che è una meraviglia. Il ministero dello Sviluppo assicura che entro Natale tutti si aggiusta: e nel frattempo, tutti al bar come negli anni ’50?
Puglia. Switch-off delicato anche qui a fine maggio. Foggia e Manfredonia le zone più critiche. I problemi si sono protratti più del tempo previsto. A Cerignola il sindaco ha avviato una diffida contro la Rai per interruzione di servizio pubblico: Italia-Irlanda l’ha potuta vedere solo il 20% della popolazione.