7 aprile 2012
Raspberry Pi Passes EU Electromagnetic Compatibility Testing
Raspberry Pi Passes EU Electromagnetic Compatibility Testing: A week ago, we posted news of the delay that the Raspberry Pi Foundation faced because of a requirement that their boards be tested to comply with EU regulations. Now, the word is in, and the Raspberry Pi passed those tests without needing any modifications. From their post describing the ordeal: "The Raspberry Pi had to pass radiated and conducted emissions and immunity tests in a variety of configurations (a single run can take hours), and was subjected to electrostatic discharge (ESD) testing to establish its robustness to being rubbed on a cat. It’s a long process, involving a scary padded room full of blue cones, turntables that rise and fall on demand, and a thing that looks a lot like a television aerial crossed with Cthulhu."
6 aprile 2012
Orario Treni Pro 6.0 arriva nel Play Store, ottimizzato anche per tablet da 10”
Orario Treni Pro 6.0 arriva nel Play Store, ottimizzato anche per tablet da 10”:
In molti casi la differenza tra un’app gratuita e l’equivalente a pagamento è la presenza o meno di pubblicità al suo interno: non è questo il caso di Orario Treni Pro, che si distacca dalla versione Lite per un gran numero di funzioni, che ne fanno il compagno ideale di qualsiasi pendolare. Da oggi anche di quelli muniti di tablet da 10 pollici.
GO Power Master, anche il GO Dev Team scende in campo a difesa della batteria.
GO Power Master, anche il GO Dev Team scende in campo a difesa della batteria.:
Da pochi giorni è presente sul Play Store una nuova e promettente applicazione creata dal Team GO, i progettisti e sviluppatori di uno dei launcher più famosi del panorama Android, GO Launcher Ex.
Il malware Flashback dai PC Apple OS X si rimuove così
Il malware Flashback dai PC Apple OS X si rimuove così: Come rimuovere il malware Flashback dai PC Apple OS X? Ecco come attacca, funziona e si può debellare questa minaccia.
5 aprile 2012
Scandalo Lega, Bossi si dimette
Scandalo Lega, Bossi si dimette:
Umberto BossiUmberto Bossi si è dimesso da segretario della Lega Nord. La notizia è arrivata mentre emergeva l’ipotesi che il Senatur avesse “dato dei soldi in nero al partito”, e che il figlio Renzo “portò via alcuni documenti da via Bellerio, probabilmente relativi ai lavori di ristrutturazione di un’abitazione” e che alcune somme del partito siano state elargite “alla famiglia di Bossi e ad altri soggetti, come Roberto Calderoli e il Sindacato Padano”.
In alcune telefonate intercettate tra l’ex tesoriere del Carroccio, Francesco Belsito, indagato per truffa ai danni dello Stato, riciclaggio e appropriazione indebita, e Nadia Dagrada, segretaria amministrativa di via Bellerio, i due hanno espresso preoccupazione per la volontà dell’esponente leghista, Roberto Castelli, di controllare le spese, e la necessità di trovare nuove soluzioni per continuare con quelle modalità.
Denaro contante non tracciabile, infatti, sarebbe poi stato elargito senza lasciare traccia, “a favore di: Bossi Umberto, Manuela Marrone (moglie), Bossi Riccardo, Bossi Renzo, Bossi Roberto, Mauro Rosy, Calderoli Roberto, Stiffoni, alla scuola Bosina, con sede a Varese, riconducibile a Manuela Marrone e al SinPa (Sindacato Padano) riconducibile a Mauro Rosy, e ad altri soggetti e strutture citate nelle telefonate ed in corso di identificazione”. Per gli investigatori “l’irregolarità della gestione dei fondi della Lega, si rileva anche sotto il profilo dell’appropriazione indebita in relazione ai fondi derivanti dal finanziamento pubblico”.
“Però tu al capo (Bossi) – diceva Degrada a Belsito in una telefonata – precisi la cosa del discorso soldi. Castelli vuole andare a vedere la ‘cassa’ e quelli che sono i problemi, perché comunque tu non è che puoi nascondere quelli che sono i ‘costi della famiglia’, cioé da qualche parte vengono fuori”. “Anche perché – continuava la segretaria – o lui, (Umberto Bossi, scrivono gli investigatori) ti passa come c’era una volta tutto in nero, o altrimenti come cazzo fai tu”. In un’altra telefonata tra Belsito e Dagrada si evince poi che i revisori dei bilanci della Lega, tre esterni e tre interni, si limitano a firmare i bilanci che vengono redatti da Dagrada.
“Adesso io gli preparavo tutta la relazione – spiegava Dagrada – gliela inviavo e loro non facevano altro che firmarmela… non guardavano un cazzo”. E anche qui torna la preoccupazione per l’insistenza a vederci chiaro di Castelli. “(…) Se questo insiste e se poi va a prendere questi qua, questi qua vogliono iniziare a vedere le cose e tutte, che cosa fai?”.
L’attenzione degli inquirenti è concentrata su una cartella, chiamata “The Family”, rinvenuta nella cassaforte di Belsito, insieme a documenti e fatture, “materiale utile”, insieme a una parte della documentazione contabile sequestrata, per verificare il sospetto che alcune somme distratte da Belsito siano state destinate a pagare spese dei familiari del leader del Carroccio. L’inchiesta napoletana è coordinata dal procuratore aggiunto Francesco Greco e affidata ai Pm Henry John Woodcock, Francesco Curcio e Vincenzo Piscitelli.
L’addio alla segreteria per la bufera sul Carroccio. Dal Senatur soldi in nero al partito. Renzo portò via atti su ristrutturazione. Soldi ai figli, Calderoli e Rosi Mauro
Umberto Bossi
In alcune telefonate intercettate tra l’ex tesoriere del Carroccio, Francesco Belsito, indagato per truffa ai danni dello Stato, riciclaggio e appropriazione indebita, e Nadia Dagrada, segretaria amministrativa di via Bellerio, i due hanno espresso preoccupazione per la volontà dell’esponente leghista, Roberto Castelli, di controllare le spese, e la necessità di trovare nuove soluzioni per continuare con quelle modalità.
Denaro contante non tracciabile, infatti, sarebbe poi stato elargito senza lasciare traccia, “a favore di: Bossi Umberto, Manuela Marrone (moglie), Bossi Riccardo, Bossi Renzo, Bossi Roberto, Mauro Rosy, Calderoli Roberto, Stiffoni, alla scuola Bosina, con sede a Varese, riconducibile a Manuela Marrone e al SinPa (Sindacato Padano) riconducibile a Mauro Rosy, e ad altri soggetti e strutture citate nelle telefonate ed in corso di identificazione”. Per gli investigatori “l’irregolarità della gestione dei fondi della Lega, si rileva anche sotto il profilo dell’appropriazione indebita in relazione ai fondi derivanti dal finanziamento pubblico”.
“Però tu al capo (Bossi) – diceva Degrada a Belsito in una telefonata – precisi la cosa del discorso soldi. Castelli vuole andare a vedere la ‘cassa’ e quelli che sono i problemi, perché comunque tu non è che puoi nascondere quelli che sono i ‘costi della famiglia’, cioé da qualche parte vengono fuori”. “Anche perché – continuava la segretaria – o lui, (Umberto Bossi, scrivono gli investigatori) ti passa come c’era una volta tutto in nero, o altrimenti come cazzo fai tu”. In un’altra telefonata tra Belsito e Dagrada si evince poi che i revisori dei bilanci della Lega, tre esterni e tre interni, si limitano a firmare i bilanci che vengono redatti da Dagrada.
“Adesso io gli preparavo tutta la relazione – spiegava Dagrada – gliela inviavo e loro non facevano altro che firmarmela… non guardavano un cazzo”. E anche qui torna la preoccupazione per l’insistenza a vederci chiaro di Castelli. “(…) Se questo insiste e se poi va a prendere questi qua, questi qua vogliono iniziare a vedere le cose e tutte, che cosa fai?”.
L’attenzione degli inquirenti è concentrata su una cartella, chiamata “The Family”, rinvenuta nella cassaforte di Belsito, insieme a documenti e fatture, “materiale utile”, insieme a una parte della documentazione contabile sequestrata, per verificare il sospetto che alcune somme distratte da Belsito siano state destinate a pagare spese dei familiari del leader del Carroccio. L’inchiesta napoletana è coordinata dal procuratore aggiunto Francesco Greco e affidata ai Pm Henry John Woodcock, Francesco Curcio e Vincenzo Piscitelli.
Finalmente il “Tempo Libero” diventa ricaricabile, disponibile la nuova offerta Tiscali per navigare in mobilità fino a 7.2 Mega
Finalmente il “Tempo Libero” diventa ricaricabile, disponibile la nuova offerta Tiscali per navigare in mobilità fino a 7.2 Mega:
Cagliari, 5 aprile 2012 – Per tutti coloro che non riescono mai a staccarsi dalla Rete ma che preferiscono non legarsi ad un abbonamento, Tiscali presenta oggi “Tempo Libero”, l’offerta per la connettività internet in mobilità, ricaricabile, senza canoni fissi e senza vincoli di ricarica.
La nuova offerta “Tempo Libero” può essere acquistata presso i punti vendita Tiscali al costo di 19 Euro, una tantum; tale costo include la chiavetta e 5 Euro di traffico dati da poter utilizzare immediatamente. Il traffico dati nazionale viene tariffato ad un costo di 3 cent/MB.
Il portfolio delle offerte di connettività “on the go” Tiscali si arricchisce quindi di un nuovo prodotto ideale per tutti coloro che preferiscono pagare solo ed esclusivamente il tempo di connessione alla Rete.
E’ possibile ricaricare il credito dell’offerta “Tempo Libero” presso tutti gli sportelli Bancomat del gruppo Banca Intesa San Paolo e Unicredit, presso le ricevitorie Sisal e Lottomatica, e online con carta di credito.
La Tiscali Internet Key, prodotta da ZTE, permette di collegarsi ad Internet ad alta velocità (fino a 7,2 Mbps in HSDPA e 5,76 Mbps in HSUPA, grazie a un processore a 297,6 Mhz). Piccola e leggera, con dimensioni di 69,7x26x11 mm e un peso di 23 grammi, la Tiscali Internet Key supporta un’ampia varietà di protocolli di connessione GSM/GPRS/EDGE/UMTS e HSDPA.
Spezzagli le tibie
Spezzagli le tibie:
La parte più rilevante dei 30 secondo di scambio a distanza fra Guy Chiappaventi del TG de La7 e Umberto Bossi, non è tanto il vaffanculo biascicato del Senatore quanto la patetica specificazione dell’uomo della scorta. “Attenzione siamo della polizia di Stato”, dice orgoglioso il guardiano della legge dopo aver ignorato il “Picchiali” e “Investili” del leader leghista.
La parte più rilevante dei 30 secondo di scambio a distanza fra Guy Chiappaventi del TG de La7 e Umberto Bossi, non è tanto il vaffanculo biascicato del Senatore quanto la patetica specificazione dell’uomo della scorta. “Attenzione siamo della polizia di Stato”, dice orgoglioso il guardiano della legge dopo aver ignorato il “Picchiali” e “Investili” del leader leghista.
Iscriviti a:
Post (Atom)