4 novembre 2013

Goodbye Telecom, il caso Telecom Italia spiegato per tutti

Goodbye Telecom, il caso Telecom Italia spiegato per tutti: News - L'economista Maurizio Matteo Dècina spiega come un romanzo come Telecom Italia sia diventata un simbolo della crisi italiana.

Un futuro per la Terra dei fuochi

Un futuro per la Terra dei fuochi:
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"La desecretazione dell'audizione in commissione parlamentare di inchiesta sui rifiuti, tenuta dal boss pentito della camorra Carmine Schiavone nel 1997, grida verità e giustizia per la Terra dei Fuochi. Le discariche abusive che spuntavano come funghi e lo sversamento illegale di rifiuti tossici, avvenuto per anni nel totale silenzio delle istituzioni, hanno devastato la Campania felix (l'area compresa tra il napoletano e il casertano). Oggi in quelle terre il tasso di tumori che colpiscono la popolazione è enormemente più alto rispetto alla media nazionale, il disastro ambientale avrà bisogno di decenni di bonifiche per essere riportato sotto controllo, l'economia alimentare locale subisce le conseguenze di quella bomba igienico-sanitaria. Abbiamo sempre denunciato le sofferenze e i crimini commessi in quelle terre e, nel luglio scorso, oltre 70 nostri parlamentari e tanti militanti hanno voluto partecipare allo "Spazzatour", per vedere con i loro occhi gli effetti della prepotenza dei potenti sui comuni cittadini. Lunedì ci sarà il voto sulla mozione per la bonifica della Terra dei fuochi, di cui siamo firmatari. Mettere bandierine sull'eventuale esito positivo del provvedimento non ci interessa. L'unica cosa che conta che agli uomini e alle donne di quelle terre venga restituita la possibilità di avere un futuro degno. Schiavone, parlando alla tv, dice che la distruzione di quei territori non sarebbe stata possibile senza "la collaborazione dello Stato". I responsabili devono essere presi e fermati: sono responsabili di attentato mortale nei confronti della collettività." M5S Camera

BadBIOS, il virus informatico che si propaga nell'aria? Troppo presto per liquidarlo come bufala

BadBIOS, il virus informatico che si propaga nell'aria? Troppo presto per liquidarlo come bufala:
L'articolo è stato aggiornato dopo la pubblicazione iniziale.

Repubblica ha pubblicato la notizia di un virus informatico che sarebbe in grado di propagarsi da un computer all'altro attraverso l'aria, usando le onde sonore come canale di trasmissione. Viene spontaneo liquidare la storia come una bufala, visto il suo tenore fantascientifico, ma c'è una serie di elementi che mi impediscono di farlo.

Prima di tutto, la fonte originale non è Repubblica, ma Dragos Ruiu, un esperto di sicurezza informatica molto noto nel settore. Questo non garantisce nulla, ma è certamente sufficiente a non liquidare subito come delirio le sue tesi.

In secondo luogo, bisogna notare che Ruiu fa tre asserzioni principali:

– la prima è che ha trovato un malware multipiattaforma (indipendente dal sistema operativo) che agisce a livello di firmware (BIOS/UEFI) e sopravvive a un reflashing del firmware stesso, e questo è un fenomeno già noto sul quale non ci sono particolari dubbi;

– la seconda è che il malware si diffonde tramite chiavette USB, e anche questa non è una novità (Stuxnet ne è un esempio);

– la terza è quella controversa: il malware sarebbe in grado di mantenere l'infezione usando segnali ad alta frequenza trasmessi dagli altoparlanti del computer e ricevuti dai microfoni di altri computer (destinatario e ricevente devono essere già infettati), e questo è l'aspetto sul quale ci sono molti dubbi: finora non è stato confermato da altri ricercatori e Ruiu non ha fornito prove, ma non è considerato impossibile.

Va sottolineato, a scanso di equivoci, che Ruiu non afferma che è possibile infettare un computer pulito semplicemente inviandogli dei segnali sonori: afferma che un computer già infettato da questo malware può comunicare con altri computer altrettanto infettati nelle vicinanze usando segnali acustici e usare questa comunicazione per resistere ai tentativi di disinfezione.

La fattibilità di trasmissioni acustiche in alta frequenza è stata confermata da un test di Errata Security: toni a 20 kHz emessi dall'altoparlante di un netbook sono stati ricevuti dal microfono di un Macbook Air.

Oltre al canale audio, è possibile che ne esistano altri: per esempio una software-defined radio che usi le piste dei circuiti stampati come antenne (demo segnalata da Ruiu) e crei una comunicazione fra processori di computer non connessi fra loro via cavo o WiFi o Bluetooth ma fisicamente vicini. Ruiu ha proposto la teoria del canale acustico quando ha notato che scollegando microfoni e altoparlanti dei computer infettati si è interrotto lo scambio di dati. Magari (è solo una mia congettura) la comunicazione usava i circuiti degli altoparlanti come antenne radio e non c'è un canale acustico.

Il problema di fondo è che per ora abbiamo soltanto la parola di Ruiu: anche se ci sta lavorando da circa tre anni, non ha pubblicato dati oggettivi (per esempio un dump dei BIOS alterati o i font modificati che cita qui o una descrizione dettagliata dei suoi esperimenti). Può capitare anche ai migliori di innamorarsi della propria idea. Staremo a vedere: in ogni caso è uno scenario molto interessante.

Se volete saperne di più, consiglio la lettura degli articoli pubblicati da Ars Technica (dal quale sembra essere partita la notizia) SecurityArtWork, RootWyrm (totalmente scettico sull'argomento) e dal già citato Errata Security (tutti e quattro in inglese) e della sintesi in italiano su Siamogeek.


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Scritto da Paolo Attivissimo per il blog Il Disinformatico. Ripubblicabile liberamente se viene inclusa questa dicitura (dettagli). Sono ben accette le donazioni Paypal.

Deeper: l’originale accessorio per i veri “pescatori tecnologici” che usano Android

Deeper: l’originale accessorio per i veri “pescatori tecnologici” che usano Android:
Deeper Smart FishFinder
Abbiamo visto più volte come smartphone abbinati a determinate applicazioni e accessori possano essere di aiuto in molti sport per monitorare e tracciare, ma stavolta lo scenario è completamente diverso: parliamo di pesca e parliamo di un aiuto concreto per questa attività.
Il come è presto detto: questa piccola sfera di 65 mm di diametro è un sonar che si può interfacciare (attraverso l’app dedicata) ai nostri dispositivi Android (e anche con quelli iOS) andando a fugare i dubbi circa la domanda che tutti i pescatori si pongono quando arrivano sul posto, ossia: “cosa ci sarà sotto“?
Deeper Smart FishFinder (6)
Grazie a Deeper, un fishfinder ad ultrasuoni a doppia frequenza, potremo sapere se sotto la superficie dell’acqua è presente del pesce, le caratteristiche dello stesso, ed anche alcuni dati circa l’ambiente, quali temperatura dell’acqua e la sagoma del fondo (permettendo così ad esempio di poter sapere quanta lenza usare nel caso di pesca a fondo).
Deeper, o meglio la sua app funziona sia su smarthpone che su tablet, passando poi ad altre caratteristiche vi possiamo dire che la profondità minima dell’acqua per poter funzionare è di 0,5 metri e riesce a coprirne una massima di 40 metri, funziona sia in acqua dolce che salata e la connettività utilizzata da questo dispositivo è di tipo bluetooth.
Questo particolare accessorio per la pesca funziona in un range elevato di temperature, si va dai -10° a +40° e la sua copertura (come rilevamento dei dati forniti dagli ultrasuoni del sonar) permette di conoscere la presenza di pesce in un raggio di circa 50 metri; un’altro sensore integrato in questo accessorio per la pesca attiva lo stesso automaticamente solo quando viene immerso in acqua, ottimizzando così l’utilizzo della batteria (a polimeri di litio), a proposito di quest’ultima i dati forniti parlano di un’autonomia di circa sei ore di funzionamento interrotto.
Se vi sentite quindi pescatori tecnologici o se volete provare ad ottimizzare le vostre uscite sugli specchi e corsi d’acqua grazie a questo piccolo sonar vi lasciamo all’indirizzo della pagina della ditta Speeka, dove poter comprare ed avere altre informazioni su Deeper, il cui costo si attesta sui 200€.
(Continua...)
Leggi il resto di Deeper: l’originale accessorio per i veri “pescatori tecnologici” che usano Android

3 novembre 2013

Nuova guida in italiano per gli sviluppatori Android

Nuova guida in italiano per gli sviluppatori Android:
background
Nella giornata di ieri, Google ha pubblicato sul web uno specchietto interattivo per gli sviluppatori, con tutte le notizie necessarie per chi si avvicina allo sviluppo sul robottino verde, localizzando il contenuto principale in italiano.
La pagina non è nulla più di un insieme di link raggruppati in tab e alcuni video esplicativi, ma fa comunque piacere che Google si sia messa d’impegno nel localizzare alcune delle risorse necessarie anche in un linguaggio che viene parlato da relativamente poche persone.
Se siete indecisi se diventare o meno sviluppatori Android, fate un salto sul link alla fonte e date un’occhiata a quello che gli ingegneri di Mountain View hanno preparato per noi.

2 novembre 2013

Il fango del Sole24Ore sul M5S

Il fango del Sole24Ore sul M5S:
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"Ho l'obbligo di smentire un articolo uscito sul Sole24Ore che dipinge il mio passato usando il metodo Boffo, quello dei "si dice", quello dei "forse", senza portare alcuna prova e infangando l'onorabilità di una persona. L'accusa che mi viene mossa è quella di essere un dipendente di un imprenditore amico di un altro imprenditore (Di Vincenzo) che ha problemi con la legge. Non conosco né ho mai conosciuto l'imprenditore Di Vincenzo, e sfido chiunque a dimostrare il contrario. L'imprenditore invece per il quale lavoravo, il Sig. Lo Cascio, in data 10 aprire 2013 mi ha fatto pervenire una lettera di licenziamento. Non lavoro più con la persona indicata, ma soprattutto non corre neanche buon sangue, perché essendo in aspettativa mi ha licenziato. Inoltre avevo diritto, perché l'azienda è fallita, alla mobilità (ovvero a 1000 euro al mese per tre anni), ma essendo un Consigliere Regionale, non mi sembrava giusto ricevere questo denaro, e quindi l'ho lasciata all'Inps. Però sono stanco di ricevere insinuazioni come quelle di Nello Dipasquale, che in aula si permette di dire che "si dice" che la mozione di sfiducia sia stata scritta nelle segrete stanze dei bottoni di quelle persone di Caltanissetta che remano contro l'azione purificatrice del Governo Crocetta. Dipasquale, e chiunque ci ascolti, e soprattutto ai Redattori del Sole24Ore, noi (M5S) la mozione di sfiducia l'abbiamo scritta di nostro pugno perché crediamo che questo Governo sia totalmente fallimentare. Non ho più intenzione di rispondere a insinuazioni di bassissima lega, e qualora verranno riportate ulteriormente, mi riserbo di parlarne in altre sedi. Questa è la sola politica che sapete fare: gettare fango sulla figura degli altri, anche quando non c'è niente da infangare, perché la persona citata è completamente pulita." Giancarlo Cancelleri, M5S Sicilia

Mozione di sfiducia per la Cancellieri

Mozione di sfiducia per la Cancellieri:
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La Idem a causa dell'ICI non pagata ha dato le dimissioni in dieci giorni. La Cancellieri forse non le darà mai. Il motivo è semplice. La Cancellieri fa parte di quel mondo composto da politici, banchieri, istituzioni, finanzieri, inestricabile come una foresta pietrificata. Nessun monito da parte di Napolitano per questo scandalo per l'ingerenza di un ministro su una detenzione, avvenuta grazie a rapporti di lunga data con Ligresti. Non un fiato da Capitan Findus Letta. Hanno paura di essere travolti e credono che il silenzio li salverà, ma sono già condannati.
La mozione di sfiducia al ministro Cancellieri presentata dal M5S:
"Premesso che da notizie di stampa de “la Repubblica” e de “il Fatto Quotidiano” del 31 ottobre u.s. risulta che la Procura di Torino, sia in possesso di tabulati telefonici che contengano diversi contatti tra la famiglia Ligresti ed il Ministro della Giustizia Cancellieri, oltre al di lei figlio, fin dal giorno degli arresti della figlia Giulia. Il 17 luglio del 2013 il Tribunale di Torino ha disposto gli arresti per Salvatore Ligresti, per i suoi tre figli e per tre manager della compagnia Fonsai per falso in bilancio aggravato e aggiotaggio; per Salvatore Ligresti e i tre manager veniva disposto il giudizio immediato. La figlia Giulia Ligresti, coinvolta nell’inchiesta Fonsai, risulta essere l’unica, al momento, ad aver patteggiato; il 19 settembre 2013 veniva condannata a due anni e otto mesi di reclusione. Dalle intercettazioni telefoniche risulta che la compagna di Salvatore Ligresti, Gabriella Fragni, abbia suggerito al cognato Antonio Ligresti “di contattare il ministro come ultimo tentativo, visto che la situazione della figlia Giulia non trovava soluzione”. Risultano dai tabulati diverse telefonate del ministro stesso con i fratelli della famiglia Ligresti e risultano chiamate telefoniche ai due vice capi del dipartimento per l'amministrazione penitenziaria (DAP), Francesco Cascini e Luigi Pagano, per "sensibilizzarli" sul fatto che la figlia dell'ingegnere, arrestata il 28 luglio, soffrisse di anoressia. Risulta inoltre, intorno alla metà di agosto, con inconsueto zelo e tempestività, “un referto inviato dalle psicologhe dell’istituto penitenziario di detenzione della Ligresti in cui si segnalava lo stato di depressione della donna e si certificava l’incompatibilità del regime carcerario con le condizioni di salute della stessa".
Il 28 agosto, undici giorni dopo la telefonata di Antonio Ligresti, fratello di Salvatore Ligresti, diretta al Ministro, venivano concessi gli arresti domiciliari a Giulia Maria Ligresti. Risulta che l’interessamento del Ministro verso la situazione di Giulia Ligresti sia confermato anche nel verbale di interrogatorio del 22 agosto, durante il quale il Ministro dichiarava al procuratore aggiunto Vittorio Nessi che: “si è trattato di un intervento umanitario assolutamente doveroso in considerazione del rischio connesso con la detenzione”. L’intervento del Ministro a favore della scarcerazione di Giulia Ligresti “per motivi legati all’anoressia” presenta aspetti molto discutibili e che devono essere chiariti sul piano politico e non solo su quello giudiziario, in quanto risulta grave che l’intervento in questione sia stato richiesto da una telefonata privata e che abbia riguardato una classica detenuta eccellente. Il Ministro in indirizzo, nel corso del citato interrogatorio, così come riportato dagli organi di informazione, è stato chiamato a ricostruire le circostanze per le quali abbia di propria iniziativa contattato telefonicamente la compagna di Salvatore Ligresti, Gabriella Fragni, per manifestarle “solidarietà sotto l'aspetto umano” in occasione dell’arresto del compagno e delle di lui figlie, esprimendo al contempo forte rammarico e disappunto per l’accaduto, invitando altresì l’interlocutrice a “contare” sullo stesso Ministro per “qualsiasi cosa serva”. Il Ministro ha ammesso di avere ricevuto la telefonata di Antonino Ligresti in cui questi le rappresentava preoccupazione per lo stato di salute della nipote Giulia sofferente di anoressia, e che, pare, “rifiutasse il cibo in carcere” e ha ammesso di aver “sensibilizzato i due vice capi del Dap, perché facessero quanto di loro stretta competenza per la tutela della salute dei carcerati”.
Cascini era al corrente della situazione perché lo aveva già letto sui giornali e si era già posto il problema. Dopo di allora non li ho più sentiti e non so se siano intervenuti, e eventualmente, in che termini”, conclude il Ministro con una excusatio non petita, e chiarendo dunque che il suo interessamento era stato per un carcerato soltanto, Giulia Maria Ligresti. Inoltre, per completezza di informazioni, occorre sottolineare come la vicinanza tra il ministro e la famiglia Ligresti, sia di tutta evidenza in considerazione del fatto che il figlio del Ministro, Piergiorgio Peluso, risulta aver lavorato in Fonsai dal maggio del 2011, dopo essere stato responsabile del Corporate & Investment banking di Unicredit per l’Italia, posizione dalla quale aveva trattato l’esposizione delle società della famiglia siciliana. Peluso risulta aver incassato nel 2012 una buonuscita di 3,6 milioni di euro dopo un anno di lavoro come direttore generale della compagnia assicurativa Fondiaria Sai in virtù delle clausole contenute nel suo contratto che consentivano, in caso di cambio di controllo o di demansionamento, la possibilità di dimettersi con giusta causa e di incassare l’equivalente di tre annualità. Facoltà che Peluso ha deciso di esercitare dopo un anno, non rientrando una sua conferma nei programmi di Unipol, nel frattempo salita sulla plancia di comando dell’ex compagnia dei Ligresti. Inoltre, secondo annotazioni della Guardia di Finanza di Torino del 29 agosto 2013, Peluso “continua a intrattenere rapporti con alcuni dirigenti del Gruppo, interessandosi sia alle vicende giudiziarie che quelle societarie”. Da pregresse intercettazioni operate sulla stessa Giulia Ligresti, lei stessa, sfogandosi con un’amica, giudicava quella liquidazione milionaria nei confronti del figlio della Cancellieri come una ingiustizia: "Gli danno una liquidazione, invece che chiedergli i danni!". "Sì, invece di chiedergli i danni! Mi hanno detto che in Consiglio nessuno ha fiatato. Sì, sì.. Approvato all’unanimità. Che se fosse stato il nome di qualcun altro... Questo qui ha 45 anni, è un idiota. Perché veramente è venuto a distruggere una compagnia. Perché lo ha fatto proprio su mandato la distruzione... 5 milioni, è andato in Telecom, e l’Italia non scrive niente". Alla luce di ciò il comportamento del Ministro appare ancora più grave, e potrebbe sembrare come il pagamento di un debito a fronte di un guadagno percepito dal figlio.
In carcere si soffre e si muore: ogni giorno è emergenza umanitaria nelle nostre carceri. Ma alle grida di disperazione, agli allarmi quotidiani lanciati dai Garanti dei diritti dei detenuti, alle angosce dei parenti dei reclusi, ai casi conclamati di incompatibilità delle condizioni di salute con la penosa condizione degli istituti e dei servizi sanitari interni, al Dipartimento dell'Amministrazione Penitenziaria non sanno cosa rispondere, ma “si pongono il problema”, - per usare le parole della Cancellieri riferite al vice capo Francesco Cascini, - guarda caso solo per una detenuta eccellente, mentre altri 70.000 continuano a soffrire ed a morire. E' particolarmente grave che il ministro si serva di figure di garanzia come i magistrati, vice capi del DAP per adempiere ai suoi debiti privati, attraverso presunti atti di deviazione delle funzioni pubbliche. Ed è ancor più grave che di fronte ad una ingerenza interessata del Ministro, i magistrati che operano al DAP possano essere stati servizievoli col potere esecutivo e – anche a volere ritenere, contro l’evidenza, che non siano intervenuti (ma è difficile ritenerlo visto che “già si erano posti il problema“) - comunque non abbiano preso le distanze da un simile comportamento; non abbiano accertato come e perché sia stata adottata dalla psicologa l’iniziativa di promuovere una scarcerazione; non abbiano riferito formalmente all’autorità giudiziaria dell’interessamento ricevuto da parte del Ministro, così venendo meno alla funzione di garanzia e di pari trattamento di tutti i detenuti, tradendo i loro colleghi che lavorano negli uffici giudiziari, e gettando ombre sulle carriere e sulle attività svolte da magistrati all’ombra dell’esecutivo. Di fronte ad un’indagine ancora in corso, gli elementi a disposizione della magistratura richiedono un chiarimento su quanto sia davvero accaduto, e il solo sospetto che un Ministro della Giustizia possa aver ricevuto ed esercitato pressioni, è un’ombra di cui un membro delle istituzioni non si può vestire. D’altra parte siamo memori di un caso, avvenuto nella scorsa legislatura, e riguardante un Presidente del Consiglio dei Ministri e la Questura di Milano che può sembrare molto simile alla situazione in questione. Un Ministro della Giustizia che si sia lasciato condizionare nel suo operato dai suoi rapporti personali con la famiglia Ligresti – e dai rapporti economici poco chiari del figlio - agendo, oltretutto, con una marcata disparità di trattamento verso gli altri detenuti “non eccellenti”, ed utilizzando i magistrati che operano all’interno del ministero, è un'ombra indelebile sulla sua figura istituzionale da un punto di vista etico, morale e politico.
Per tutti questi motivi esposti in premessa, visti gli articoli 94 della Costituzione e 115 del Regolamento della Camera dei deputati; esprime sfiducia al Ministro della Giustizia Anna Maria Cancellieri e lo impegna a rassegnare le dimissioni."

Le bugie degli utili idioti

Le bugie degli utili idioti:
Mi corre l’obbligo di dover smentire un articolo uscito sul Sole24Ore e ripreso dal La Sicilia in data 31 ottobre, articolo che mi riguarda e che ancora una volta dipinge il mio passato usando il metodo Boffo, quello dei “si dice”, quello dei “forse”, senza portare alcuna prova e infangando però l’onorabilità di una persona.
L’accusa che mi viene mossa è quella di essere un dipendente di un imprenditore amico di un altro imprenditore (Di Vincenzo) che ha problemi con la legge.
Iniziamo a fare chiarezza sulla vicenda, io non conosco ne ho mai conosciuto l’imprenditore Di Vincenzo, e sfido chiunque a dimostrare il contrario, e fino a quando non lo farà, invito tutti a stare zitti.
L’imprenditore invece per il quale lavoravo, che è il Sig. Lo Cascio, in data 10 aprire 2013 mi ha fatto pervenire una lettera di licenziamento. Quindi non lavoro più per quella ditta.
Inoltre, io avevo diritto, perché l’azienda è fallita, alla mobilità (ovvero a 1000€ al mese per tre anni), ma essendo un Deputato Regionale, pur avendone diritto, non mi sembrava giusto ricevere questo denaro, l’ho lasciato all’Inps, in maniera tale che questi soldi vengano destinati a qualcuno che ne avesse di bisogno, qualcuno che entrava in cassa integrazione o in mobilità. Ho voluto fare spazio in questo senso. E queste sono cose che non avrei mai voluto dire perché pensavo potessero restare segrete, ed erano cose di cui non mi volevo vantare.

Però sono stanco di ricevere insinuazioni come quelle dell’On. Nello Dipasquale, che in aula, al Parlamento Regionale, si permette di dire che “si dice” che la mozione di sfiducia sia stata scritta nelle segrete stanze dei bottoni di quelle persone di Caltanissetta che remano contro l’azione purificatrice del Governo Crocetta.
Noi del Movimento 5 Stelle la mozione di sfiducia l’abbiamo scritta di nostro pugno, senza essere veicolati, senza essere strumentalizzati da nessuno, perché crediamo che questo Governo sia totalmente fallimentare, chi afferma il contrario non ha neanche il coraggio di prendersi le proprie responsabilità, di accettare una critica che è meramente politica.
Non ho più intenzione di rispondere a queste insinuazioni di bassissima lega, e qualora verranno riportate ulteriormente, mi riserbo di parlarne in altre sedi, perché adesso sono veramente stanco, perché questa è la sola politica che sanno fare, quella di gettare fango sulla figura degli altri, anche quando non c’è niente da infangare, perché la persona in questione è completamente pulita.

Giancarlo Cancelleri
Cittadino eletto all’ARS
XVI Legislatura