Blog e pubblicità:
"Il Blog è nato nel 2005. A differenza della maggior parte dei prodotti editoriali italiani televisivi o cartacei non ha mai utilizzato fondi pubblici. Negli ultimi anni la sua gestione è stata sempre in perdita. Nel 2012 i costi erano diventati insostenibili e fu inserita per questo, verso metà anno, la pubblicità, ma non per tutte le categorie, per evitare di chiuderlo. Nel 2011 CA ha chiuso in passivo di 57.800 euro con un fatturato di circa 1.400.000 euro. Le perdite del blog sono state sempre coperte da CA. I bilanci di CA depositati alla Camera di Commercio di Milano sono peraltro disponibili a qualunque giornalista interessato ai suoi mirabolanti guadagni." Lo staff di Beppe Grillo
21 maggio 2013
20 maggio 2013
Patenti nuove ogni volta che scadono, addio bollini adesivi
Patenti nuove ogni volta che scadono, addio bollini adesivi: Un nuovo decreto del Ministero dei Trasporti indica i passi per adeguarsi all'Europa in termini di rinnovo delle patenti di guida. L'Italia si prepara a dire addio alle etichette autoadesive e alla vecchia burocrazia in favore di semplici procedure telematiche.
Report di partito
Report di partito:
"Si presuppone che un vincitore delle quirinarie del MoVimento 5 Stelle CHE HA PARTECIPATO ALLE STESSE NELLA PRIMA E FINO ALLA VOTAZIONE FINALE, se avesse avuto tali dubbi sull'impianto del M5S a partire da Gaia (2008) fino alla diaspora delle diarie avrebbe fatto bene a comunicare il suo ritiro subito. Invece, dopo essere risultata prima, ha poi commossa rifiutato. Perchè a parte le dispute ultime, tutti gli elementi in suo possesso erano gli stessi DI ORA. Il video di Gaia c'è dal 2008, il codice e regolamento sono disponibili da febbraio, insieme a tutte le informazioni tratte dalla rete. Mi chiedo di fronte al servizio proposto che sfodera tutto il repertorio antigrillo e casaleggio, incluso il trio Tavolazzi, Salsi e Favia e polemiche sulla democrazia diretta e movimento padronale, se al di là del sacrosanto diritto alla critica, non c'è qualcosa che dal punto di vista dell'etica generale non funziona. La tempistica oltretutto precede importanti appuntamenti elettorali (bastonato Alemanno, passiamo al M5S) e risulta immune Marino del PD.
Poi siamo in attesa sempre della PRESIDENZA DELLA VIGILANZA RAI, IMMINENTE LA DECISIONE e a pensar male si fà peccato ma molte volte ci si azzecca. Poi per finire non mi è nemmeno piaciuta la dichiarazione della Gabanelli ultima di oggi: "Il punto è: sono state dette cose non vere? In tal caso vengano precisate, e le pubblicheremo". Della serie prima ti sputtano poi chiedo "sono state dette cose non vere?" Siamo specialisti a resuscitare i morti (Prodi), a portare valide giornaliste a presidenti, a candidare presidenti di sinistra e quando cercheremo di portare su persone di valore al nostro interno sarà troppo tardi?
O siamo al bivio del principio di PETER ? O del paraculo." Tinazzi
"Si presuppone che un vincitore delle quirinarie del MoVimento 5 Stelle CHE HA PARTECIPATO ALLE STESSE NELLA PRIMA E FINO ALLA VOTAZIONE FINALE, se avesse avuto tali dubbi sull'impianto del M5S a partire da Gaia (2008) fino alla diaspora delle diarie avrebbe fatto bene a comunicare il suo ritiro subito. Invece, dopo essere risultata prima, ha poi commossa rifiutato. Perchè a parte le dispute ultime, tutti gli elementi in suo possesso erano gli stessi DI ORA. Il video di Gaia c'è dal 2008, il codice e regolamento sono disponibili da febbraio, insieme a tutte le informazioni tratte dalla rete. Mi chiedo di fronte al servizio proposto che sfodera tutto il repertorio antigrillo e casaleggio, incluso il trio Tavolazzi, Salsi e Favia e polemiche sulla democrazia diretta e movimento padronale, se al di là del sacrosanto diritto alla critica, non c'è qualcosa che dal punto di vista dell'etica generale non funziona. La tempistica oltretutto precede importanti appuntamenti elettorali (bastonato Alemanno, passiamo al M5S) e risulta immune Marino del PD.
Poi siamo in attesa sempre della PRESIDENZA DELLA VIGILANZA RAI, IMMINENTE LA DECISIONE e a pensar male si fà peccato ma molte volte ci si azzecca. Poi per finire non mi è nemmeno piaciuta la dichiarazione della Gabanelli ultima di oggi: "Il punto è: sono state dette cose non vere? In tal caso vengano precisate, e le pubblicheremo". Della serie prima ti sputtano poi chiedo "sono state dette cose non vere?" Siamo specialisti a resuscitare i morti (Prodi), a portare valide giornaliste a presidenti, a candidare presidenti di sinistra e quando cercheremo di portare su persone di valore al nostro interno sarà troppo tardi?
O siamo al bivio del principio di PETER ? O del paraculo." Tinazzi
Come si finanzia il M5S / 1
Come si finanzia il M5S / 1:
"I proventi deglli introiti pubblicitari del blog di Beppe Grillo non sono utilizzati per finanziare il MoVimento 5 Stelle.
Il M5S si finanzia con il lavoro e le piccole donazioni volontarie degli attivisti di tutta Italia."
Lo staff di Beppe Grillo
"I proventi deglli introiti pubblicitari del blog di Beppe Grillo non sono utilizzati per finanziare il MoVimento 5 Stelle.
Il M5S si finanzia con il lavoro e le piccole donazioni volontarie degli attivisti di tutta Italia."
Lo staff di Beppe Grillo
La legge Finocchiaro - Zanda contro il M5S #NonSiamoUnPartito
La legge Finocchiaro - Zanda contro il M5S #NonSiamoUnPartito:
Il MoVimento 5 Stelle non è un partito, non intende diventarlo e non può essere costretto a farlo. Se la legge anti MoVimento di Finocchiaro e Zanda del pdmenoelle sarà approvata in Parlamento il M5S NON si presenterà alle prossime elezioni.
I partiti si prenderanno davanti al Paese la responsabilità di lasciare milioni di cittadini senza alcuna rappresentanza e le conseguenze sociali di quello che comporterà.
Partecipa alla discussione su Twitter!
#nonsiamounpartito
#nonsiamounpartito
Il MoVimento 5 Stelle non è un partito, non intende diventarlo e non può essere costretto a farlo. Se la legge anti MoVimento di Finocchiaro e Zanda del pdmenoelle sarà approvata in Parlamento il M5S NON si presenterà alle prossime elezioni.
I partiti si prenderanno davanti al Paese la responsabilità di lasciare milioni di cittadini senza alcuna rappresentanza e le conseguenze sociali di quello che comporterà.
La santabarbara delle larghe intese
La santabarbara delle larghe intese:
>>> Oggi, lunedì 20 maggio sarò ad Aosta ore 20. Domani martedì 21 maggio sarò a Lodi ore 17 e a Brescia, ore 21. Le dirette saranno trasmesse su La Cosa
L'evento finale del "Tutti a Casa Tour" sarà il 24 maggio in piazza del Popolo a Roma. Sostieni con una donazione <<<
"Corruzione di un senatore, finanziamento illecito ai partiti, frode fiscale, prostituzione minorile, concussione aggravata, rivelazione di segreto d’ufficio: questi sono soltanto alcuni dei capi d’imputazione dei processi pendenti nei confronti di Silvio Berlusconi. In gioco però c’è soprattutto la richiesta della pena accessoria di interdizione perpetua dai pubblici uffici prevista dall’art. 28 del codice penale che priva del diritto di elettorato e di eleggibilità nel caso di condanna. Va peraltro ricordato che la Giunta delle Elezioni della Camera ha ritenuto in passato (caso Dell’Utri, 2 dicembre 1999) che la pena dell’interdizione, quando temporanea, non comporta l’automatica decadenza del mandato parlamentare. Resta in ogni caso il fatto che sarà sempre la Giunta a doversi pronunciare sulla sopravvenuta ineleggibilità conseguente alla pena accessoria.
Berlusconi ed il Pdl reagiranno in questo caso con la solita trita accusa di persecuzione giudiziaria, tentando in tal modo di delegittimare, anche attraverso il ricorso alla piazza, le decisioni di un potere – quale quello giudiziario – indipendente e separato dal legislativo e dall’esecutivo. Indipendenza difficilmente garantita, se alla recente manifestazione di Brescia ha partecipato addirittura il Vice Presidente del Consiglio Alfano. Il messaggio è chiaro: se la magistratura condannerà Berlusconi, questi farà cadere il Governo. L’attuale Governo si regge dunque su un ricattoc: la neutralizzazione del potere giudiziario in cambio del sostegno all’esecutivo. Fatto unico, crediamo, in Europa. Certo, la magistratura andrà avanti coraggiosamente per la sua strada, così come ci auguriamo vada avanti sino in fondo sullo scandalo del Monte dei Paschi contro il silenzio assordante imposto dal Pd.
Ma concentriamoci qui sul caso Berlusconi. C’è un’altra via percorribile rispetto a quella giudiziaria, che non consente a Berlusconi di gridare alla persecuzione dei giudici. Una via schiettamente politica. Esiste una legge, la n. 361/1957, che prevede l’ineleggibilità per coloro che in proprio o in qualità di rappresentanti legali di società o di imprese private risultino vincolati con lo Stato per contratti di opere o di somministrazioni, oppure per concessioni o autorizzazioni amministrative di notevole entità economica. Silvio Berlusconi è dunque eleggibile?
La Giunta delle Elezioni della Camera dei Deputati, per ben tre volte (seduta 20 luglio 1994, seduta 17 ottobre 1996, seduta 18 aprile 2002) è stata chiamata a verificare l’applicabilità della disposizione al “caso” Berlusconi. C’è un dato di fatto: la Giunta ha sempre interpretato la disposizione in questione ritenendo che la locuzione “coloro che in proprio” dovesse significare “coloro che in nome proprio”. Così si è semplicemente aggirata la questione: nessun contratto con lo Stato in nome proprio, nessuna ineleggibilità. Vi sono, però, alcune considerazioni da fare. Vero è che, secondo la Costituzione (articolo 66), «ciascuna Camera giudica dei titoli di ammissione dei suoi componenti e delle cause sopraggiunte di ineleggibilità e di incompatibilità». Sempre secondo la Costituzione, però, è la legge che «determina i casi di ineleggibilità e di incompatibilità con l'ufficio di deputato o di senatore» (articolo 65).
Qui si apre il primo problema: gli eletti devono giudicare della loro stessa eventuale ineleggibilità. Il circolo vizioso è antico: Chi custodirà i custodi? Forse, però, si può ragionare a partire da un’altra considerazione. La Giunta è espressione degli equilibri politici presenti in Parlamento: essa è, cioè, un organo politico, sebbene dotato di competenze tecnico-giuridiche. Cosa significa? Che, pur attraverso decisioni politiche, la Giunta è obbligata ad applicare la legge. Dovremmo, allora, chiederci se l’interpretazione sinora invalsa della disposizione della legge 361/1957 sia un’interpretazione corretta. Intendiamo dire che non ogni interpretazione vale l’altra: vi sono, in altri termini, casi in cui l’interpretazione data a una legge è palesemente “arbitraria” o “ingiusta” o “irragionevole”.
Più autori si sono espressi a questo proposito, rilevando le contraddizioni dell’interpretazione restrittiva data dalla Giunta. Ma non solo. Quando si è trattato di interpretare disposizioni pressoché identiche ma riferite non ai parlamentari, ma ai membri dei Consigli regionali o locali, la giurisprudenza si è costantemente espressa nel senso opposto alla Giunta delle Elezioni. Si è, ad esempio, riconosciuta l’ineleggibilità dei dirigenti di S.p.a. con quote di maggioranza possedute dalla Regione o dei dirigenti di S.p.a. con capitale superiore al 50% del Comune o della Provincia (cfr. anche Cass., 20 Maggio 2006, n. 11893). Ossia: nessuna interpretazione “restrittiva” o “letterale” ma, piuttosto, un’interpretazione estensiva, che risponda alla ratio della norma, vale a dire ai fini che essa vuole perseguire, ai rischi che vuole evitare.
Ma vi è di più. La Cassazione ha riconosciuto come l’art. 63, comma primo, n. 2, del D.Lgs. n. 267 del 2000 (che prevede che non può ricoprire la carica di Sindaco colui il quale, come "titolare, amministratore, dipendente con poteri di rappresentanza o coordinamento" "ha parte", "direttamente o indirettamente", in appalti nell'interesse del Comune), risponda alla ratio di colpire quanti, per la loro posizione, versino in una situazione di potenziale conflitto di interessi con l'ente (Cass. civ. Sez. I, 08-08-2003, n. 11959). La Suprema Corte ha aggiunto che il conflitto di interessi con l’ente è sempre presente ogni qualvolta si accerti che, secondo le circostanze del caso concreto, l’eletto è portatore di un interesse economico "particolare", suscettibile di entrare in conflitto con l'interesse dell'ente medesimo.
È evidente come la ratio della disposizione sopra richiamata e di quella prevista dalla legge del 1957 sia identica. Non esiste alcuna ragione per interpretare in un modo l’ineleggibilità con riferimento alle cariche degli enti territoriali minori (Regione, Provincia, Comune) e in un altro l’ineleggibilità a membro del Parlamento. Se la Giunta ha, sinora, rifiutato l’interpretazione consolidatasi nella giurisprudenza, ciò non significa che l’interpretazione della Giunta non possa, in futuro, mutare, adeguandosi e uniformandosi ai princìpi che valgono per gli altri enti pubblici. Non c’è ragionamento di opportunità politica che possa giustificare un’interpretazione distorta, forzata e ingiusta di una legge dello Stato. L’obiezione secondo cui la dichiarata ineleggibilità di Berlusconi metterebbe a rischio la «pacificazione nazionale» (Schifani) non è che la prova che questo Governo si regge sul ricatto di un uomo e del suo partito. Forse una legge dello Stato dovrebbe valere per tutti, ma non per Berlusconi? O forse, essendo del 1957, è una legge “desueta”, per qualcuno? Desueta non più, certamente, del reato di vilipendio previsto dall’art. 278 c.p. che sta funzionando come strumento contro il M5S, una norma del codice penale fascista che viene utilizzata per reprimere la rete e di cui prossimamente i nostri portavoce chiederanno l’abrogazione.
È il momento di proporre con decisione la questione alla Giunta delle Elezioni. E sarà il MoVimento 5 Stelle l’unica forza che potrà sostenere la linea della legalità, del rispetto della legge, contro ogni ricatto o gioco di bassa politica. Al Senato, nella Giunta delle Elezioni e delle Immunità Parlamentari, il M5S può contare su quattro esponenti (Crimi, Fuksia, Giarrusso, Bucarella). Alla Camera un deputato del M5S, Giuseppe D’Ambrosio, presiede la Giunta delle Elezioni, nella quale sono presenti altri deputati del MoVimento (Crippa, Dadone, Mucci, Sarti). Questa sarà una battaglia che il M5S dovrà affrontare con decisione e coraggio: dimostrare che non c’è compromesso politico possibile contro la legalità e il rispetto della legge. Dimostrare al Governo del ricatto che nel nostro Paese è ancora possibile il Governo delle leggi." Paolo Becchi
Definizione di "santabarbara" sulla Treccani
>>> Oggi, lunedì 20 maggio sarò ad Aosta ore 20. Domani martedì 21 maggio sarò a Lodi ore 17 e a Brescia, ore 21. Le dirette saranno trasmesse su La Cosa
L'evento finale del "Tutti a Casa Tour" sarà il 24 maggio in piazza del Popolo a Roma. Sostieni con una donazione <<<
"Corruzione di un senatore, finanziamento illecito ai partiti, frode fiscale, prostituzione minorile, concussione aggravata, rivelazione di segreto d’ufficio: questi sono soltanto alcuni dei capi d’imputazione dei processi pendenti nei confronti di Silvio Berlusconi. In gioco però c’è soprattutto la richiesta della pena accessoria di interdizione perpetua dai pubblici uffici prevista dall’art. 28 del codice penale che priva del diritto di elettorato e di eleggibilità nel caso di condanna. Va peraltro ricordato che la Giunta delle Elezioni della Camera ha ritenuto in passato (caso Dell’Utri, 2 dicembre 1999) che la pena dell’interdizione, quando temporanea, non comporta l’automatica decadenza del mandato parlamentare. Resta in ogni caso il fatto che sarà sempre la Giunta a doversi pronunciare sulla sopravvenuta ineleggibilità conseguente alla pena accessoria.
Berlusconi ed il Pdl reagiranno in questo caso con la solita trita accusa di persecuzione giudiziaria, tentando in tal modo di delegittimare, anche attraverso il ricorso alla piazza, le decisioni di un potere – quale quello giudiziario – indipendente e separato dal legislativo e dall’esecutivo. Indipendenza difficilmente garantita, se alla recente manifestazione di Brescia ha partecipato addirittura il Vice Presidente del Consiglio Alfano. Il messaggio è chiaro: se la magistratura condannerà Berlusconi, questi farà cadere il Governo. L’attuale Governo si regge dunque su un ricattoc: la neutralizzazione del potere giudiziario in cambio del sostegno all’esecutivo. Fatto unico, crediamo, in Europa. Certo, la magistratura andrà avanti coraggiosamente per la sua strada, così come ci auguriamo vada avanti sino in fondo sullo scandalo del Monte dei Paschi contro il silenzio assordante imposto dal Pd.
Ma concentriamoci qui sul caso Berlusconi. C’è un’altra via percorribile rispetto a quella giudiziaria, che non consente a Berlusconi di gridare alla persecuzione dei giudici. Una via schiettamente politica. Esiste una legge, la n. 361/1957, che prevede l’ineleggibilità per coloro che in proprio o in qualità di rappresentanti legali di società o di imprese private risultino vincolati con lo Stato per contratti di opere o di somministrazioni, oppure per concessioni o autorizzazioni amministrative di notevole entità economica. Silvio Berlusconi è dunque eleggibile?
La Giunta delle Elezioni della Camera dei Deputati, per ben tre volte (seduta 20 luglio 1994, seduta 17 ottobre 1996, seduta 18 aprile 2002) è stata chiamata a verificare l’applicabilità della disposizione al “caso” Berlusconi. C’è un dato di fatto: la Giunta ha sempre interpretato la disposizione in questione ritenendo che la locuzione “coloro che in proprio” dovesse significare “coloro che in nome proprio”. Così si è semplicemente aggirata la questione: nessun contratto con lo Stato in nome proprio, nessuna ineleggibilità. Vi sono, però, alcune considerazioni da fare. Vero è che, secondo la Costituzione (articolo 66), «ciascuna Camera giudica dei titoli di ammissione dei suoi componenti e delle cause sopraggiunte di ineleggibilità e di incompatibilità». Sempre secondo la Costituzione, però, è la legge che «determina i casi di ineleggibilità e di incompatibilità con l'ufficio di deputato o di senatore» (articolo 65).
Qui si apre il primo problema: gli eletti devono giudicare della loro stessa eventuale ineleggibilità. Il circolo vizioso è antico: Chi custodirà i custodi? Forse, però, si può ragionare a partire da un’altra considerazione. La Giunta è espressione degli equilibri politici presenti in Parlamento: essa è, cioè, un organo politico, sebbene dotato di competenze tecnico-giuridiche. Cosa significa? Che, pur attraverso decisioni politiche, la Giunta è obbligata ad applicare la legge. Dovremmo, allora, chiederci se l’interpretazione sinora invalsa della disposizione della legge 361/1957 sia un’interpretazione corretta. Intendiamo dire che non ogni interpretazione vale l’altra: vi sono, in altri termini, casi in cui l’interpretazione data a una legge è palesemente “arbitraria” o “ingiusta” o “irragionevole”.
Più autori si sono espressi a questo proposito, rilevando le contraddizioni dell’interpretazione restrittiva data dalla Giunta. Ma non solo. Quando si è trattato di interpretare disposizioni pressoché identiche ma riferite non ai parlamentari, ma ai membri dei Consigli regionali o locali, la giurisprudenza si è costantemente espressa nel senso opposto alla Giunta delle Elezioni. Si è, ad esempio, riconosciuta l’ineleggibilità dei dirigenti di S.p.a. con quote di maggioranza possedute dalla Regione o dei dirigenti di S.p.a. con capitale superiore al 50% del Comune o della Provincia (cfr. anche Cass., 20 Maggio 2006, n. 11893). Ossia: nessuna interpretazione “restrittiva” o “letterale” ma, piuttosto, un’interpretazione estensiva, che risponda alla ratio della norma, vale a dire ai fini che essa vuole perseguire, ai rischi che vuole evitare.
Ma vi è di più. La Cassazione ha riconosciuto come l’art. 63, comma primo, n. 2, del D.Lgs. n. 267 del 2000 (che prevede che non può ricoprire la carica di Sindaco colui il quale, come "titolare, amministratore, dipendente con poteri di rappresentanza o coordinamento" "ha parte", "direttamente o indirettamente", in appalti nell'interesse del Comune), risponda alla ratio di colpire quanti, per la loro posizione, versino in una situazione di potenziale conflitto di interessi con l'ente (Cass. civ. Sez. I, 08-08-2003, n. 11959). La Suprema Corte ha aggiunto che il conflitto di interessi con l’ente è sempre presente ogni qualvolta si accerti che, secondo le circostanze del caso concreto, l’eletto è portatore di un interesse economico "particolare", suscettibile di entrare in conflitto con l'interesse dell'ente medesimo.
È evidente come la ratio della disposizione sopra richiamata e di quella prevista dalla legge del 1957 sia identica. Non esiste alcuna ragione per interpretare in un modo l’ineleggibilità con riferimento alle cariche degli enti territoriali minori (Regione, Provincia, Comune) e in un altro l’ineleggibilità a membro del Parlamento. Se la Giunta ha, sinora, rifiutato l’interpretazione consolidatasi nella giurisprudenza, ciò non significa che l’interpretazione della Giunta non possa, in futuro, mutare, adeguandosi e uniformandosi ai princìpi che valgono per gli altri enti pubblici. Non c’è ragionamento di opportunità politica che possa giustificare un’interpretazione distorta, forzata e ingiusta di una legge dello Stato. L’obiezione secondo cui la dichiarata ineleggibilità di Berlusconi metterebbe a rischio la «pacificazione nazionale» (Schifani) non è che la prova che questo Governo si regge sul ricatto di un uomo e del suo partito. Forse una legge dello Stato dovrebbe valere per tutti, ma non per Berlusconi? O forse, essendo del 1957, è una legge “desueta”, per qualcuno? Desueta non più, certamente, del reato di vilipendio previsto dall’art. 278 c.p. che sta funzionando come strumento contro il M5S, una norma del codice penale fascista che viene utilizzata per reprimere la rete e di cui prossimamente i nostri portavoce chiederanno l’abrogazione.
È il momento di proporre con decisione la questione alla Giunta delle Elezioni. E sarà il MoVimento 5 Stelle l’unica forza che potrà sostenere la linea della legalità, del rispetto della legge, contro ogni ricatto o gioco di bassa politica. Al Senato, nella Giunta delle Elezioni e delle Immunità Parlamentari, il M5S può contare su quattro esponenti (Crimi, Fuksia, Giarrusso, Bucarella). Alla Camera un deputato del M5S, Giuseppe D’Ambrosio, presiede la Giunta delle Elezioni, nella quale sono presenti altri deputati del MoVimento (Crippa, Dadone, Mucci, Sarti). Questa sarà una battaglia che il M5S dovrà affrontare con decisione e coraggio: dimostrare che non c’è compromesso politico possibile contro la legalità e il rispetto della legge. Dimostrare al Governo del ricatto che nel nostro Paese è ancora possibile il Governo delle leggi." Paolo Becchi
Definizione di "santabarbara" sulla Treccani
Ultimate Backup Tool: il backup senza root dal vostro PC
Ultimate Backup Tool: il backup senza root dal vostro PC:
Ancora una volta è XDA la fabbrica di idee (e progetti) che ci aiuteranno ad utilizzare meglio il nostro smartphone e il nostro tablet Android. Questa volta parliamo di Ultimate Backup Tool, programma dal nome abbastanza autoesplicativo, che vi permetterà di effettuare il backup delle applicazioni e dei loro dati e poi di ripristinarle con semplicità.
La vera novità (ma non è il primo software che fa una cosa simile) è quella di poter eseguire tutte queste operazioni anche senza permessi di root e senza il bootloader sbloccato. Il software al momento è solo per Windows, mentre l’ultima versione sta per essere resa disponibile anche per Mac OS (per linux c’è solo una versione 1.1, ma non ci sono novità a riguardo).
Non abbiamo avuto modo di provarlo e quindi ci rimettiamo ai lettori più coraggiosi per darci qualche feedback a riguardo nei commenti. In ogni caso, proprio perché non sono richiesti permessi di root, non dovrebbe essere possibile fare particolari danni al proprio dispositivo. Sembra che al momento siano confermati problemi di funzionamento su HTC One e sulla famiglia Xperia 2011.
Potete scaricarlo gratuitamente da questo thread su XDA.
Grazie a Luigi per la segnalazione
Ancora una volta è XDA la fabbrica di idee (e progetti) che ci aiuteranno ad utilizzare meglio il nostro smartphone e il nostro tablet Android. Questa volta parliamo di Ultimate Backup Tool, programma dal nome abbastanza autoesplicativo, che vi permetterà di effettuare il backup delle applicazioni e dei loro dati e poi di ripristinarle con semplicità.
La vera novità (ma non è il primo software che fa una cosa simile) è quella di poter eseguire tutte queste operazioni anche senza permessi di root e senza il bootloader sbloccato. Il software al momento è solo per Windows, mentre l’ultima versione sta per essere resa disponibile anche per Mac OS (per linux c’è solo una versione 1.1, ma non ci sono novità a riguardo).
Non abbiamo avuto modo di provarlo e quindi ci rimettiamo ai lettori più coraggiosi per darci qualche feedback a riguardo nei commenti. In ogni caso, proprio perché non sono richiesti permessi di root, non dovrebbe essere possibile fare particolari danni al proprio dispositivo. Sembra che al momento siano confermati problemi di funzionamento su HTC One e sulla famiglia Xperia 2011.
Potete scaricarlo gratuitamente da questo thread su XDA.
Grazie a Luigi per la segnalazione
19 maggio 2013
Libera la domenica
Libera la domenica:
"Oltre un mese fa con il Movimento, abbiamo presentato un progetto di legge contro la liberalizzazione delle aperture degli esercizi commerciali e, prima del deposito definitivo, per creare la più ampia partecipazione abbiamo voluto condividerlo anche con le associazioni di categoria e con le altre forze politiche ed è proprio in vista dell'obiettivo comune che sosterrò anche la proposta di legge di iniziativa popolare. I commercianti hanno sperimentato che aumentare le giornate di apertura non porta ad un'automatica crescita del fatturato mentre comporta un sicuro aumento di costi e una pressione sui lavoratori che vengono oberati da turni di lavoro. Solo la grande distribuzione può sostenere aperture sette giorni su sette e, mentre i consumi si spostano al fine settimana, i piccoli esercizi commerciali soccombono desertificando i centri storici e cambiando per sempre il panorama delle nostre città italiane, tradizionalmente fatte di piccole botteghe, un patrimonio che costituiva da sempre anche un tessuto connettivo sociale. Entrambe le proposte di legge intendono dunque porre un argine ai danni provocati dalla liberalizzazione delle aperture voluta da Monti e si propongono di tornare ad un contesto di regolazione gestito dagli enti locali. La proposta a 5 stelle aggiunge però anche un elemento a tutela dei consumatori prevedendo un sistema di turnazione delle aperture festive che garantisca la possibilità di acquisto per ogni settore merceologico, con un massimo di 12 giorni festivi lavorativi all'anno per ogni singolo esercizio commerciale secondo un modello già sperimentato nella città di Modena. Questa battaglia non riguarda solo il settore commerciale ma è una battaglia per la qualità di vita." Michele Dell'Orco, M5S Camera
"Oltre un mese fa con il Movimento, abbiamo presentato un progetto di legge contro la liberalizzazione delle aperture degli esercizi commerciali e, prima del deposito definitivo, per creare la più ampia partecipazione abbiamo voluto condividerlo anche con le associazioni di categoria e con le altre forze politiche ed è proprio in vista dell'obiettivo comune che sosterrò anche la proposta di legge di iniziativa popolare. I commercianti hanno sperimentato che aumentare le giornate di apertura non porta ad un'automatica crescita del fatturato mentre comporta un sicuro aumento di costi e una pressione sui lavoratori che vengono oberati da turni di lavoro. Solo la grande distribuzione può sostenere aperture sette giorni su sette e, mentre i consumi si spostano al fine settimana, i piccoli esercizi commerciali soccombono desertificando i centri storici e cambiando per sempre il panorama delle nostre città italiane, tradizionalmente fatte di piccole botteghe, un patrimonio che costituiva da sempre anche un tessuto connettivo sociale. Entrambe le proposte di legge intendono dunque porre un argine ai danni provocati dalla liberalizzazione delle aperture voluta da Monti e si propongono di tornare ad un contesto di regolazione gestito dagli enti locali. La proposta a 5 stelle aggiunge però anche un elemento a tutela dei consumatori prevedendo un sistema di turnazione delle aperture festive che garantisca la possibilità di acquisto per ogni settore merceologico, con un massimo di 12 giorni festivi lavorativi all'anno per ogni singolo esercizio commerciale secondo un modello già sperimentato nella città di Modena. Questa battaglia non riguarda solo il settore commerciale ma è una battaglia per la qualità di vita." Michele Dell'Orco, M5S Camera
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