Intervista a Aldo Giannuli
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Un sistema elettorale in assoluto preferibile rispetto a altri non esiste, non c’è un sistema che in assoluto è più democratico di un altro.
Esistono sistemi elettorali che in qualche modo si adattano meglio alla conformazione di un paese e sistemi che invece sono meno adatti.
Esistono sistemi che esaltano la partecipazione dei cittadini, come per esempio il proporzionale, l’uso del voto di preferenza, e ci sono sistemi che invece deprimono questa partecipazione.
Quindi molto dipende da che cosa si vuole fare - Aldo Giannuli
Il Passaparola di Aldo Giannuli,professore universitario di Storia del mondo contemporaneo
Ciao a tutti i frequentatori del blog di Beppe Grillo, io sono Aldo Giannuli, insegno storia del mondo contemporaneo all’università di Milano e da circa 25 anni mi occupo di sistemi elettorali.
Da circa venti anni l’Italia è permanentemente attraversata dal dibattito sulla riforma del sistema elettorale.
C’è stata una prima riforma del 1993 a seguito del referendum che abolì la Proporzionale, ma già nei primi del 2000 iniziò a ritenersi inadeguato questo sistema e nel 2005 ci fu una nuova riforma con il cosiddetto Porcellum, che abbiamo utilizzato in tutte le più recenti elezioni.
Ma anche il porcellum, definito così dal suo stesso autore, dallo stesso autore del sistema elettorale, si è rivelato un sistema pieno di difetti e quindi di nuovo da ormai 4 anni si discute della sua abolizione e sostituzione.
Come mai tutto questo?
Come mai soprattutto non si riesce a fare una nuova legge, dato che tutti i partiti, sulla carta, sono contrari alla persistenza del porcellum?
Il sistema proporzionale non a caso è sopravvissuto per quasi mezzo secolo in Italia, perché rispecchiava in qualche modo la struttura profonda, sociale e politica, del nostro Paese, che non ha una natura bipolare.
La adozione di un sistema maggioritario, che premia un tendenziale bipolarismo si è rivelata alla fine una soluzione imperfetta, non siamo mai riusciti a produrre quel sistema bipartitico che ci si proponeva con questa riforma.
Questa difficoltà è dovuta a una serie di ragioni. In primo luogo sono state promesse cose dal ceto politico nella tranquilla coscienza che questo non sarebbe accaduto, in altri termini si è preso in giro l’elettorale promettendo attraverso la riforma del sistema elettorale certi risultati, mentre invece ce ne se si proponeva altri.
Questo perché il ceto politico dal '93 in poi, tutto il sistema politico dei partiti, ha cercato di realizzare un sistema elettorale il più possibile favorevole a sè e naturalmente questo alla fine ha prodotto dei compromessi molto pasticciati, è venuto fuori un insieme di norme incoerenti.
Per esempio io vorrei ricordare una cosa, nessun sistema costituzionale bicamerale adotta leggi maggioritarie, questo perché siccome il maggioritario ha un effetto moltiplicatore, per cui pochissimi voti possono produrre uno spostamento massiccio in termini di seggi, il rischio di un risultato difforme tra due camere, che porta all’ingovernabilità, è quello che sconsiglia di conciliare il sistema maggioritario e Parlamento bicamerale.
Che è esattamente quello che è accaduto in queste elezioni, ma che sarebbe dovuto accadere prima o poi, perché il calcolo delle probabilità andava in questo senso.
E infatti io ricordo che proprio questo in questo Blog ebbi a prevedere nell’estate scorsa l’alta probabilità della mancanza di maggioranza al Senato, anche perché il Senato ha un sistema elettorale diverso da quello della Camera, quindi in primo luogo c’è stato questo errore di fondo, ma ce ne sono stati anche altri. Per esempio i sistemi elettorali in genere sono abbastanza semplici, hanno poche norme portanti, per cui non esiste l’effetto di ridondanza, se c’è un premio di maggioranza è inutile la clausola di sbarramento e viceversa, noi invece abbiamo creato un sistema in Cui c’è un po’ di questo, di quello e di quell’altro, con il risultato di avere una legge assolutamente poco funzionale.
In primo luogo è proprio questa sovrabbondanza di norme, per cui per esempio c’è la clausola di sbarramento al 4% per chi è fuori coalizione alla camera, che però diventa del 2% per chi si coalizza in coalizioni che superano il 10% dei voti.
Al Senato invece in assoluto la lista deve avere almeno il 10%, e quindi ne deriva un sistema politico a fisarmonica, per cui le alleanze si modificano. Voglio fare un esempio: Scelta Civica si presentava su tre liste alla Camera e su una lista sola al Senato, proprio perché era diverso il sistema, la soglia di sbarramento.
Altra cosa, nella maggiore parte delle democrazie liberali il sistema elettorale grossomodo è lo stesso per quanto riguarda il Parlamento nazionale e gli eventuali consigli regionali o provinciali, comunali, etc. In Italia invece abbiamo sistemi elettorali diversi per il Comune, per la Provincia, per la Regione, per la Camera, per il Senato e per il Parlamento Europeo. Abbiamo 6 sistemi elettorali diversi, con il risultato che il quadro delle alleanze si forma o si scoglie in base alle regole di ciascuna competizione.
E quindi non si riesce a avere un sistema che ha una sua stabilità.
Ecco, tutto questo dice quale è il livello di dilettantismo e di impreparazione della classe politica, che lavora sulle leggi elettorali, conoscendo assolutamente poco il problema e facendo una serie di errori. La classe politica ha cercato di truccare la partita, questo è evidente, ma quello che deve colpire è che gli stessi obiettivi che la classe politica si riprometteva, prima di tutto il bipartitismo, sono stati regolarmente falliti.
Tutte le promesse che si facevano a proposito del maggioritario, sarebbe nato un sistema bipolare, quindi con chiarezza si sarebbe scelto chi governava o meno e quindi i governi sarebbero stati omogenei e duraturi, sarebbero durati l’intera legislatura, nessuno di questi obiettivi è stato raggiunto.
Non esiste il bipartitismo, anzi neanche il bipolarismo, perché ormai abbiamo un sistema politico articolato in tre o quattro coalizioni. Le coalizioni sono profondamente disomogenee al loro interno, per cui chi si divide perde, ma chi vince non governa, perché mette insieme coalizioni assolutamente eterogenee e in terzo luogo non abbiamo avuto neanche governi di legislatura, ma ugualmente una tendenza a frequenti crisi di governo.
Quindi anche da questo punto di vista, tecnicamente, queste leggi sono fatte male, al di là della violazione del principio di rappresentanza, tecnicamente sono fatte male!
Da qui il tentativo molto modesto che ho pensato di fare è di fornire al lettore comune una guida orientarsi, per spiegare i principi base dei sistemi elettorali, come funzionano, che effetti producono, dal punto di vista politico, sociale, etc., che rischi e inconvenienti ciascuna soluzione comporta, quali sono le clausole che possono essere compatibili tra di loro e quali non lo sono, qualche cosa che in qualche modo rispecchia quello che io ho studiato in questi 25 anni, ma cercando di metterlo a disposizione di un pubblico non specialistico, che voglia informarsi.
Da ultima la storia del doppio turno?
Un sistema elettorale in assoluto preferibile rispetto a altri non esiste, non c’è un sistema che in assoluto è più democratico di un altro.
Esistono sistemi elettorali che in qualche modo si adattano meglio alla conformazione di un paese e sistemi che invece sono meno adatti.
Esistono sistemi che esaltano la partecipazione dei cittadini, come per esempio il proporzionale, l’uso del voto di preferenza, e ci sono sistemi che invece deprimono questa partecipazione.
Quindi molto dipende da che cosa si vuole fare, se l’obiettivo è fare sì che le segreterie dei partiti decidano chi devono essere i parlamentari e allora l’attuale sistema a liste bloccate si dice è quello che serve, se invece vogliamo che la scelta venga fatta dagli elettori bisogna ripristinare il voto di preferenza, quindi in realtà il problema è quale è il paese in cui si opera e quali sono i risultati che si vogliono ottenere e in base a questo poi si sceglie il sistema elettorale.
L'ennesima truffa nei confronti dell'elettorato
Una proposta che è stata fatta recentemente nell’ennesimo dibattito di riforma al sistema elettorale, è stata quella dell’ex-parlamentare e ex-presidente della Camera Violante, del Partito Democratico che ha proposto ed è tornato a proporre una forma di doppio turno. Apparentemente questa cosa risponderebbe insieme alle esigenze di rappresentanza e di governabilità, un primo turno divide 75-80-85% dei seggi e questo poi si vede, in modo proporzionale tra la liste, il rimanente 15-20% di seggi viene attribuito in un secondo turno a cui partecipano le prime due liste.
Questo dovrebbe assicurare più rappresentanza per via della quota proporzionale, ma nello stesso tempo dare quel premio di maggioranza a uno dei due e naturalmente il premio sarebbe deciso dalla maggioranza assoluta dei votanti, perché è evidente che se i competitori sono due ci sarà qualcuno che prenderà più del 50% e qualcuno d’altro che prenderà un pochino di meno, parallelamente e quindi questo rispetterebbe l’esigenza di rappresentanza, ma assicurerebbe la governabilità, in realtà si tratta dell’ennesima truffa.
Intanto perché in termini di rappresentanza quello che conta è il voto libero del primo turno, se un partito ha il 29% al primo turno e al secondo turno dove partecipa allo scontro solo con un altro partito arriva al 50 e mezzo non vuole dire che ha il 50% dell’elettorato, ma è il 50% di quelli che sono andati a votare e dovendo scegliere su una scelta così limitata di due partiti ha votato, ma in termini di rappresentanza quel partito rappresenta il 29%, non il 50%.
Ma soprattutto è una truffa per un’altra ragione, perché è chiaramente pensato in funzione ostile al Movimento 5 Stelle.
Il calcolo è questo:
Partito Democratico e PDL nonostante tutto riescono a avere il primo e secondo posto.
Il 5 Stelle prenderebbero i loro seggi nella quota proporzionale, ma sarebbero esclusi dal ballottaggio, questo è il progetto.
Dopodiché gli elettori del Movimento 5 Stelle hanno due scelte o si astengono e probabilmente sarebbe la scelta maggioritaria oppure che votano? Votano PD, è impensabile che votino per Berlusconi e per il PDL, quindi in realtà il calcolo del PD è che una parte dei voti del 5 Stelle comunque se li prendono, non li votano al primo turno e una parte li voterà al secondo.
Nessuno voterà per Berlusconi, quella frazione in più di voti mi permetterà di battere Berlusconi e nel stesso tempo di rendere irrilevante il Movimento 5 Stelle.
Quindi ecco come una soluzione apparentemente più democratica contiene in realtà l’ennesima truffa nei confronti dell’elettorato.
Quindi è necessario in questo momento informarsi, capire che cosa si sta decidendo e soprattutto fare il passa parola, fare in modo che tutti abbiano la maggiore conoscenza possibile di quella che apparentemente è una materia tecnica, ma che in realtà è molto più semplice e lineare di quanto non si dica.
Io spero di avere dato il mio contributo in questo senso.