22 aprile 2013
Il mini-supercomputer Parallela è pronto al via
Il mini-supercomputer Parallela è pronto al via: Dopo aver cercato (e trovato) tramite Kickstarter i finanziamenti necessari ad avviare la fase di effettiva produzione, Adapteva ha ora mostrato la prima scheda che sarà avviata alla produzione i massa e quindi commercializzata.
Huawei Ascend P1: disponibile l’update ad Android Jelly Bean e Emotion UI 1.5
Huawei Ascend P1: disponibile l’update ad Android Jelly Bean e Emotion UI 1.5:
L’Huawei Ascend P1, uno dei device di fascia medio-alta proposti dall’azienda orientale, è destinato a ricevere l’aggiornamento a Jelly Bean in un futuro non troppo lontano. Il dispositivo, che presenta un hardware praticamente identico al Galaxy Nexus per processore e RAM, una grande velocità del sistema e uno schermo Super AMOLED qHD, è attualmente in vendita a circa 240€ in rete, ma è uno dei migliori per rapporto qualità/prezzo.(...)
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L’Huawei Ascend P1, uno dei device di fascia medio-alta proposti dall’azienda orientale, è destinato a ricevere l’aggiornamento a Jelly Bean in un futuro non troppo lontano. Il dispositivo, che presenta un hardware praticamente identico al Galaxy Nexus per processore e RAM, una grande velocità del sistema e uno schermo Super AMOLED qHD, è attualmente in vendita a circa 240€ in rete, ma è uno dei migliori per rapporto qualità/prezzo.(...)
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Pellicole dbrand per Nexus 4 – la prova di Androidiani.com
Pellicole dbrand per Nexus 4 – la prova di Androidiani.com:
Dbrand è un marchio canadese leader nella produzione di particolari pellicole che stanno letteralmente spopolando sul suolo americano e non. Queste pellicole non sono i normali proteggi schermo ai quali siamo abituati, bensì vanno a rivestire quello che è il telefono o tablet in se, display escluso.
(...)
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Dbrand è un marchio canadese leader nella produzione di particolari pellicole che stanno letteralmente spopolando sul suolo americano e non. Queste pellicole non sono i normali proteggi schermo ai quali siamo abituati, bensì vanno a rivestire quello che è il telefono o tablet in se, display escluso.
(...)
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21 aprile 2013
Beppe Grillo a Roma
Beppe Grillo a Roma:
La piazza (piazza dei Santissimi Apostoli) era lunga e stretta, non siamo riusciti a entrare. I giornalisti e le telecamere hanno fatto da tappo al mio ingresso in piazza. Non c'era palco, non c'era nulla, dovevo solo salutare i cittadini. La Digos mi ha detto che potevano esserci dei pericoli: un signore è caduto su una bicicletta, cose da ressa. Sono salito sul tettuccio di una macchina (l'ho quasi sfasciata) per salutare. La Digos ci ha quindi consigliato di andar via e sono tornato in albergo. La passseggiata che ha seguito era assolutamente pacifica, una bella passeggiata al sole di Roma.
Il Friuli sarà forse la prima regione a 5 Stelle. A maggio saremo di nuovo a Roma per sostenere il candidato sindaco del M5S, Marcello De Vito. Ci sono 140 comuni che presentano una lista M5S. Non ci fermano più. Hanno fatto questo inciucione gigantesco per rubare un po' di tempo. Noi non gli daremo tregua. Andiamo avanti!
La piazza (piazza dei Santissimi Apostoli) era lunga e stretta, non siamo riusciti a entrare. I giornalisti e le telecamere hanno fatto da tappo al mio ingresso in piazza. Non c'era palco, non c'era nulla, dovevo solo salutare i cittadini. La Digos mi ha detto che potevano esserci dei pericoli: un signore è caduto su una bicicletta, cose da ressa. Sono salito sul tettuccio di una macchina (l'ho quasi sfasciata) per salutare. La Digos ci ha quindi consigliato di andar via e sono tornato in albergo. La passseggiata che ha seguito era assolutamente pacifica, una bella passeggiata al sole di Roma.
Il Friuli sarà forse la prima regione a 5 Stelle. A maggio saremo di nuovo a Roma per sostenere il candidato sindaco del M5S, Marcello De Vito. Ci sono 140 comuni che presentano una lista M5S. Non ci fermano più. Hanno fatto questo inciucione gigantesco per rubare un po' di tempo. Noi non gli daremo tregua. Andiamo avanti!
Napolitano dixit
Napolitano dixit:
"Alla vigilia della conclusione del mio mandato voglio sottolineare come la conclusione corrisponda pienamente alla concezione che i padri costituenti ebbero della figura del presidente della Repubblica. Il già lungo settennato al Quirinale corrisponde bene alla continuità delle nostre Istituzioni ed anche alla legge del succedersi delle generazioni (7 marzo 2013).
La mia rielezione sarebbe una non soluzione perché ora ci vuole il coraggio di fare delle scelte, di guardare avanti, sarebbe sbagliato fare marcia indietro, sarebbe ai limiti del ridicolo. Tutto quello che avevo da dare ho dato. Niente soluzioni pasticciate e all’italiana (14 aprile 2013)". Giorgio Napolitano
"Alla vigilia della conclusione del mio mandato voglio sottolineare come la conclusione corrisponda pienamente alla concezione che i padri costituenti ebbero della figura del presidente della Repubblica. Il già lungo settennato al Quirinale corrisponde bene alla continuità delle nostre Istituzioni ed anche alla legge del succedersi delle generazioni (7 marzo 2013).
La mia rielezione sarebbe una non soluzione perché ora ci vuole il coraggio di fare delle scelte, di guardare avanti, sarebbe sbagliato fare marcia indietro, sarebbe ai limiti del ridicolo. Tutto quello che avevo da dare ho dato. Niente soluzioni pasticciate e all’italiana (14 aprile 2013)". Giorgio Napolitano
19 aprile 2013
Perché no, Bersani? #RodotàPerchéNo
Perché no, Bersani? #RodotàPerchéNo:
>>> Oggi, venerdì 19 aprile, sarò alle 12 a Manzano, alle 18 a Tolmezzo e alle 21 a Udine. Le dirette saranno trasmesse su La Cosa <<<
Perché il no inflessibile a Rodotà da parte di Bersani? E' una bella domanda. Un quesito a cui non c'è risposta, della serie chi siamo? dove andiamo? esiste l'intelligenza sugli altri pianeti e nel pdmenoelle? Ieri notte i gloriosi resti dello "squadrone" (copyright Bersani) si sono riuniti per valutare una rosa di nomi. Si dice che abbiano spaziato da D'Alema a Amato, da Mattarella a un Marini redivivo, a Prodi, gli unici esclusi sono stati Renzi, il sindaco fantasma di Firenze, per motivi di età, Berlusconi perché ufficialmente di un altro partito e Stefano Rodotà per motivi sconosciuti, forse perché non corruttibile. Un peccato mortale in politica. Il suo curriculum è di tutto rispetto:
Ha insegnato nelle università di Macerata, Genova e Roma, dove è stato professore ordinario di diritto civile e gli è stato conferito il titolo di professore emerito. Ha insegnato in molte università europee, Stati Uniti d'America, America Latina, Canada, Australia e India. Professore invitato presso l'All Souls College di Oxford e la Stanford School of Law. Insegnato presso la facoltà di giurisprudenza dell'Università Paris 1 Panthéon-Sorbonne. Collaborato con il Collège de France. Laurea honoris causa dall'Università Michel de Montaigne Bordeaux 3 e dall'Università degli Studi di Macerata. Ha scritto e curato numerosi saggi, tradotti in inglese, francese, tedesco, spagnolo, portoghese.
Troppo colto? Troppo indipendente? Troppo onesto? Troppo popolare? Troppo presidente di tutti? Troppo pericoloso per i processi di Berlusconi? Troppo intransigente verso scandali come MPS? Io vorrei una risposta da Bersani, non lo capisco, non riesco a capacitarmi del fatto che il suo partito non voti Rodotà. Proviene dalla sua area politica. E' un uomo integerrimo. Se votato da Pd, Sel e M5S dal quarto turno avrebbe la maggioranza necessaria per essere eletto.
Perché no? Bersani questo lo devi spiegare al Paese. Perché no? Se non c'è un motivo allora significa che ci sono dei motivi inconfessabili. Perché no Bersani?
>>> Oggi, venerdì 19 aprile, sarò alle 12 a Manzano, alle 18 a Tolmezzo e alle 21 a Udine. Le dirette saranno trasmesse su La Cosa <<<
Perché il no inflessibile a Rodotà da parte di Bersani? E' una bella domanda. Un quesito a cui non c'è risposta, della serie chi siamo? dove andiamo? esiste l'intelligenza sugli altri pianeti e nel pdmenoelle? Ieri notte i gloriosi resti dello "squadrone" (copyright Bersani) si sono riuniti per valutare una rosa di nomi. Si dice che abbiano spaziato da D'Alema a Amato, da Mattarella a un Marini redivivo, a Prodi, gli unici esclusi sono stati Renzi, il sindaco fantasma di Firenze, per motivi di età, Berlusconi perché ufficialmente di un altro partito e Stefano Rodotà per motivi sconosciuti, forse perché non corruttibile. Un peccato mortale in politica. Il suo curriculum è di tutto rispetto:
Ha insegnato nelle università di Macerata, Genova e Roma, dove è stato professore ordinario di diritto civile e gli è stato conferito il titolo di professore emerito. Ha insegnato in molte università europee, Stati Uniti d'America, America Latina, Canada, Australia e India. Professore invitato presso l'All Souls College di Oxford e la Stanford School of Law. Insegnato presso la facoltà di giurisprudenza dell'Università Paris 1 Panthéon-Sorbonne. Collaborato con il Collège de France. Laurea honoris causa dall'Università Michel de Montaigne Bordeaux 3 e dall'Università degli Studi di Macerata. Ha scritto e curato numerosi saggi, tradotti in inglese, francese, tedesco, spagnolo, portoghese.
Troppo colto? Troppo indipendente? Troppo onesto? Troppo popolare? Troppo presidente di tutti? Troppo pericoloso per i processi di Berlusconi? Troppo intransigente verso scandali come MPS? Io vorrei una risposta da Bersani, non lo capisco, non riesco a capacitarmi del fatto che il suo partito non voti Rodotà. Proviene dalla sua area politica. E' un uomo integerrimo. Se votato da Pd, Sel e M5S dal quarto turno avrebbe la maggioranza necessaria per essere eletto.
Perché no? Bersani questo lo devi spiegare al Paese. Perché no? Se non c'è un motivo allora significa che ci sono dei motivi inconfessabili. Perché no Bersani?
3Ditaly scommette sull'Italia che innova con la stampa 3D
3Ditaly scommette sull'Italia che innova con la stampa 3D: Nasce a Roma il primo laboratorio 3DItaly, dove stampare i propri progetti, imparare come funziona la stampa 3D, avvicinarsi a inventori e maker. Un esperimento d'avanguardia simbolo d'innovazione e modernità.
18 aprile 2013
Ultima fermata Capranica
Ultima fermata Capranica:
>>> Oggi, giovedì 18 aprile sarò alle 12 a Grado, alle 18 a Trieste e alle 21 a Gorizia. Domani, venerdì 19 aprile sarò alle 12 a Manzano, alle 18 a Tolmezzo e alle 21 a Udine. Le dirette saranno trasmesse su La Cosa <<<
Queste giornate di primavera ricordano un altro aprile, quello del 1945. La fine di una lunga guerra e la volontà di ricostruzione. Il Paese, come allora, è in macerie. C'è però una differenza, tra il comico e il tragico. Nessuno dopo il 25 aprile si azzardò a girare per le strade in fez e camicia nera. I fascisti si dileguarono o cambiarono casacca. Il ventennio mussoliniano si concluse nel peggiore dei modi, ma nel dopoguerra almeno non si candidarono al Governo i superstiti del Gran Consiglio del Fascismo. Non ci fu un inciucio tra Togliatti e Dino Grandi. I responsabili non si ripresentarono come salvatori della Patria come avviene con Berlusconi, Bersani e D'Alema. La Nazione prese atto del disastro a cui l'aveva condotta il fascismo e voltò pagina. Il teatro Capranica, ieri sera a Roma, ricordava un altro teatro, il Lirico di Milano, dove Mussolini tenne l'ultimo discorso il 16 dicembre del 1944 per ricompattare i resti delle camice nere. Capranica è l'ultima raffica dell'inciucio. Gargamella ha inseguito i puffi presenti in sala per convincerli a votare l'ex democristiano Marini, candidato dal pdl, invece di Rodotà, che sarebbe acclamato dagli italiani per plebiscito. Marini rappresenta lo status quo, la garanzia di un governo Bersani "amico del giaguaro" che vuole smacchiare lo psiconano con la lingua, la nomina di un ministro della Giustizia non ostile a Berlusconi e forse l'innalzamento di quest'ultimo a senatore a vita il prossimo anno. Nessuno ha spiegato a Bersani che l'Italia è cambiata, che non vuole più accordi sottobanco con lo psiconano come è avvenuto negli ultimi vent'anni. Il Paese vuole togliersi, definitivamente, il sudario in cui l'hanno avvolta i caporioni del pdl e del pdmenoelle. La guerra è finita, arrendetevi. Liberateci per sempre dalla vostra presenza. Siamo esausti.
>>> Oggi, giovedì 18 aprile sarò alle 12 a Grado, alle 18 a Trieste e alle 21 a Gorizia. Domani, venerdì 19 aprile sarò alle 12 a Manzano, alle 18 a Tolmezzo e alle 21 a Udine. Le dirette saranno trasmesse su La Cosa <<<
Queste giornate di primavera ricordano un altro aprile, quello del 1945. La fine di una lunga guerra e la volontà di ricostruzione. Il Paese, come allora, è in macerie. C'è però una differenza, tra il comico e il tragico. Nessuno dopo il 25 aprile si azzardò a girare per le strade in fez e camicia nera. I fascisti si dileguarono o cambiarono casacca. Il ventennio mussoliniano si concluse nel peggiore dei modi, ma nel dopoguerra almeno non si candidarono al Governo i superstiti del Gran Consiglio del Fascismo. Non ci fu un inciucio tra Togliatti e Dino Grandi. I responsabili non si ripresentarono come salvatori della Patria come avviene con Berlusconi, Bersani e D'Alema. La Nazione prese atto del disastro a cui l'aveva condotta il fascismo e voltò pagina. Il teatro Capranica, ieri sera a Roma, ricordava un altro teatro, il Lirico di Milano, dove Mussolini tenne l'ultimo discorso il 16 dicembre del 1944 per ricompattare i resti delle camice nere. Capranica è l'ultima raffica dell'inciucio. Gargamella ha inseguito i puffi presenti in sala per convincerli a votare l'ex democristiano Marini, candidato dal pdl, invece di Rodotà, che sarebbe acclamato dagli italiani per plebiscito. Marini rappresenta lo status quo, la garanzia di un governo Bersani "amico del giaguaro" che vuole smacchiare lo psiconano con la lingua, la nomina di un ministro della Giustizia non ostile a Berlusconi e forse l'innalzamento di quest'ultimo a senatore a vita il prossimo anno. Nessuno ha spiegato a Bersani che l'Italia è cambiata, che non vuole più accordi sottobanco con lo psiconano come è avvenuto negli ultimi vent'anni. Il Paese vuole togliersi, definitivamente, il sudario in cui l'hanno avvolta i caporioni del pdl e del pdmenoelle. La guerra è finita, arrendetevi. Liberateci per sempre dalla vostra presenza. Siamo esausti.
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