6 aprile 2013

Attuazione art 37, le tasse restano in Sicilia Bianchi: “Trasferite risorse ma anche funzioni”

Attuazione art 37, le tasse restano in Sicilia Bianchi: “Trasferite risorse ma anche funzioni”:
“L’attuazione dell’art. 37 dello Statuto e dunque il riconoscimento alla Sicilia delle tasse pagate dalle imprese che operano nell’isola è un grande successo che ha una portata oserei dire storica. Ma non facciamoci tranne in inganno non si tratta di somme che ci permettono di chiudere il bilancio. E soprattutto insieme al riconoscimento delle imposte nel decreto legge ci sarà anche il trasferimento di funzioni dallo Stato alla Regione”.
E’ contento del risultato portato a casa ma prudente nell’entusiasmo l’assessore regionale per l’economia Luca Bianchi dopo l’annuncio del riconoscimento, da parte dello Stato, dell’art. 37 dello Statuto siciliano.
“Tecnicamente il necessario passaggio in Conferenza parificata Stato-Regione viene superato attraverso un decreto legge nazionale. in pratica è lo Stato che riconosce lo Statuto e ne da il via libera all’applicazione”.
Una vera e propria devoluzione che sembrava impossibile fino a qualche ora fa “ha contato molto nella trattativa – dice Bianchi – il risanamento dei conti in atto. ma bisogna anche riconoscere che, per assurdo, la crisi economica nazionale ci ha aiutato. solo qualche anno fa questo gettito sarebbe stato valutato in circa 250 milioni di euro l’anno. Difficilmente lo Stato ci avrebbe rinunciato. Oggi vale circa un quinto, quindi non più di 50 milioni di euro“.
Ma lo Stato devolve un simile gettito, anche se decurtato, dopo anni di battaglie anche giudiziarie, senza colpo ferire ne chiedere nulla in cambio?
“Certo che no. Il decreto legge attualmente in via di definizione prevederà che alla Regione vengano devolute, oltre gli incassi fiscali, anche una serie di funzioni con i relativi costi. Proprio per questo si sono fatti i conti sul valore del gettito. L’accordo prevede che le funzioni che verranno demandate non debbano costare più dei 50 milioni di gettito previsto”.
Allora è un successo solo sulla carta, a saldo zero?
“Anche se ancora devono essere definite le funzioni che ci verranno devolute ed il loro costo vedrete che nel bilancio di previsione ci sarà una posta in entrata che valutiamo in una decina di milioni di euro. Certamente nel 2013 non sarà un grande introito ma è comunque un aiuto e soprattutto è il riconoscimento di un diritto dei siciliani”
Allora un buon risultato teorico ma che porterà solo qualche piccolo introito economico in termini complessivi di bilancio
“In una prima fase non riscuoteremo direttamente le imposte ma ci sarà un trasferimento di risorse da Roma a Palermo, una sorta di compensazione per il 2013. Poi bisognerà valutare dal 2014 in poi il gettito. Bisogna tener presente che attualmente queste imposte valgono circa 50 milioni di euro l’anno ma se sapremo far riprendere l’economia gli importi cambieranno con il crescere della produzione”.
Ma l’assessore Bianchi conta, soprattutto su un impiego diverso di questo provvedimento, una sorta di legge-incentivo “Se gestiamo noi le imposte, la Sicilia potrà decidere di modularle come crede. Potremo, ad esempio, dar vita a forme di detassazione anche parziale. Provvedimenti del genere potrebbero essere volano di attrazione di nuove imprese o comunque di nuovi investimenti delle esistenti. Insomma si apre un ventaglio di possibilità su cui lavorare per lo sviluppo della Sicilia“.
La sfida adesso è quella di vigilare sull’emanazione del decreto legge e sui costi delle funzioni che verranno demandate alla Sicilia per evitare che il successo possa trasformarsi nell’ennesima trappola romana.

Risultati del sondaggio sulla RAI libera dai partiti

Risultati del sondaggio sulla RAI libera dai partiti:
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Hanno partecipato al sondaggio sul futuro della RAI libera dai partiti 95.000 persone. Il 99% dei partecipanti vuole una RAI finalmente svincolata, libera e indipendente dai partiti. Il 75% è favorevole alla vendita di due dei tre canali tramite un'asta pubblica. Il 99% vuole trasparenza e una riduzione delle consulenze esterne della RAI, in modo da poter sfruttare maggiormente la forza lavoro interna. Una RAI libera dai partiti secondo i partecipanti dovrebbe occuparsi di cultura (75%), tematiche ambientali ed energetiche (60%), inchieste giornalistiche e approfondimenti (52%), informazione internazionale (49%). Seguono economia, cronaca politica, cinema, serie tv e tematiche locali, sport, tecnologia e scienza.

Guarda il dettaglio dei risultati.

Grazie a tutti coloro che hanno partecipato!

La nuova trappola

La nuova trappola: di Paolo Becchi



 Ci sono voluti un mese di polemiche ed una comunicazione ufficiale del Presidente della Repubblica per prendere atto della mia analisi sulla prorogatio del Governo Monti. Sono passati 106 giorni, con oggi, dalle dimissioni del Governo e dal passaggio dello stesso al regime di prorogatio. Sì, perché – di grazia – quest’ultima inizia a decorrere dal momento in cui il Governo rassegna le proprie dimissioni nelle mani del Capo dello Stato. Si sa, la “boria dei dotti” di vichiana memoria non ha limiti: i “costituzionalisti” da giornali continueranno a ripetere che prorogatio è un termine tecnicamente inopportuno o inappropriato, continueranno a scrivere sulle prime pagine dei quotidiani nazionali, nonostante la sberla che si sono presi, nonostante la prova d’ignoranza (o malafede?) che hanno dato. Personalmente, non mi interessa. Forse, però, dovrebbe interessare la public opinion di questo Paese.







 Sono stanco di avere ragione, lo ammetto. Prima, però, di abbandonare le luci della ribalta in cui sono involontariamente caduto e ritornare ai miei studi, temo di dover ancora una volta intervenire per sfatare una tesi assurda. Purtroppo ciò che scrivo resterà, temo, lettera morta, e verrà giudicato un semplice esercizio scolastico. Ma – è dovere dirlo, per onestà intellettuale – la tesi secondo la quale il Parlamento non potrebbe istituire le Commissioni permanenti senza prima la formazione di un nuovo Governo è radicalmente priva di fondamento. È una sciocchezza, né più né meno delle sciocchezze che, per più di un mese, sono state sostenute contro la prorogatio.



 Per un mese una serie di “costituzionalisti”, politici, giornalisti ed affini ci hanno raccontato che non avevamo un Governo in Italia e che, senza Governo, il Parlamento non poteva fare alcunché. Finalmente il Capo dello Stato si è lasciato scappare che un Governo esiste, “è operativo” e che, pur dimissionario, non è dimesso. Immediato riposizionamento dei nostri commentatori: è vero, dicono ora, il Governo c’è, ma il Parlamento non può procedere alla formazione delle Commissioni, per poter iniziare finalmente a lavorare. C’è una logica, dietro queste affermazioni? Sì, c’è una logica che non ha nulla a che vedere con il dettato costituzionale, ma con il tradizionale modo di operare dei “partiti”: la formazione delle Commissioni permanenti, infatti, ha sempre implicato, nel cancro della nostra storia repubblicana, una serie di accordi, trattative e compromessi tra i partiti per la ripartizione dei Presidenti delle Commissioni. Momento fondamentale, dunque, delle logiche partitiche. Per questa ragione, allora, Pd e Pdl stanno “bloccando” la formazione delle Commissioni. Perché, senza prima l’accordo sul nuovo Governo, è ancora incerta la divisione tra maggioranza ed opposizione in Parlamento, è ancora irrisolto il problema essenziale per i partiti: capire chi andrà alla maggioranza, esprimendo il Governo, e, di conseguenza, come le Presidenze delle Commissioni potranno essere ripartite a partire da questa divisione maggioranza-opposizione.

Questo stallo, che sta portando al “blocco” del Parlamento, è espressione non del dettato costituzionale, ma del fatto che Pd e Pdl vogliono, prima di formare le Commissioni, chiarire la “questione Governo”.



 In realtà, però, la formazione delle Commissioni non ha bisogno di alcun intervento del Governo e, a maggior ragione, di alcun nuovo Governo che sostituisca quello dimissionario. Del resto il Parlamento ha, senza la formazione del nuovo Governo, provveduto all’elezione dei Presidenti di Camera e Senato. Presidenti che, tuttavia, si sono per ora rifiutati di procedere secondo quanto prevedono i regolamenti parlamentari. L’art. 17 del regolamento della Camera, infatti, disposte che il Presidente nomini i deputati che compongono a Giunta delle elezioni (quella, per intenderci, che dovrà valutare l’eventuale ineleggibilità di Berlusconi) “non appena costituiti i Gruppi parlamentari”. A sua volta, il regolamento del Senato prevede che “Il Presidente, non appena costituiti i Gruppi parlamentari, nomina i componenti della Giunta per il Regolamento, della Giunta delle elezioni e delle immunità parlamentari e della Commissione per la biblioteca e per l'archivio storico, dandone comunicazione al Senato”. Per la cronaca: i Gruppi si sono costituiti il 19 Marzo, ma non risulta che a ciò sia seguito alcunché. Ed i giorni passano.



 Che la formazione delle Commissioni non abbia nulla a che vedere con il Governo, inoltre, risulta chiarissimo da quanto dispongono, a questo proposito, i regolamenti parlamentari:

Art. 19 Regolamento Camera dei Deputati: “Ciascun Gruppo parlamentare, subito dopo la costituzione, designa i propri componenti nelle Commissioni permanenti, ripartendoli in numero uguale in ciascuna Commissione e dandone comunicazione immediata al Segretario generale della Camera. Il Presidente della Camera, sulla base delle proposte dei Gruppi, distribuisce quindi fra le Commissioni, in modo che in ciascuna di esse sia rispecchiata la proporzione dei Gruppi stessi, i deputati che non siano rientrati nella ripartizione a norma del precedente comma nonché quelli che appartengono a Gruppi la cui consistenza numerica è inferiore al numero delle Commissioni”.
Art. 21 Regolamento del Senato: “Ciascun Gruppo, entro cinque giorni dalla propria costituzione, procede, dandone comunicazione alla Presidenza del Senato, alla designazione dei propri rappresentanti nelle singole Commissioni permanenti di cui all'articolo 22, in ragione di uno ogni tredici iscritti, fatto salvo quanto previsto al comma 4-bis”
 È evidente che la formazione del nuovo Governo non ha nulla a che vedere con l’obbligo, per il Parlamento, di procedere alla formazione delle Commissioni permanenti, formazione indispensabile affinché l’Assemblea possa iniziare a legiferare. Stanno “bloccando” il sistema, ed è ovvia la ragione: i partiti vogliono rimandare al più a lungo possibile le questioni su cui, attualmente, non saprebbero come rispondere. Mi riferisco all’ineleggibilità di Berlusconi, alla riforma della legge elettorale, alle norme sulla corruzione e sui costi della politica. Pd e Pdl vogliono aspettare, vogliono prima cercare di trovare un “accordo” di massima su tutto questo. Ma, in questo modo – e nella storia repubblicana non era mai accaduto – si sta compiendo una grave violazione della democrazia parlamentare, impedendone il funzionamento.



 Il M5S deve reagire, non può lasciarsi “bloccare” da questi espedienti tipici della partitocrazia, dai giochi di corridoio ed anticamera. Che designi immediatamente, per il Senato, i propri rappresentanti nelle Commissioni e che, al contempo, inoltri una formale protesta ufficiale contro quanto sta accadendo. Deve chiedere l’intervento del Capo dello Stato, quale garante della Costituzione, per porre fine a questa palese ed evidente violazione delle regole della democrazia parlamentare.



 È il momento di prendere una posizione chiara, netta, contro Pd e Pdl, contro questo sistema che tenta di consumare, come un parassita, i deputati e senatori del M5S appena entrati in Parlamento. Non sporcatevi le mani con i partiti ed i loro compromessi, o sarete perduti per sempre.

Riceverò altre critiche, non ne dubito. Risponde per me Vittorio Feltri, che in un twitter mi ha scritto: “Il suo torto è quello di avere ragione. Non glielo perdonano".


5 aprile 2013

"La legge sul voto di genere è una porcata Crocetta non è diverso dagli altri"

"La legge sul voto di genere è una porcata Crocetta non è diverso dagli altri":
Intervista aI capogruppo grillino all'Ars, Giancarlo Cancelleri, che parla del rapporto con il governatore dopo il voto contrario del Movimento Cinque Stelle al ddl per la doppia preferenza di genere. “Se Crocetta va a Roma gli finisce peggio che a Bersani. Il modello Sicilia siamo noi e la nostra opposizione responsabile”.

4 aprile 2013

Per una RAI libera dai partiti #raisenzapartiti

Per una RAI libera dai partiti #raisenzapartiti:
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Molti mi chiedono perché i partiti che hanno ridotto l'Italia in una comprimaria e consegnato le prossime generazioni alla miseria e all'emigrazione hanno avuto ancora la maggioranza dei voti alle scorse elezioni. La risposta è che una parte della popolazione italiana vive in un gigantesco Truman show, la cui responsabilità va attribuita per intero ai giornalisti italiani, con le solite poche e, in un Paese come il nostro, più che lodevoli eccezioni.E' in atto una guerra dichiarata contro la realtà, mistificazioni, allusioni, menzogne vengono sputate dall'informazione quotidianamente. E' un'informazione di regime, totalitaria, simile alle purghe staliniane degli anni '30. Un'informazione omologata in un grande inciucio per mantenere privilegi, caste, parassiti sociali trasversali. Questa peste che tocca e ammorba chi non ha altre fonti di informazione è pagata dalle stesse vittime attraverso i contributi (diretti e indiretti) ai giornali e dal canone e dalle tasse per la RAI per un servizio pubblico indecente. La RAI è il megafono dei partiti, se la paghino loro. La RAI ha 13.000 dipendenti, di questi meno di 50 sono giovani under 30: lo 0,37%. Nel 2012 nonostante canone e pubblicità ha perso 250 milioni di euro. Chi sono i responsabili di questo sfascio? La RAI va rifondata e trasformata in un servizio pubblico sul modello della BBC senza alcun collegamento con i partiti, senza pubblicità, con produzione di contenuti di qualità sviluppati in prevalenza all'interno e non come ora affidati spesso a società esterne, sommando costi a costi. Il M5S proporrà in Parlamento, come da programma, l'istituzione di un solo canale RAI, senza vincoli verso i partiti, senza pubblicità e la vendita dei rimanenti due canali. Un'informazione libera è fondamentale per il futuro del Paese e per uscire da Matrix.

(*) dati giugno 2012

Ouya, ecco i titoli disponibili al lancio

Ouya, ecco i titoli disponibili al lancio:

La tanto attesa piattaforma Ouya vede ufficializzati in queste ore i titoli che saranno disponibili al momento del suo lancio sul mercato, con un elenco composto da 104 voci.
Continua a leggere: Ouya, ecco i titoli disponibili al lancio (...)

3 aprile 2013

New major release of Linux Video Disk Recorder

New major release of Linux Video Disk Recorder: After five years in development and 43 developer versions, version 2 of the VDR Linux video recorder has been released by its author Klaus Schmidinger. The new software offers full HDTV support. TV images are processed either by a plugin using the graphics card or by a DVB card's hardware decoder

2 aprile 2013

Senatori che non mollano l'osso

Senatori che non mollano l'osso:
Senatori doppi incarichi


 di Andrea Montefiori
 Senatore e consigliere regionale, Senatore e assessore, Senatore e sindaco. E le combinazioni possono essere anche più fantasiose ancora. Si può arrivare perfino a tre incarichi istituzionali svolti in contemporanea (da far invidia a Padre Pio, in quanto a dono dell'ubiquità). In un momento storico in cui il tema dei "tagli ai costi della politica" è una priorità (reale o solo di facciata), ci sono parlamentari che percepiscono stipendi, indennità, gettoni di presenza e vitalizi mentre siedono comodamente su due o più poltrone. Senza contare i rimborsi per le spese per alloggio, per il vitto, per lo staff. E se proprio dovesse capitare di dover pagare, non mancano diffuse scontistiche o, talvolta, con ti gratis offerti dai ristoratori compiacenti.




 I parlamentari, senatori o deputati che siano, non possono presiedere più di un seggio istituzionale. Lo dice il 122mo articolo della Costituzione. lo ribadiscono gli articoli 1 e 2 della legge 60/1953 (almeno nel loro senso generale), l'articolo 62 del decreto legislativo 267/2000 e lo afferma a più riprese anche la Corte Costituzionale. Eppure, ci risulta che siano più di trenta (almeno! perché magari ce ne sono altri) i Senatori che non si accontentano di una sola "cadrega". Senatori "incostituzionali", per così dire:

COGNOME NOME PARTITO INCARICHI
Aiello Pietro PDL Senatore; Assessore regionale (Calabria)
Albertini Gabriele Con Monti per l'Italia Senatore; Parlamentare europeo
Arrigoni Paolo Lega Nord Senatore; Sindaco Calolziocorte (LC); Consigliere della Provincia di Lecco
Bellot Raffaela Lega Nord Senatore; Consigliere comunale a Pedavena (BL)
Bilardi Giovanni Grande Sud Senatore; Consigliere regionale in Calabria
Bisinelli Patrizia Lega Nord Senatore; Consigliere comunale a Castelfranco Veneto (TV)
Bitonci Massimo Lega Nord Senatore; Consigliere comunale a Cittadella (PD)
Briglia Claudio PD Senatore; Sindaco di Crevalcore (BO)
Candiani Stefano Lega Nord Senatore; Consigliere Comunale a Tradate (VA)
Cardinali Valerdia PD Senatore; Assessore comunale a Perugia
Cardini Antonio PDL Senatore; Assessore regionale in Calabria
Cassano Massimo PDL Senatore; Assessore regionale in Puglia
Centinaio Gianmarco PDL Senatore; Assessore comunale a Pavia
Cirrinnà Monica PDL Senatore; Consigliere comunale a Roma
Compagnone Giuseppe PDL Senatore; Sindaco di Grammichele (CT)
Consiglio Nunziante Lega Nord Senatore; Assessore comunale di Cazzano Sant'Andrea (BG)
D'Adda Erica PD Senatore; Consigliere comunale di Busto Arsizio (VA)
D'Anna Vincenco PDL Senatore; Consigliere comunale di Santa Maria a Vico (CE)
De Monte Isabella PD Senatore; Sindaco di Pontebba (UD)
Garavaglia Massimo Lega Nord Senatore; Consigliere comunale di Marcallo con Casone
Mantovani Mario PDL Senatore; Sindaco comunale di Arconate (MI)
Bruni Francesco PDL Senatore; Consigliere della Provincia di Lecce, Consigliere comunale a Otranto
Chiavaroli Federica PDL Senatore; Consigliere comunale a Pescara
Cucca Giuseppe Luigi Salvatore PD Senatore; Consigliere regionale in Sardegna
Dalla Tor Mario PDL Senatore; Vicepresidente della Provincia di Venezia
Faviero Nicoletta PD Senatore; Consigliere comunale a Biella
Ferrara Elena PD Senatore; Consigliere comunale a Oleggio
Fornaro Federico PD Senatore; Sindaco di Castelletto D'Orba; Consigliere della Provincia ad Alessandria
Fravezzi Vittorio Aut (SVP,UV,PATT,UPT) PSI Senatore, Sindaco di Dro, Componente del Consiglio delle Autonomie della Provincia Autonoma di Trento
Iurlaro Pietro PDL Senatore; Consigliere comunale di Francavilla Fontana; Consigliere regionale in Puglia
Langella Pietro PDL Senatore, Assessore nella Provincia di Napoli
Laniece Albert Aut (SVP,UV,PATT,UPT) PSI Senatore, Assessore regionale in Valle D'Aosta
Manassero Patrizia PD Senatore, Consigliere comunale a Cuneo
Munearo Emanuela Lega Nord Senato, Consigliere comunale Ledinara
Manarin Marco PDL Senato; Consigliere comunale di Padova
Panizza Franco Aut (SVP,UV,PATT,UPT) PSI Senato; Assessore Provincia autonoma di Trento
Piccoli Giovanni PDL Senato; Sindaco di Sedico
Spilabotte Maria PD Senato; Consigliere comunale a Frosinone
Stefàno Dario Sinistra Ecologia e Libertà Senato; Assessore regionale in Puglia
Susta Gianluca Scelta civica per l'Italia Senato; Deputato europeo
Uras Luciano Sinistra Ecologia e Libertà Senato; Consigliere regionale in Sardegna
Zizza Vittorio PDL Senato; Sindaco di Carovigno


 Che facciamo? Cambiamo la Costituzione o cambiamo i Senatori?