7 novembre 2012

Titanium Backup è ora in grado di creare pacchetti zip flashabili di tutte le nostre app

Titanium Backup è ora in grado di creare pacchetti zip flashabili di tutte le nostre app:
Il backup su Android è un argomento più complesso di quanto potrebbe essere: per alcuni tipi di dati è tutto automatizzato sui server di Google (contatti, password Wi-Fi e altre impostazioni), ma per la maggior parte delle applicazioni l’unico modo per non dover riniziare da zero le nostre corse di Temple Run dopo un full wipe, è ricorrere a Titanium Backup. Gli utilizzatori di questa nota app saranno dunque lieti di sapere che grazie all’ultimo update è possibile creare dei pacchetti zip di tutte le nostre app (dati compresi), in modo da poterli flashare da recovery subito dopo l’installazione di una nuova ROM, ritrovandosi così con un firmware completo già dal primo avvio. Ma vediamo il changelog completo:
  • [PRO] Si possono creare file update.zip contenenti app+dati, solo app o solo dati. Sono supportate sia le applicazioni utente che quelle di sistema e il file creato può essere segnato.
  • [PRO] Si possono caricare file più grandi di 150 MB su Dropbox.
  • [PRO] Migliorata la fault tolerance per i caricamenti su Dropbox upload.
  • Migliorata la schermata “Overview of app storage use”, viene mostrata la posizione dell’app e supporta refresh / click / long-click.
  • Sistemato un bug che impediva di de-proteggere i backup su partizioni ext2/3/4.
  • Sistemato un possibile force close importando un backup.
  • Altri bugfixe & migliorie.
  • Aggiornate le traduzioni.
Chi ha i permessi di root (e la versione completa di Titanium) può insomma dormire sonni tranquilli in materia di backup. Per tutti gli altri, speriamo che Google ponga presto rimedio: con tutto questo voler ricorrere alla cloud è un po’ ridicolo non poterla sfruttare anche per una cosa tanto banale come il salvataggio dei dati di una qualsiasi app. Box per il download come sempre a seguire, dopo lo stacco.

[Opinione] Google e la Nexus Philosophy, aprono una nuova era nel mondo mobile, ma non tutti sono pronti a prendere questo treno …

[Opinione] Google e la Nexus Philosophy, aprono una nuova era nel mondo mobile, ma non tutti sono pronti a prendere questo treno …:
Tutti gli appassionati Androidiani, soprattutto della Nexus Philosophy, me compreso, in questi giorni, dopo l’annuncio da parte di Google del Nexus 4 con i relativi prezzi , hanno provato emozioni davvero molto positive, non solo per l’annuncio in se che comunque portava sul mercato 3 device di prim’ordine, ma soprattutto perché vedevano realizzarsi all’orizzonte, quella nuova era, che proprio i Googleterminali stavano aprendo ed in cui ho sempre creduto e sperato prima o poi avvenisse.


Io lavoro da molti anni nel campo dell’informatica, molte cose sono cambiate da quando ho iniziato questa mia passione che poi è diventata anche la mia occupazione. All’inizio il mercato era dominato dalla compravendita di queste meravigliose scatolette magiche che avevano inizialmente dei costi davvero esorbitanti. Ricordo perfettamente il mio primo Intel 286 dell’HP, un Vectra per la precisione, e costava qualcosa come 3 milioni del vecchio conio …
I produttori di hardware hanno avuto davvero un periodo d’oro per circa 10 anni, e i margini per ogni vendita erano molto alti.
Poi nel tempo è successo che i prezzi dell’hardware sono decresciuti in maniera inversamente proporzionale alla potenza offerta.
In pratica ciò che un anno prima costava 3 milioni, un anno dopo, per lo stesso prezzo, offriva qualcosa con il doppio se non il triplo della potenza e della velocità … e questo ha riguardato anche per le periferiche, come le stampanti per esempio.
Ben presto tutte le aziende che affidavano il loro business alla sola vendita dei “pezzi di ferro”, hanno fatto i conti con la crisi e i margini sempre più ridotti. Ho visto fallire parecchie aziende, con cui ho avuto contatti, proprio per questo motivo.
Sono rimaste a galla le aziende che hanno saputo leggere il mercato e capire che bisognava investire sui servizi, ovvero considerare l’hardware non più come punto d’arrivo nella vendita, ma come punto di partenza; ossia l’hardware diventa solo lo strumento con cui offrire servizi a valore aggiunto, venduti alle aziende come “pacchetti chiavi in mano”, in modo da avere un margine di guadagno sufficiente a stare sulla cresta dell’onda.
Tutto questo discorso è stato vero per il mondo business, fatto di server e macchine di un certo livello, ma sembrava invece non toccare il mondo mobile, che in questi ultimi 5 anni ha fatto un enorme balzo in avanti; quelli che una volta chiamavamo cellulari, oggi sono dei veri e propri computer da taschino, con processori dual o quad core, in grado di fare cose molto complesse.
I prezzi di lancio dei terminali sono sempre stati mediamente alti anche se, per fortuna, a differenza di Apple, i cui prezzi imposti sono “intoccabili”, per gli altri dopo qualche mese si ha una diminuzione che a volte sfiora anche il 50%, consentendo di acquistare ottimi terminali a prezzi più umani, anche se ai giorni nostri nel mercato mobile 6 mesi sono quasi un’era geologica. Non per niente Apple ha sostituito il suo New iPad con un New-new iPad proprio in questo lasso di tempo, quindi alla fine chi rincorre sempre l’ultimo grido, deve sapere che sta comunque acquistando qualcosa che oltre che costoso è anche “già vecchio”.
Ognuno alla fine dovrebbe semplicemente comprare ciò che gli occorre, piuttosto che cercare sempre l’ultimo modello, ma non sempre è semplice gestire “le scimmie” degli appassionati che vendono e comprano oggetti tecnologici come noccioline.
Il punto è che, soprattutto in Italia, ad ogni nuova uscita si ha sempre a che fare con prezzi mediamente più alti che negli altri paesi, quasi mai giustificati e che inducono spesso a ricorrere a siti online esteri, dove il risparmio non indifferente.
Google, si sa, ha la sua forza negli innumerevoli servizi che offre e da cui ottiene la sua immensa fortuna e dopo essere diventata la dominatrice dei motori di ricerca ha, con molta intelligenza, abbracciato anche il mondo mobile in piena evoluzione (per merito certamente di Apple con il suo iPhone, che ha cambiato il modo di approcciare l’uso della telefonia mobile) creando prima il progetto (quasi) open source Android, dandolo in licenza gratuita a qualunque produttore lo volesse adottare e poi diventandone il portabandiera proteggendone “l’ortodossia”, attraverso la creazione del progetto “Nexus”, che ha permesso a Big G di portare agli utenti l’esperienza “pura” di tutti i suoi servizi, basandosi su un hardware prodotto da uno dei membri della OHA “Open Handset Alliance”, in quanto Mountain View si occupa solo di software e servizi e non dispone di proprie fabbriche. Questo nonostante l’acquisto di Motorola, la quale non ha avuto alcuna via preferenziale rispetto agli altri partner, poiché alla fine il vero interesse era per i brevetti che la stessa Motorola possedeva.
Ma nei Nexus, (e anche con Amazon ultimamente) ho sempre intravisto quello che è successo anche nel mondo tecnologico “business”, dove l’hardware è diventato semplicemente un “cavallo di troia” con cui vendere il vero valore aggiunto che diventa “tutto guadagno pulito”: i servizi.
Google oggi è una potenza che attraverso il web e il suo store Android vende applicazioni, servizi, libri, film, musica; ha un social network in crescita esponenziale e sta per far uscire una propria carta di credito Wallet … Ma per battere la concorrenza occorre attrarre l’utenza con qualcosa di irresistibile: un ottimo hardware ad un ottimo prezzo … e il tris di Nexus presentati da poco mi hanno fatto dire: “Ecco, ci siamo, finalmente anche nel mondo mobile l’hardware è iniziato ad essere in secondo piano”.
Anche la Microsoft se vogliamo sta prendendo questa piega (ma al momento ancora siamo lontani da rapporti qualità/prezzo allettanti, se non l’upgrade a Windows 8 per 29€), Amazon ha venduto milioni di Kindle e ha espanso il suo mercato dappertutto. Apple alla fin fine ha creato il suo ecosistema attraverso iTunes e iOS da cui i fan faticano a staccarsi … e poi ? Poi restano i fabbricanti di “pezzi di ferro”, che se non faranno una seria analisi di quanto sta accadendo, avranno secondo me delle perdite considerevoli dei loro affari.
Che cosa vuol dire per un produttore di hardware fare un Nexus ? Vuol dire in primis, entrare in concorrenza con se stessi, poiché dovrà comunque spingere anche i propri device e fino al Galaxy Nexus, Samsung in qualche modo è riuscita a farlo, poiché la presenza di hardware migliore, una propria UI, l’offerta delle Samsung Apps e device particolari come il Note 1 e 2, ha saputo differenziarsi e creare un proprio stile nonostante il prezzo inferiore degli stessi Nexus. Ciò le ha consentito di vendere al momento 30 milioni di GS3 e 3 milioni di Note 2.
I Nexus si sa, hanno sempre avuto il vantaggio di avere aggiornamenti sicuri, poiché eseguiti da Google, mentre gli altri davano si hardware più potenti, ma per vedere qualcosa di nuovo, spesso si è dovuti ricorrere a ROM custom dalla comunità di XDA.
Poi è arrivata LG, che ha fatto la sua comparsa nel mondo Android, con il suo Dual, il primo con processore dual core Tegra2, con cui si è fatta una pessima reputazione, non tanto per i non aggiornamenti di Android (al momento ancora non si ha ICS ufficiale) ma proprio per vari malfunzionamenti, lamentati da moltissimi utenti nell’uso quotidiano del terminale e mai risolti.
Ma anche gli altri modelli hanno avuto poca fortuna: Optimus Black, Optimus 3D ecc. ecc. Dal punto di vista software sono praticamente abbandonati a loro stessi e ciò ha ridotto di molto il gradimento di LG presso il pubblico di appassionati androidiani.
Google ha scelto stavolta proprio LG per aprire una nuova era nel mondo mobile, quella che aspettavo con ansia, ma è evidente che gli obiettivi delle due  aziende non erano per niente condivisi.
Google nel suo Play Store  ha messo il Nexus 4 a 299 € la versione 8 Gb e 349 € la versione 16 Gb e mentre tutti, me compreso, auspicavano di godere di questa nuova pagina della storia della telefonia mobile, LG fa trapelare che i suoi prezzi fuori dal Play Store, (poichè quest’ultimo è presente solo in 4 paesi europei), non solo non sono gli stessi che fa Google, ma non sono nemmeno lontanamente vicini: poiché in Italia sarà venduta la sola versione 16 Gb  a ben 599 €, ovvero 200 € in più.
ASUS al contrario ha mantenuto per il Nexus 7 il prezzo invariato rispetto a quello di Google nel Play Store, su ogni mercato, regalando pure un buono di 30€ da spendere sul suo store, per coloro che hanno acquistato il terminale al prezzo maggiore, prima dell’uscita della versione 32 GB, denotando certamente serietà e facendo capire che comunque il guadagno c’è, magari inferiore per margine, ma sulla quantità ha certamente fatto una bella fortuna, perché al momento vende circa 1 milione di pezzi al mese e non è poco vista anche la concorrenza diretta di Amazon.
Per contro c’è da dire che Asus non ha terminali nello stesso segmento di mercato e quindi non deve preservarsi da una diretta concorrenza con se stessa, in quanto la fortunata serie Trasformer, di cui sono anche io possessore, è un device di tutt’altra fascia.
Ma questa ritengo sia stata un’altra scelta intelligente di ASUS, che ha tramutato quello che doveva essere il proprio tablet 7” da presentare al CES di Las Vegas solo e soltanto nel Nexus, concentrandosi a venderne il più possibile, riuscendoci benissimo e guadagnandosi anche la stima dei consumatori, poiché è anche un’azienda che ha aggiornato Android sempre prima degli altri (al momento io ho Jelly Bean ufficiale sul mio TF300T).
LG invece, non solo è in procinto di fare prezzi assai diversi da Google, ma vuole proporre anche un Optimus G ad inizio 2013: praticamente un Nexus 4 con slot microsd, LTE e camera da 13 Mpixel, ma proprio per questo ritengo che farà inutilmente concorrenza a se stessa, avendo scarse vendite sia di Nexus (fuori dal Play Store) che di Optimus G …
Sarebbe stato intelligente, secondo me, sfruttare questa occasione con Google, cavalcando l’onda Nexus e vendere milioni di pezzi, perché è innegabile: ormai Google ha aperto l’era dei servizi e ha deciso di seguire questa via a testa bassa. Non sarà certo LG a fermare il consumatore nell’acquistare il Nexus 4 all’estero attraverso il Play Store, o attraverso qualche retailer che li venderà a prezzo di poco più alto.
L’unica cosa che mi stupisce è che quando LG fa un contratto con Google per la produzione di un Nexus, non sia deciso a tavolino anche la politica dei prezzi, che dovrebbe secondo me essere condivisa e coerente, ma è evidente che mi sfugge qualcosa, non essendo un esperto di marketing …
Resta anche l’incognita dell’ottimo Nexus 10 di Samsung, ma spero che non faccia lo stesso errore di LG, perché ora ha un terminale in grado di competere alla pari con l’iPad di Apple e che potrebbe, grazie all’ottimo rapporto qualità prezzo, guadagnare importanti fette di mercato anche in quel settore, dove Apple domina da anni.
Google ha aperto l’era dei servizi con ottimo hardware e con ottimo rapporto qualità/prezzo, (tenendo presente, che mediamente il prezzo di fabbrica del “pezzo di ferro” nudo e crudo, difficilmente supera i 200 €, quindi il guadagno c’è), sapranno i meri produttori di hardware adeguarsi ? Io spero di si … anche perché “i caduti sul campo” delle aziende “cieche” con cui ho avuto a che fare con gli anni e che non hanno saputo rinnovarsi in base all’evolversi del mercato, e della cultura media dei consumatori,  potrebbe essere una storia che si ripete e uno sbaglio da cui difficilmente si può tornare indietro …

6 novembre 2012

Sophos, alternativa per la sicurezza Android

Sophos, alternativa per la sicurezza Android:

Nuova alternativa per tutti coloro che intendono aumentare gli standard di sicurezza del proprio device Android, considerando che Sophos prova a limitare gli attacchi provenienti dal mondo hacker con un’applicazione, le cui caratteristiche potrebbero tornare molto utili a milioni di utenti.
Continua a leggere: Sophos, alternativa per la sicurezza Android (...)

I giochi di Stato e la distruzione delle famiglie

I giochi di Stato e la distruzione delle famiglie:
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"Il gioco d'azzardo legalizzato (per ogni euro investito nei vari "giochi di Stato" ne restituiscono meno del 65%...) sta causando fenomeni di disgregazione sociale sempre più allarmanti. Uomini e donne deboli e provati dalla crisi, padri e madre di famiglia, infatuati da una fortuna effimera quanto "tassa cash" dilapidano le loro proprie misere risorse nella speranza di migliorare situazioni di povertà. QUESTO E' INACCETTABILE, provoca costi sociali enormi e in continuo aumento (vedasi articolo di oggi su corriere.it). INOLTRE la micro-criminalità imperversa privilegiando i locali pubblici dove sono ubicati slot ecc. con enorme dispendio di energie da parte delle forze dell'ordine (spesso senza risultato), che possono occuparsi sempre meno di prevenzione. STATO COME CASINO' A CIELO APERTO per far quadrare conti sempre più in dissesto e mantenere spese folli e infruttuose come le varie caste che ne beneficiano. BASTA! DENUNCIAMO ALLA CORTE EUROPEA DEI DIRITTI UMANI, PER VILIPENDIO DI CIVILTA'." Giovanni M., Lazzate

Sul volantino Euronics una consolle portatile Android

Sul volantino Euronics una consolle portatile Android:

X-Gen27 è il nome della nuova consolle portatile con a bordo Android Ice Cream Sandwich che troviamo sul nuovo volantino Euronics valido fino al prossimo 23 Novembre.
Dall’immagine e dalle caratteristiche tecniche elencate a margine si evince un display (naturalmente touch) HD da 7″, memoria interna da 4Gb espandibile tramite microSD, doppia fotocamera, connettività Wi-Fi e porta USB, output su televisore FullHD (probabilmente tramite uscita HDMI).
Nessuna info da parte di Euronics riguardo il processore utilizzato nè sul prezzo ma su altri siti che propongono lo stesso prodotto è riportato un ARM Cortex da 1,2Ghz con un prezzo al pubblico di 129€.
Iniziamo ad assistere ai primi tentativi di quella che potrebbe essere l’inevitabile invasione da parte dei robottini verdi al mercato della consolle portatili da gioco, con un oggetto che sta a metà tra un tablet ed una PSP.

Prezzo Nexus 4, LG cara o Google troppo conveniente?

Prezzo Nexus 4, LG cara o Google troppo conveniente?: Il prezzo del Nexus 4 in Italia più alto di quello fatto da Google sul Play Store di altri paesi sta infiammando il Web in questi giorni. Molti danno la colpa a LG, ma la realtà è un pochino diversa. Ecco la nostra analisi.

Grillo for dummies

Grillo for dummies:
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Non tutti capiscono, non tutti vogliono capire, i più disinformano a pagamento sui giornali e nei salotti televisivi controllati dai partiti. E' quindi indispensabile una "guida for dummies" per tutti coloro che hanno dubbi interpretativi, dietrologie, necessità di chiarimenti.

D come Di Pietro: Antonio Di Pietro ha la mia amicizia, ma il M5S non si alleerà nè con l'IDV, nè con nessun altro. Il M5S vuole sostituire il Sistema dei partiti con la democrazia diretta. In sostanza vuole la fine dei partiti basati sulla delega in bianco

E come Elezioni: chi sta svolgendo un qualunque incarico elettivo non può dimettersi per concorrere ad altre cariche elettive (es. chi è consigliere non può candidarsi a deputato, chi è senatore non può candidarsi a sindaco)

E come Emolumenti: gli eletti del M5S tratterranno per sé una parte degli emolumenti, oggi fissata in un massimo di 5.000 euro lordi, e restituiranno la rimanenza allo Stato

E come Euro: la decisione di rimanere nell'euro spetta ai cittadini italiani attraverso un referendum, questa è la mia posizione. Io ritengo che l'Italia non possa permettersi l'euro, ma devono essere gli italiani a deciderlo e non un gruppo di oligarchi o Beppe Grillo

M come Mandati: il M5S non candida chi ha svolto due mandati anche se interrotti

M come Movimenti: il M5S supporta e appoggia le istanze dei movimenti con obiettivi comuni, come è avvenuto per il no al nucleare, l'acqua pubblica, il No Tav e il No Gronda, eccetera

P come Primarie: nel M5S non ci saranno primarie (non si votano leader o leaderini) per le elezioni politiche, ma la scelta di portavoce per la Camera e per il Senato. Il loro compito sarà l'attuazione del Programma elettorale in stretta collaborazione attraverso la Rete con la gli iscritti

P come Programma: Il Programma del M5S esiste (chi dice il contrario mente) ed è visibile sul blog. Prima delle elezioni politiche sarà integrato e migliorato dagli iscritti al M5S attraverso una piattaforma on line

R come Remissione del mandato: il consigliere, il sindaco o il parlamentare non ha alcun obbligo di rimettere il mandato periodicamente (ad esempio ogni sei mesi). Nel caso questo avvenisse deve essere preceduto da un'informazione pubblica e dettagliata del suo operato sul portale del M5S con una votazione estesa a tutti gli iscritti del Comune e della Regione di rifermento, o dell'intero corpo elettorale in caso del Parlamento

R come Rimborsi: il M5S non ha incassato alcun rimborso elettorale per le regionali e non lo incasserà per le prossime politiche

T come Televisione: non sono "vietate" interviste di eletti del M5S trasmesse in televisione per spiegare le attività di cui sono direttamente responsabili. E' fortemente sconsigliata (in futuro sarà vietata) la partecipazione ai talk show condotti abitualmente da giornalisti graditi o nominati dai partiti, come è il caso delle reti RAI, delle reti Mediaset e de La7

V come Votazioni: il M5S vota nei consigli comunali e regionali, e in futuro voterà in Parlamento, le proposte che aderiscono al Programma anche se presentate dai partiti

(continua...)

FASTWEB per Emergency

FASTWEB per Emergency:
Comunicato Stampa
FASTWEB invita i suoi clienti a sostenere gli ambulatori mobili di Emergency in Italia per offrire cure gratuite a poveri, migranti e a chiunque ne abbia bisogno. Per ogni euro donato dai clienti mensilmente sul proprio abbonamento, FASTWEB ne aggiungerà un altro, raddoppiando così il valore della donazione.
L’azienda verserà a Emergency, mensilmente, il doppio rispetto a quanto incassato dai clienti.
I soldi raccolti verranno utilizzati per gli ambulatori mobili di Emergency in Italia che giornalmente offrono assistenza a poveri, migranti, stranieri, che non hanno accesso alle cure di cui hanno bisogno per scarsa conoscenza dei propri diritti, difficoltà linguistiche, incapacità a muoversi all’interno di un sistema sanitario complesso.